Fibrillazione pilotata per il 20 a Roma

di Rosario Amico Roxas - 19/03/2010
I parlamentari del PDL sono stati tassati per pulmann: ognuno deve portare a Roma un certo numero di adepti direttamente proporzionali al numero di elettori della propria zona

L’Italia politica è in fibrillazione, mentre il popolo elettore, non più sovrano perché non può neanche scegliere il proprio candidato, si arrende all’indifferenza, con un malinconico: “Sono tutti gli stessi!”. Dopo avere scardinato anche la fiducia, il cavaliere presidente del consiglio fa appello alla moderazione, accusando gli altri si seminare zizzania, o, come ama sostenere, seminare odio e invidia a cui contrappone il suo amore e la sua dedizione al bene comune.

Ormai la frittata è stata rivoltata tante di quelle volte che si è bruciata da ambo le parti e il puzzo di bruciato inonda tutti i gangli di questo governo, minacciando anche lo Stato democratico.

Prima che possa pronunciarsi con il voto, il popolo viene chiamato a raccolta per esprimere un atto di forza, come un ricatto latente che potrebbe esplodere al solo comando di chi crede di poter decidere anche della pace sociale, pur di non dover rinunciare a nessuno dei suoi progetti  autoritari.

Si tratta solo di una fibrillazione controllata, una chiamata dei fedelissimi  perché dimostrino l’ipotesi di una possibile utilizzazione dei mezzi coercitivi, ma popolari, spontanei, che emergono dal basso, anche se si tratta di una “spontaneità a comando”, sollecitata a volte, imposta per lo più.

I parlamentari sono stati tassati per pulmann: ognuno deve portare a Roma un certo numero di adepti direttamente proporzionali al numero di elettori della propria zona, clienti, aspiranti clienti, disoccupati che credono alle promesse, giovani che sperano nella “cavalleresca provvidenza”, tutta una umanità bisognosa  che dal loro stesso bisogno viene ricattata per eseguire ordini che non produrranno nient’altro che una occasionale visibilità al capo, a loro resterà il cestino con la colazione al sacco, almeno per chi ci arriva.

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