Governo tecnico o governo dei soliti noti?

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 16/11/2011
Tutti o quasi pazzi per Monti e tutti senza eccezioni affetti da “agorafobia” come ha scritto in questi giorni, ancora una volta, in beata solitudine Marco Travaglio

Anche in questa fase, che ci auguriamo vivissimamente ha chiuso comunque un ciclo, l’Italia almeno quella della politica e dell’informazione in meno due giorni ha archiviato diciassette anni vissuti pericolosamente e vergognosamente.

Una foltissima schiera di “terzisti” e di politicanti per tutte le stagioni se l’è presa con i cittadini colpevoli di aver celebrato come era logico, naturale e salutare la dipartita del grande imbonitore, che non ha perso l’occasione di materializzarsi nel videomessaggio della sconfitta con rivincita, all’unico scopo di togliere la scena al nuovo presidente incaricato.

Parallelamente, al posto della compostezza e della speranza mista ad apprensione che richiede la fase in corso, c’è tutta una trepidazione malcelata, uno squittire diffuso, una piaggeria nemmeno malcelata per qualsiasi movimento, gesto, mossa del neo incaricato.

Forse dopo la gioia e la soddisfazione per la liberazione, anche se grazie ai mercati, da un presidente del Consiglio che dovrebbe quantomeno chiederci scusa ad uno ad uno per il ridicolo di cui ci ha coperto oltre che per i danni materiali e morali al paese, sarebbe il caso di vedere con quali modalità, passaggi, probabili nomi si va formando il nuovo governo “tecnico”.

Fermo restando che a mio avviso l’incarico a Monti era e rimane il male minore nonché la soluzione di per sé più condivisibile e bene ha fatto, almeno questa volta, Giorgio Napolitano a stringere i tempi e a nominarlo senatore a vita per garantirgli un ruolo strettamente istituzionale, rimangono in sospeso questioni per nulla irrilevanti come la composizione dell’esecutivo, i tempi e l’inclusione o meno nel programma di una nuova legge elettorale.

Rispetto ai nomi “istituzionali” che circolavano alla vigilia e cioè quelli del presidente del Senato Schifani o dell’onnipresente amico di Luigi Bisignani, il grande manovratore Gianni Letta, quello di Mario Monti è comunque “una garanzia” almeno sotto il profilo morale e del rispetto della legalità.

Certo che se come lasciano filtrare “insistenti voci di corridoio” quelli che sono usciti dalla porta dovessero rientrare dalla finestra e se i politici di collegamento e di riferimento dovessero alla fine essere proprio Gianni Letta, nello stesso ruolo che ricopriva nel governo Berlusconi, e Giuliano Amato considerato una “garanzia” sul fronte giustizia e televisioni da Berlusconi, allora per usare un eufemismo, la discontinuità sarebbe un bel po’ appannata.

Bene ha fatto, ci auguriamo non solo per un obiettivo ritorno di immagine, Mario Monti a ricevere ed ascoltare le parti sociali, inclusi i giovani e le donne, ma al di là dello spazio da accordare sulla base del genere o della data di nascita, la cosa più importante è che per una volta almeno possano esserci le persone giuste al posto giusto, almeno sotto il profilo della competenza specifica e dell’affidabilità.

Il nome che circola fin dal primo momento di Salvatore Settis per i beni culturali, dopo la stagione ignominiosa di Bondi e succedanei, se confermato, sarebbe quanto di più auspicabile e condivisibile.

Sul fronte più strettamente politico e degli schieramenti il no sprezzante della Lega, preannunciato e formalizzato dalla pernacchia di Bossi all’indirizzo del professor Monti, e confermato da Maroni che ha pure sancito al rottura ufficiale con Berlusconi, spezza al momento un patto di sangue che sembrava irrisolvibile e che difficilmente potrà rinascere tale e quale. E’ già qualcosa.

29 aprile 2013

Costruiamo l'alternativa al governo Berlusconi

Giorgio Cremaschi-www.micromega.net
13 marzo 2014

Quello che non c'è

Francesco Baicchi
30 aprile 2013

La coerenza

Francesco Baicchi