Di questa signora alta e bionda con la rivolta in corpo che sta
volantinando da sola a un passo da Porto Cervo contro gli sprechi del
governo. Ha incominciato giovedì mattina piazzandosi in copricostume
sotto il sole di mezzogiorno al molo di Palau, dove ci si imbarca sui
traghetti per la Maddalena. Trecento volantini fatti in proprio.
Aiutata da Milano via mail per i disegnini; aiutata in libreria dove le
han fatto pagare le fotocopie la metà, “perché la sua è una buona
causa”. Sopra, le cifre della vergogna prese dall’Espresso: i costi del
G8 che raddoppiano come fossero noccioline, di qua la Maddalena di là
l’Aquila. E poi le spese di palazzo Chigi nell’Italia che chiede
sacrifici. Un messaggio semplice, efficace, quasi bossiano: “Tagliare
le tasse si può, basta non gettare i soldi nel cesso”.
Un
trionfo. Nella Sardegna dei ricchi, proprio lì dove il capo del governo
fa i suoi bagni di folla, uno solo l’ha contestata. Tutti gli altri le
hanno dato ragione, con la mimica facciale o con poche parole
rassegnate o imbufalite. Forse qualcuno ne ha pure ammirato il coraggio
da kamikaze. Senz’altro gli amici, tenutisi a distanza di sicurezza da
quella che sembrava la missione più pazza del mondo. Le avevano detto
che l’avrebbero arrestata senz’altro, con l’aria che tira, figurarsi in
Sardegna. Invece anche un carabiniere le ha dato ragione. Mentre il
marinaio che dirigeva il traffico in ingresso di un traghetto, un
senegalese, le ha chiesto di abbracciarla, e un napoletano le ha detto
“gente come lei la dovrebbero candidare”.
Sia chiaro. A Edda non è
certo venuto il colpo di sole della contestazione qui in vacanza, nella
casa in cui è ospite, vista sulla Maddalena e il vento che struscia e
batte le foglie a barriera degli eucalipti, e gli oleandri di rinforzo.
Una rivoluzionariasolitaria
Edda è una rivoluzionaria in
servizio permanente effettivo. Forse anche per liberarsi di quella
storia che le sta piantata nel nome. Chiamata come Edda Ciano da un
padre che scelse di militare nella Repubblica di Salò. “Per questo”,
sbuffa, “quando sento parlare dei ragazzi di Salò, come fece pure
Violante in Parlamento, mi sembra una presa in giro; mio padre ne aveva
quarantatre di anni quando aderì, mica era un ragazzino”. Fatto sta che
di quella tradizione si è liberata proprio bene.
Se solo la
conoscete, potete agguantarla a vista un po’ in tutte le grandi
manifestazioni. Pace, agende rosse, legge bavaglio, abusi ambientali,
immigrati: tutto il ricco menù che offrono i tempi in Italia e nel
mondo. Con una particolarità, che si sarà già capita: che lei non è di
quelli che vanno in piazza solo se c’è tanta gente, se si può provare
il piacere di non sentirsi soli, il calore dei tanti, dai che stavolta
lo facciamo cadere.
Cinque, dieci persone? Non importa, anche
perché ormai ha preso pure confidenza con il microfono e se c’è da
salire su un gradino o un parapetto per parlare non si tira indietro.
Ha organizzato anche alcune delle manifestazioni che hanno fatto la
storia dell’opposizione civile in Italia. Fu, con altre signore delle
“girandole”, tra le sconosciute artefici sul campo della svolta del
Palavobis. Ma fece anche parte di un drappello di signore che in puro
stile greenpeace partì dalla stazione di Milano con le maschere dei
Bassotti addosso, ognuna affacciata a un finestrino, per andare al
palazzo di Giustizia di Brescia, dove, dicevano i maligni, Cesare
Previti stava cercando con la legge Cirami sul legittimo sospetto di
fare trasferire i suoi processi.
Ieri sera, a Palau, ha colpito
ancora. Si è presentata fiera e sola a un dibattito sulla
cementificazione della Gallura con Renato Soru e Stefano Boeri, e i
sindaci della zona che resistono ai progetti di sventrare l’isola e
farne una dependance del Billionaire. Eccola, si son detti, perché
ormai la conoscono tutti e quasi se l’aspettavano. Un nuovo volantino,
sempre fatto da lei (“però stavolta niente sconto”), contro lo spreco
del depuratore del G8 alla Maddalena, “strapagato e ora non lo vuole
più nessuno”. Fiuta le occasioni buone per rimettere benzina nei suoi
geni combattivi, e infatti l’altra sera è andata a sentirsi Mario
Capanna che presentava il suo libro “Per ragionare. Sessanta domande
sul nostro futuro”. “E’ stato bellissimo, e poi lui parla chiaro come
piace a me. Mi ci sono fermata alla fine, era con sua moglie che è
sarda. Gli ho chiesto perché non fa politica e mi ha risposto che tanto
non lo vorrebbe nessun partito e che fa politica anche così e gli piace
pure molto. Mi sono commossa, se non ci siamo messi a piangere pensando
alle nostre illusioni di un tempo poco ci è mancato”.
Figli, amorie volantini
Già, perché quel che non abbiamo detto finora è che Edda Boletti da
Milano, “piemontese capricorno”, gli occhi azzurri che sanno addolcirti
una giornata o bruciarti di disprezzo, ha settant’anni tondi. E che se
si dà anima e corpo ai movimenti civili non è perché non abbia nulla da
fare. Tre figli amatissimi, Lalla, Jerry e Bubi. E in più, da poco, la
riscoperta dell’amore. “Sì, sono venuta qui in Sardegna per stare con
lui. Era stato il mio primo amore, quando avevo sedici anni e l’ho
riincontrato. Certo che si può, mi sembra un’altra vita, anche il vento
adesso ha un suono diverso. Leggo i libri e negli spazi bianchi scrivo
poesie. Dov’è ora? E’ tornato a Milano per lavoro, ha una
rappresentanza importante. Gli ho detto che restavo ancora qualche
giorno. Questo mare con la macchia mediterranea è stupendo, mi fa
venire voglia di imparare a disegnare. E poi devo dare ancora un bel
po’ di volantini”.
Quando cadrà Berlusconi, ricordiamoci della Edda