In Europa, è in corso un colpo di stato monetario. I potentati economici, impongono agli stati misure che portano alla distruzione dei diritti sociali e della democrazia conquistate dopo la seconda guerra mondiale. La lettera di Trichet e Draghi pubblicata ieri sul Corriere della sera ne è la dimostrazione.
Ci troviamo infatti di fronte al Presidente della Banca Centrale Europea e al suo delfino che prescrivono meticolosamente al governo italiano la distruzione dei diritti sociali. La forma della lettera è quella del consiglio, così come fanno i mafiosi quando consigliano a qualcuno che per il suo bene deve pagare il pizzo. Come i mafiosi non mettono nero su bianco la minaccia. Essa è implicita: se non fate cosa diciamo noi, la BCE non compra più i titoli di stato italiani sul mercato secondario. La lettera dei due banchieri è quindi un ricatto ad uno stato sovrano, fatto da due dirigenti di una banca privata che svolge una funzione pubblica.
La BCE infatti è legittimata a stampare moneta dai trattati europei, ma risponde solamente ai suoi azionisti, cioè alle altre banche centrali, che sono private anch’esse. In altre parole, gli stati europei hanno ceduto la sovranità monetaria alle banche private e adesso queste ricattano gli stati. Nel merito la lettera di Draghi e Trichet è un distillato dell’ideologia neoliberista. La lettera prescrive al governo italiano di adottare una serie di misure draconiane, dal taglio del welfare al taglio delle pensioni, al taglio degli stipendi pubblici, alla demolizione dei contratti nazionali di lavoro, alla privatizzazione di tutto il patrimonio pubblico. I banchieri, di fronte alla crisi, impongono di applicare, alla massima potenza, quelle stesse politiche neoliberiste che alla crisi ci hanno portato.
Come un autista ubriaco che, andando a sbattere contro un muro, invece di frenare o di sterzare schiacci a fondo il pedale dell’acceleratore. Questi signori, dopo aver verificato che il neoliberismo non funziona, pur di non cambiare il neoliberismo e di mettere in discussione i privilegi di classe che ha prodotto, sono disponibili a distruggere la società. La BCE e l’Unione Europea sta facendo le stesse politiche restrittive che dopo la crisi del ’29 hanno portato i nazisti al potere in Germania. Il disprezzo per la vita delle persone che mostrano questi banchieri è pari solo al tasso di cattiva ideologia che gli avvelena il sangue. Quando è crollato il muro di Berlino e con esso il socialismo reale, i dirigenti dell’Est hanno giustamente accettato il loro fallimento. Draghi e Trichet, se si fossero trovati al posto di Honecker, avrebbero mitragliato la folla senza pietà.
Di fronte a questa folle determinazione, la risposta deve essere
molto ferma e molto lucida. Non possiamo fare affidamento
all’opposizione parlamentare. I commenti del PD alla lettera dei
banchieri vanno dall’utilizzare la lettera per la polemica con
Berlusconi all’indicare nella lettera la strada maestra da seguire.
L’Italia dei Valori, due giorni fa, ha votato in sede di parlamento
europeo – con la lodevole eccezione di Vattimo – i provvedimenti
contenuti nel SIX PACK, che della lettera di Draghi e Trichet sono la
traduzione in direttive comunitarie. Occorre quindi costruire
consapevolmente un movimento di massa antiliberista, con una direzione
politica alternativa a chi persegue questo piano inclinato che ci porta
alla barbarie.
Per questo è necessario avere obiettivi chiari.
In primo luogo il debito estero italiano non deve essere pagato. La
BCE deve essere messa con le spalle al muro. Dobbiamo fare arrivare
chiaro e forte il messaggio che o L’unione Europea cambia politica
oppure le banche tedesche, olandesi, francesi ci rimetteranno un
migliaio di miliardi di euro. A partire da questa posizione va aperta la
trattativa con l’Europa, altrimenti ci riducono come la Grecia in pochi
mesi. La BCE deve essere obbligata ad acquistare direttamente i titoli
di stato, senza passare dal mercato, altrimenti è impossibile fermare la
speculazione. Noi siamo convintamente europeisti, ma per cambiare le
politiche europee sono necessari scossoni pesantissimi da parte dei
popoli e noi dobbiamo organizzarli. Parallelamente va proseguita la
mobilitazione per la giustizia sociale in Italia, di cui la
rivendicazione della patrimoniale è l’emblema e si deve saldare con la
lotta – anche con il referendum – all’articolo 8 della manovra. Il
messaggio deve essere chiaro: per uscire dalla crisi devono pagare i
ricchi e non il popolo.
Per questo è necessario costruire un movimento antiliberista di
massa. La mobilitazione del 15 ottobre è il primo appuntamento, che si
posiziona chiaramente contro Berlusconi, Marcegaglia e Draghi. Occorre
dare continuità al 15 strutturando nel paese il movimento che sappia
combattere il neoliberismo in tutte le sue forme: da quello pornografico
di Berlusconi a quello austero di Draghi e Trchet, a quello padronale
di Marcegaglia e Montezemolo, a quello carolingio di Merkel e Sarkozy.
La mobilitazione popolare a Parma ha portato alle dimissioni del
sindaco. Dobbiamo fare come Parma, in tutta Europa. Il 15 ottobre è il
primo appuntamento.