Grillo e la forza addomesticante del Parlamento

di Ulrich Ladurner (traduzione dal tedesco di José F. Padova) - 26/03/2013
Dal blog di Ladurner per dare uno sguardo dal di dentro a panorami di scarsa visibilità

Beppe Grillo vive di eccitazione permanente. Di conseguenza il Führer, il Capo del Movimento 5 Stelle intensifica i suoi attacchi al Sistema – come lui lo chiama. Vuole ottenere il suo crollo. Grillo si basa sulla rapidità. Egli deve farlo. Infatti la festosa atmosfera rivoluzionaria dei suoi seguaci presto svanirà. I rivoluzionari sono sprinter. I percorsi lunghi non sono affare loro. Sono la loro debolezza.

La maratona è al contrario la specialità delle tanto vituperate democrazie rappresentative. È lenta, faticosa, eppure fornisce l’elemento decisivo: stabilisce attraverso molteplici processi il consenso del quale una società ha bisogno. Per questo le occorre tempo. Che però Grillo non vuole concederle, egli non può lasciarglielo, se vuole avere ancora successo. Da qui la lotta decisiva che ha luogo adesso in Italia: la battaglia per il tempo.

Il problema di Grillo è che con la vittoria elettorale il suo M5S si trova ora nel cuore della democrazia, nel Parlamento. E quanto più a lungo i Grillini se ne stanno lì, tanto più capiscono il valore e la struttura di questa istituzione. Si elegge un presidente, si formano i gruppi, si occupano le commissioni e molto altro. Ma Grillo, le strutture, le teme. Per lui tutto è movimento. “Noi non abbiamo alcuna struttura, gerarchia, capi, segretari” – questo dice Grillo del M5S. Tutto deve rimanere fluido. Solamente così egli può mantenersi quale Capo autoritario [ndt.: qui l’A. usa maliziosamente il termine Führer=guida, conducator, manovratore, anziché Leiter o Vorsteher=capo].

Per questo Grillo vuole tornare il più presto possibile fuori dal Parlamento e nelle strade. Vuole nuove elezioni e spera di poter rinforzare a tal punto le sue truppe che il M5S possa dare il colpo mortale al “Sistema marcio”. In un’intervista al Time ha detto: “Non vogliamo il 25, e neppure il 30 percento, ma il 100 percento!”. O tutto o niente.

Eppure nel frattempo le istituzioni compiono la loro tenace opera. Seguendo le procedure esse mettono i deputati del M5S davanti alla domanda: Chi sostenete? Per chi votate? Alla fine il Senato e la Camera dei Deputati dovevano pure essere definiti. Grillo voleva che il M5S non sostenesse nessuno. Tuttavia alcuni Grillini hanno appoggiato i candidati del Partito Democratico. Questi deviazionisti hanno ceduto sotto il peso delle istituzioni. Si potrebbe anche dire: essi hanno compreso che adesso, poiché sono stati eletti, portano la responsabilità dell’intero Paese.

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