Chiediamo un'asta pubblica per l'assegnazione delle frequenze televisive

di Giuliana Quattromini Tina Tallarino - 12/12/2011
E' importante che in un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti non ci sia il sospetto che si vogliano a tutti i costi salvaguardare gli interessi di qualcuno

L'attenzione dei media e dei quotidiani nazionali e locali è concentrata in questi giorni sui contenuti della manovra finanziaria e sui possibili correttivi ad alcune... sue parti. Circolano notizie di ogni tipo, si formulano le ipotesi più varie, ma, tranne alcuni casi sporadici (Il fatto quotidiano e più timidamente la Repubblica), non si fa alcun riferimento all'asta per l'assegnazione delle fequenze televisive che porterebbe nelle casse dello stato dai 4 ai 5 miliardi di euro.

Di cosa stiamo parlando? Con il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale si riduce la banda di frequenze utilizzate per la trasmissione e si liberano spazi che possono essere occupati da altri segnali. Mentre in Europa e negli USA si procede (negli USA l'asta è stata gia effettuata) attraverso gare pubbliche all'aggiudicazione delle frequenze garantendo preziosi introiti allo Stato, in Italia si procede all'assegazione delle frequenze a titolo gratuito senza aggravio di spesa per chi le riceve seguendo il principio del beauty contest (procedura comparativa): il Ministero per lo Sviluppo Economico procederà all'assegnazione delle cinque reti rimanenti (ognuna delle quali permette di irradiare fino a sei canali) tra gli operatori interessati, Rai e Mediaset inclusi, nonostante la minaccia da parte di Bruxelles dell'apertura di una procedura d'infrazione contro il nostro paese nel caso in cui le frequenze non fossero assegnate ad operatori televisivi alternativi.

Si stima che seguendo tale procedura lo Stato incasserà solo l’1% del fatturato annuo degli operatori (contro il 4-5% medio europeo) a titolo di canone di affitto delle frequenze.

Al momento, l'aggiudicazione delle frequenze è allo studio della commissione che conta di chiudere i lavori prima di Natale, ma, visti gli interessi in gioco per Mediaset, potrebbe accelerare in maniera vistosa per porre fine alla questione.

Cosa possiamo fare? diffondere questa notizia, chiedere a tutti di iscriversial gruppo "chiediamo un'asta pubblica per l'assegnazione delle fequenze televisive " su facebook, 

http://www.facebook.com/groups/325545990789512/

sfruttare tutti gli spazi che la rete mette a disposizione, chiedere spazi alle televisioni e ai giornali perchè tali notizie siano alla portata di tutti

Dobbiamo indurre il Presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro del Welfare Elsa Fornero a fare pressioni sul Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera perchè venga revocato il beauty contest e indetta un'asta pubblica.

In un momento in cui si chiede agli italiani di "salvare l'Italia " con costi gravosi per ciascuno di noi, sembrerebbe scandaloso agli occhi degli italiani e del mondo intero non usufruire dei fondi che si renderebbero disponibili dall'asta delle frequenze.

29 aprile 2013

Costruiamo l'alternativa al governo Berlusconi

Giorgio Cremaschi-www.micromega.net
13 marzo 2014

Quello che non c'è

Francesco Baicchi
30 aprile 2013

La coerenza

Francesco Baicchi