Caro don Aldo, chi Le scrive è una delle
migliaia di vittime della pedofilia "sacerdotale". Una vittima che è
stata scelta, avvicinata, circuita, plagiata, usata e abusata, per
anni, dall'età di undici anni, da un sacerdote, molto apprezzato e
stimato dai suoi parrocchiani. Anche dai miei genitori. La storia che
ho vissuto è durata fino a quando, da sola, sono riuscita a capire cosa
mi era successo. Un giorno in cui mi sentivo particolarmente infelice e
a disagio, perché non sopportavo più che "tutto" avvenisse in silenzio,
in fretta, di nascosto, senza un vero gesto d'affetto, chiesi al
"mostro", che allora chiamavo Jon come mi aveva detto di fare lui, se
era male ciò che facevamo...La risposta che ricevetti è stata per me
una pugnalata, al cuore, ma, soprattutto, alla mia anima: "Si, è male,
se vuoi smettiamo subito". Pochi giorni prima, forse intuendo che mi
stavo rendendo conto della situazione, aveva voluto che gli portassi
tutti i miei diari. Per leggerli, mi aveva detto. Quei diari li ha
invece trattenuti e forse eliminati per sempre. L'ultimo diario però
non glielo avevo consegnato, perché avevo scritto male e mi vergognavo
di farglielo vedere. In quel diario avevo "sfogato" tutta la mia
disperazione, emersa dopo il mio risveglio...Quel diario ce l'ho
ancora. Non voglio distruggerlo. Ma, forse, non lo leggerò mai più...
Dopo quella "spiegazione" precipitai in una solitudine interiore senza
fondo. Per due anni vissi quasi in clausura. Le giornate le passavo
nella mia stanza, o camminando da sola, a testa china, per ore, senza
meta. Inconsciamente e per difendermi dalla immensa sofferenza che
provavo, rimossi tutto, o quasi tutto. Ho vissuto per anni in compagnia
di un assurdo senso di colpa, che si manifestava agli altri con una mia
incapacità a proferire più di due parole insieme. Mi esprimevo a
monosillabi; evitavo le occasioni che mi avrebbero costretto a parlare
in pubblico. Diventavo rossa appena uno sguardo si posava su di me;
mascheravo in tutti i modi la mia femminilità. Mi appiattivo il seno in
vari modi; le mestruazioni sparirono per un paio d'anni. Volevo
passare, ad ogni costo, inosservata.
Tutto questo durò fino a quando due occhi attenti e sensibili, mi
stanarono, costringendomi a parlare, a ricostruirmi dentro. Prima però
dovette far riemergere nella mia mente gli anni della mia infanzia e
della adolescenza di cui si era impadronito il mostro, incontrato nel
posto che avrebbe dovuto essere il posto più sicuro al mondo: "La
chiesa!".
Fu dura per me, ma anche per lui. Doveva riuscire a farmi riguadagnare
la fiducia negli adulti, nel mondo. Non è stato facile, ma alla fine ci
riuscì.
Del
mostro non ho più voluto sapere niente. Chi mi ha "salvato" mi ha
assicurato che è stato fatto tutto quello che doveva essere fatto. A me
basta questo! NESSUNO PERO' MI POTRA' MAI DARE INDIETRO LA MIA INFANZIA
E LA MIA ADOLESCENZA VIOLATE! Ora sono una donna guarita, realizzata,
ma la grave ferita inferta alla mia anima, in questi ultimi tempi, è
tornata a sanguinare, grazie al comportamento del papa e di certa
chiesa sul dramma mondiale della pedofilia "sacerdotale", scoppiato in
tutta la sua gravità e mostruosità nel mondo intero. Gli incubi, che
non facevo più da anni, sono tornati a turbare le mie notti. La rabbia
nei confronti della chiesa è riesplosa in un modo che ha stupito prima
di tutto me stessa. Eppure, malgrado tutto, io continuo a credere nel
Cristo del Vangelo, di cui, per fortuna, sacerdoti come Lei, don Aldo,
riescono a dare una vera testimonianza.
Grazie di esserci don Aldo!
Cara "io", ti ho letta con attenzione e nel leggerti cercavo di ricostruire nella mia fantasia i lineamenti disfatti del tuo volto violato (volto in tutti i sensi: corpo, anima, sogni e realtà....) ma anche i percorsi enigmatici e assassini di colui che invece di aiutari a crescere ti ha pietrificata nella tomba della vergogna e dei sogni strozzati.
Che dirti? Personalmene in tutta la mia lunga esistenza (ho 68 anni)all'interno della "struttura-chiesa", non ho avuto mai sentore di un qualcosa del genere, grazie a Dio. Ciononostante sono stato sempre dell'avviso che non ci sono, nemmeno all'interno della chiesa, zone privilegiate che siano immuni dalla corruzione del denaro o del sesso o del potere in genere. Gesù, parlando dello Spirito, dice: "Il vento soffia dove vuole, senti il suo sibilo ma non sai donde viene né dove va. Così è chiunque è nato dallo Spirito"(Giovanni 3,8).
In questo senso, noi credenti (mi dici che continui a credere nel Cristo del Vangelo....)siamo apolidi, senza fissa dimora: figli di quello Spirito che ci fa stare con e contro la chiesa, dentro e fuori, fedeli e disobbedienti, capaci sì di morire ma anche di risorgere.
Aldo