Identificato in un silenzio assordante l'agente delle stragi

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 28/05/2010
Silenzio (comprensibile!) sull'identificazione del "signor Franco".... Mi risulta che la notizia sia stata data solo dal TG3!!!

L’identificazione del “signor Franco” o signor Carlo come lo chiamava Vito Ciancimino, l’uomo dei servizi presente su tutti i teatri delle stragi e degli attentati mafiosi, subito prima o appena dopo, dall’ Addaura a Capaci a via D’Amelio, l’uomo che ritorna in tutte le testimonianze e le deposizioni, l’uomo che nei dettagliatissimi racconti di Massimo era “l’angelo custode del padre” e il filtro di tutti i contatti fondamentali, rende molto concreta la possibilità di arrivare alla verità. L’agente che si faceva chiamare “signor Franco, l’uomo che collegava la mafia e la politica ai massimi livelli durante la stagione delle stragi e della trattativa o più verosimilmente delle trattative che hanno segnato o forse determinato gli assassini di Falcone e Borsellino e il passaggio dalla prima alla seconda repubblica, è stato individuato casualmente in una foto risalente al 2006 comparsa su una rivista free edita a Roma Pocket che si occupa anche di mondanità nella capitale.

E siccome il caso è capriccioso e paradossalmente rivelatore, la foto ci mostra l’agente onnipresente sullo sfondo di una festa molto vip, mentre in primo appaiono sorridenti due campioni del presenzialismo e del potere ever green che si rafforza mentre si avvicendano le repubbliche: Bruno Vespa e Gianni Letta.

Si tratta dunque una notizia di portata straordinaria, non solo perché il signor Franco è vivo, è in Italia e sta per essere sentito dai magistrati di Firenze e di Caltanisetta ma perché è un agente tuttora in servizio.

Proviamo a pensare se qualcosa di analogo si verificasse negli Usa o in Inghilterra o in qualsiasi altra grande democrazia; sarebbe il titolo di copertina di qualsiasi Tg, l’apertura obbligata per ogni testata, l’argomento ineludibile di qualsiasi intervista politica. Essendo in Italia la notizia è comparsa al TG 3 e naturalmente nel covo del nemico in casa del servizio cosiddetto pubblico, lo studio di AnnoZero.

Se poi accostiamo questa notizia alle parole del sempre cauto procuratore antimafia Grasso che ha detto senza mezze misure che le stragi del ’92 sono state “appaltate” da un soggetto terzo rispetto la mafia, le verità sconvolgenti sul fallito attentato dell’Addaura, la presenza ormai accertata delle menti “molto raffinate” di cui parlava Giovanni Falcone sui luoghi o dietro le quinte di ogni efferatezza con conseguente depistaggio, la connessione politico mafiosa nelle stragi esce dall’indeterminatezza e diventa di una chiarezza abbagliante.

Si spiega così lo spazio che viene dato o meglio negato a notizie così rilevanti o addirittura determinanti dai maggiori Tg nazionali asserviti ai partiti e al grande capo e l’assoluto silenzio da parte della politica, attivissima a denigrare collaboratori di giustizia e testimoni, come Gaspare Spatuzza e Massimo Ciancimino quando si “avventurano” con riscontri e documentazione cartacea a confermare la presenza dei servizi segreti nelle stragi a Falcone e Borsellino.

Ha sottolineato molto opportunamente il tenore delle reazioni politiche e il desiderio di conoscenza che regna dalle parti della maggioranza Massimo Ciancimino in occasione della presentazione del libro in cui e registra e racconta molto dettagliatamente i rapporti e i contatti paterni nel ’92 e che gli ha valso la sprezzante definizione dai giornalisti “di famiglia” di “ventriloquo” di Don Vito.

Infatti il figlio del potentissimo sindaco di Palermo referente della prima fase della trattativa tra Stato e mafia, prima dell’avvento di Dell’Utri ha osservato “Non so se sono sulla strada giusta, stabilirlo è compito della magistratura, ma una prima sensazione l’ho avuta quando ho letto che 54 parlamentari del PDL che il giorno prima erano assenti a una discussione sulla crisi economica si sono premurati di fare un’interrogazione urgente per sapere se ero indagato”.

Il figlio del boss che sta dando un contributo determinante alla ricostruzione degli scenari indicibili dell’estate in cui dal sangue delle stragi nasce la seconda repubblica, oggetto insieme ai magistrati che hanno riaperto le inchieste di ripetute minacce di morte, ha anche segnalato molte analogie con quella stagione, non ultima “una grandissima instabilità tanto che anche oggi si comincia a vedere la necessità di un nuovo interlocutore politico.” E per essere ancora più chiaro ha aggiunto che “c’è un’aria di ricerca di una nuova entità, anche perché si capisce benissimo che abbiamo un premier che come uno yogurt ha una data di scadenza e ancora nascono nuovi partiti come in Sicilia che tra i propri uomini hanno, guarda caso, alcuni vicini a Dell’Utri”.

Un quadro delineato pochi giorni fa che spiega mirabilmente il silenzio tombale che ha avvolto incredibilmente la notizia dell’identificazione di un uomo chiave della stagione stragista, un agente tuttora in servizio nelle nostre istituzioni.

Già, ma servizio di chi?

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