A DICEMBRE NESSUN CANTIERE PER IL PONTE

di Massimiliano Perna – ilmegafono.org - 28/10/2009
Mentre nel messinese si scava e si piange ancora, tra angoscia e paura per il nuovo allarme meteo, un medico messinese smaschera la menzogna del governo: a dicembre l’unico cantiere che partirà sarà quello di un’opera non legata al ponte

Nel messinese piove di nuovo e il fango è ancora lì, in mezzo alle strade, dentro il cuore di chi ha perso tutto, dentro le lacrime di chi ha visto morire mogli, mariti, padri, madri, figli, familiari, amici. Giampilieri e Scaletta sono terre ferite, distrutte dall’inerzia di istituzioni che adesso si rimpallano le responsabilità, cercando pian piano di fare scomparire la vicenda dietro un rapido spegnimento dei riflettori mediatici che, in questa terra, hanno una luce molto più flebile rispetto ad altre parti. Mentre si cerca ancora in mezzo al fango, mentre si svolgono i funerali delle persone che man mano riemergono, mentre si vivono nuove paure e angosce per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, il governo nazionale risponde con una sola parola: ponte.

Se per L’Aquila si mosse un intero Paese, promettendo case, interventi, solidarietà, per Messina si muovono solo quei volontari e quelle forze che senza tregua stanno scavando e assistendo la popolazione dal giorno del terribile nubifragio. Invece di produrre il massimo sforzo, il governo preferisce parlare di un’opera che costerà miliardi di euro, soldi con cui sarebbe possibile mettere in sicurezza le tante realtà siciliane ad elevato rischio idrogeologico.

Il ministro Matteoli ed il premier Berlusconi, dopo aver fatto la loro parata ipocrita a Messina, venendo giustamente contestati (ma nei media nazionali dell’Italia attuale a ciò si è assegnato poco spazio), si sono affrettati ad affermare che nel giro di pochi mesi, precisamente a dicembre, verrà aperto il primo cantiere per la costruzione del ponte sullo Stretto. A niente è valso l’appello del presidente della Repubblica, che ha invitato il governo a lasciar perdere “opere faraoniche” che non hanno alcuna utilità per una terra come la Sicilia, in cui ancora sono tante le cose da realizzare e sistemare.

Una questione di priorità che questo governo non è in grado di comprendere. La popolazione di Messina lo ha gridato ad alta voce, specialmente dopo la tragedia del primo ottobre: il ponte non è una priorità e quindi va bloccato, con conseguente spostamento dei fondi verso altri interventi che, oggi, sembrano non rinviabili. Come si fa a parlare di ponte, quando si ha davanti agli occhi quello che è avvenuto a Messina? Con quale coraggio si presenta un’opera mastodontica ed inutile come soluzione a problemi che quell’opera potrebbe solo aggravare?

In proposito, molto interessante è quanto dichiarato dal dr. Conti Nibali, medico messinese molto conosciuto per il suo impegno civile a tutela del territorio e dell’ambiente: “Il ponte non ha niente a che vedere con le necessarie misure di prevenzione e di sicurezza che si richiedono in un territorio ad alto rischio come quello di Messina e dei comuni dell’area dello Stretto”. Nibali smentisce inoltre quanto affermato dal premier sulla possibilità di attivare il primo cantiere a dicembre: “Per il ponte non esiste allo stato neppure il progetto esecutivo se non nella sua versione preliminare. Non può dunque aprirsi nessun cantiere del ponte. Ciò che potrà iniziare tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo sono i lavori per la cosiddetta ‘variante Cannitello’, un’opera di interramento del tracciato ferroviario calabrese in prossimità di Villa S. Giovanni il cui progetto è stato approvato dal CIPE nel marzo del 2006, dissociandolo esplicitamente dal progetto del ponte”.

I lavori per tale variante, dunque, sono stati autorizzati dalla Regione Calabria, a condizione che l’opera non sia essenziale alla realizzazione del ponte sullo Stretto. Quindi la variante, che ha lo scopo di liberare la costa e di migliorare il traffico ferroviario in Calabria, è e deve essere dissociata dal progetto per il ponte.

Questo, dunque, sarà l’unico cantiere aperto a dicembre, un cantiere la cui approvazione e finanziamento non hanno nulla a che vedere con il ponte. Ecco perché gli annunci di Berlusconi e Matteoli sono da considerarsi semplicemente dei proclami che rientrano nella solita retorica propagandistica del governo di centrodestra, che fa del populismo e del sensazionalismo il mezzo prediletto per ingannare il popolo.

Stavolta, però, per fortuna, qualcuno ha rotto la cortina di fumo che avvolge la verità e che appanna gli occhi degli italiani.

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