8 MARZO: le donne tornano in piazza

di REdazione Liberacittadinanza - 07/03/2011
Dopo la mobilitazione del 13 febbraio in difesa della dignità femminile e contro il premier, tutto è pronto per una nuova giornata di protesta per “rimettere al mondo l’Italia”.

Sono tantissimi gli appuntamenti previsti in tutta Italia.

E’ dal 1977 che l’8 Marzo è diventata la “Giornata internazionale della donna”.

Lo ha deciso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, quale riconoscimento per gli sforzi delle donne in favore della pace e la necessità della loro piena e paritaria partecipazione alla vita civile e sociale.

L’ ONU scelse l’8 Marzo perché, fin dall’inizio del secolo scorso, in un clima di ri-vendicazione di diritti, influenzato specialmente dalle proposte e dall’azione delCongresso socialista, le donne avevano scelto quella data per celebrare le loro conquiste sociali, politiche ed economiche.

L’8 Marzo infatti, era il giorno in cui, più di altri, le donne erano state protagoniste di grandi eventi:

8 Marzo 1908, a New York, decine di migliaia di operaie protestarono, con una marcia, per ottenere lavoro e paga dignitosi, per il diritto di voto e perl’abolizione del lavoro minorile;

8 Marzo 1917 per i Paesi che adottano il calendario gregoriano ma 23 gennaio per il calendario giuliano, in Russia lo zar fu costretto ad abdicare dopo una serie di proteste. La prima, la più importante, quella che incoraggiò le altre, fu lo sciopero e l’incredibile resistenza delle donne all’esercito cosacco in nome di “pane e pace”.

Altri eventi sono accaduti nel mese di marzo:

25 marzo 1911: incendio a New York. A perdere la vita furono 146 ragazze, quasi tutte immigrate italiane o ebree, rimaste nello stabilimento perché i proprietari delle fabbrica si misero in salvo senza preoccuparsi di liberare le operaie che erano tenute chiuse a chiave durante il lavoro per il timore di furti o di pause troppo lunghe. Questa tragedia fu ricondotta alla festa della donna perché portò alla riforma della legislazione del lavoro negli U.S.A, assicurando più diritti alle lavoratrici.

In Europa: in Germania e in Francia le prima grandi manifestazioni femminili furono organizzate dal Partito socialista nel 1914.

In Italia la giornata internazionale della donna fu proclamata il 12 marzo 1921 dal Partito Comunista Italiano. Ma durante il Fascismo la giornata della donna scompare per essere poi sostituita nel 1933 con la “Giornata della madre e del fanciullo”.

L’8 Marzo risorge nel 1946 per opera dell’Unione Donne Italiane (UDI) con forti istanze pacifiste, con il ricordo della Resistenza ma anche con temi importanti, quali le condizioni di lavoro delle donne, la parità salariale (ancora da raggiungere), la richiesta di assistenza sociale e di una nuova legge sulla maternità (le donne che rimanevano in stato di gravidanza venivano licenziate ..... e oggi?).

Negli anni ’60 l’8 marzo si lega alla lotta per gli asili nido e le scuole materne.

Nel 1968 e negli anni ’70 la parola d’ordine non è più “emancipazione” ma “liberazione”. Le donne manifestano l’esigenza di nuove relazioni dentro e fuori casa, prendono le distanze dai partiti e dalle organizzazioni di massa, sperimentando percorsi alternativi, capaci di mettere in discussione i rapporti tra i sessi. In pochi anni ottengono grandi risultati: divorzio, riforma del diritto di famiglia, la legge sulla maternità libera e responsabile (legge sull’aborto).

Gli anni ’80 vedono anzittutto il contrasto con la tendenza che inizia a fare dell’8 Marzo una pratica consumista.

La giornata della donna si arricchisce però, anche, di nuovi temi: la richiesta di una legge sulla violenza sessuale (arrivata solo nel 1996. Fino a quella data lo stupro era considerato come atto contro la morale, quindi pressoché impunito), l’impegno per il disarmo, le pari opportunità e le azioni positive. Cresce l’attenzione per la contrattazione del lavoro femminile, si parla di flessibilità, part-time, congedi parentali, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (tutti temi ancora attuali, perché non hanno avuto soluzioni).

Nel nuovo millennio non possiamo ancora dirci soddisfatte perché molte conquiste sono rimaste sulla carta. La donna italiana è minacciata da nuove forme di sottomissione. E’ ancora difficile, per la donna, essere riconosciuta come persona a parte intera, uguale in termini di diritti, di capacità, di presenza femminile nella vita pubblica. Non c’è da star tranquille perché si assiste persino al ritorno di vecchi clichés: è forte il richiamo della funzione della donna come madre ma è altrettanto forte l’apparire delle donne solo come corpo.

Quest’anno sarà la festa della “dignità” delle donne che studiano, ricercano, lavorano fuori e dentro casa, più degli uomini, dedicano ore e ore alla cura dei figli, dei nipoti degli anziani, trovano tempo da dedicare al volontariato, e tanto altro. Insomma sarà l’anno delle donne che faticano ad affermarsi nella società, ad avere un lavoro,ecc. ma che, nonostante la fatica, tengono alta la testa perché ci tengono alla loro dignità e vorrebbero essere giudicare solo in base al merito della loro professionalità, della loro intelligenza, delle loro capacità.
 

AUGURI A TUTTE. BUON 8 MARZO A TUTTE.

A PROPOSITO: PERCHE’ LA MIMOSA? L’IDEA DI ABBINARE ALLA FESTA DELLA DONNA UN FIORE E’ SOLO ITALIANA. E’ NATA NEL 1946 PER OPERA DI RITA MONTAGNA E TERESA MATTEI. LA SCELTA CADDE SULLA MIMOSA PERCHE’ FIORISCE NEI PRIMI GIORNI DI MARZO, NON HA UN COSTO ECCESSIVO ED E’ ALLA PORTATA DI MOLTI. ALL’UNANIMITA’ L’ASSEMBLEA DELL’UDI SCARTO’ PRIMA LE ANEMONI E POI I GAROFANI.


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