L’approvazione,
da parte della Camera, del disegno di legge sulla sicurezza ha
segnato uno spartiacque nella storia democratica italiana: attraverso
il meccanismo della fiducia, voluto dal ministro Maroni per scansare
le insidie del voto segreto, misure vergognose già bocciate dai
deputati sono state riproposte e votate a maggioranza, esautorando e
umiliando il ruolo e le prerogative del Parlamento. È passato un ddl
che tanto somiglia alle leggi razziali antiebraiche adottate dal
fascismo.
Sono diventate realtà: le ronde, il reato di clandestinità
con obbligo di denuncia da parte dei pubblici ufficiali, ma anche da
parte di qualsiasi cittadino ospiti un clandestino, l’aumento da 60
a 180 giorni del periodo di detenzione dell’immigrato nei Cie,
l’aumento del costo delle pratiche per la richiesta della
cittadinanza o del permesso di soggiorno, la pena fino a tre anni di
carcere per chi affitti case o locali ai clandestini e per insulti a
pubblico ufficiale.
Una serie di norme che certificano il clima di
intolleranza xenofoba diffuso in tutte le città italiane, dove sono
all’ordine del giorno odiosi atti di razzismo, fomentati da
istituzioni che, soprattutto a nord, propongono o adottano interventi
basati su logiche da apartheid,
come la legge anti-kebab o la proposta di mezzi pubblici per soli
italiani. Anche a Siracusa, nel profondo sud, si assiste ad un
rinvigorimento delle ugole xenofobe, pronte a strillare il loro odio
verso l’immigrato, che a volte si traduce in proteste e volantini,
ma molto più spesso in atti di teppismo e di violenza. In città,
accade che migranti ospiti di una parrocchia vengano ripetutamente
colpiti da pietre e bottiglie lanciate da motorini in corsa.
A
Cassibile, dove circa 300 stagionali vengono sfruttati nelle attività
di raccolta delle patate e delle fragole, ci sono consiglieri
comunali e di quartiere che portano avanti campagne di odio nei
confronti dei lavoratori stranieri, puntando sulla logica della paura
e del bisogno di sicurezza che attualmente, in Italia, produce
consenso elettorale. Poco importa se circa 300 persone vivono nella
morsa criminale di caporali che, ogni notte, li reclutano per poi
condurli nelle campagne di proprietari terrieri impuniti, che si
arricchiscono attraverso un sistema di moderna schiavitù facilitato
dall’assenza di controlli, dall’inerzia dei sindacati e dal clima
di odio costruito ad arte da politica e parte della stampa.
A
Siracusa, dopo l’inconcludente protocollo siglato in Prefettura,
nulla è cambiato, com’era prevedibile. Si è trattato
dell’ennesimo atto mediatico, sollecitato da un paio di consiglieri
comunali allo scopo esclusivo di mostrare i muscoli ai propri
elettori, saziando la loro voglia di “liberazione dallo straniero”,
il bisogno di non vederlo girare nel proprio quartiere, l’esigenza
di renderlo sempre più invisibile. Come di fatto sono gli
stagionali, costretti a lavorare duramente ed a vivere e dormire
sotto gli alberi o dentro casolari diroccati. E se qualcuno si sposta
in paese per comprare da mangiare, per prendere l’acqua dal
rubinetto comunale o per telefonare, insomma se qualcuno diventa
visibile ecco allora che scatta la logica della paura, la percezione
dell’assedio, che si trasforma facilmente in odio razziale.
Contro
questa pseudo-paura, in città, c’è chi ha trovato il modo di
organizzarsi, sfruttando la linea dura del governo nazionale. Il ddl
sulla sicurezza ha introdotto e ufficializzato le “ronde”, cioè
gruppi di cittadini volontari (guidati da militari in pensione), a
cui sarà affidato il compito di controllare i quartieri e le “zone
sensibili” delle città, collaborando con le forze dell’ordine,
le quali hanno già manifestato il loro dissenso a questa forma di
giustizia fai-da-te.
A Siracusa, qualcuno, forse annoiato dalla
troppa tranquillità della vita cittadina, ha deciso di vestirsi da
sceriffo e di organizzare la ronda che dovrà garantire sonni ancor
più tranquilli ai siracusani. Non si tratta di semplici cittadini,
ma di esponenti del Nuovo Msi, circa una ventina di persone,
capeggiate dal segretario regionale, il siracusano Giganti, che hanno
già ottenuto l’ok del sindaco Visentin e presentato l’iniziativa
in Prefettura.
Un fatto gravissimo, con Prefettura e Comune disposte
a collaborare alla formazione di un gruppo che ha una connotazione
politica definita e un’idea ben precisa relativamente alla
sicurezza: colpire l’immigrato. Lo si evince dalle parole di
Giganti, il quale ha espresso la volontà di concentrare le ronde a
Cassibile, definito lugubremente “luogo maggiormente a rischio”.
Insomma, nessuna parola su racket, mafia o sui rioni periferici in
cui sussiste maggior degrado e microcriminalità; al contrario, la
convinzione di legare, anche nei fatti, la questione sicurezza alla
presenza di immigrati. Siamo pertanto di fronte ad un gruppo di
militanti di estrema destra, con logiche ben precise riguardo alla
razza, militanti che guardano con disprezzo chiunque sia diverso da
loro: non solo immigrati, ma anche omosessuali o perfino avversari
politici o ragazzi etichettabili come “comunisti” dal solo modo
di vestire.
C’è il concreto rischio che, invece di portare più sicurezza, la presenza di tali ronde produca più tensione, fomentando quel clima di scontro sociale e politico che l’Italia sembrava aver messo da parte.