Il cresci-italia e la politica nuda

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 23/01/2012
Forse è arrivato il momento di interrogarsi in merito alla natura e alla qualità della protesta che si sta manifestando nei confronti del governo di Mario Monti

Intanto la politica, pur con responsabilità non genericamente spalmabili a 360°, ogni giorno di più mostra la sua impotenza, la sua irrilevanza, la sua natura corporativa e il suo vano tatticismo.

Nella domenica in cui Monti ha illustrato e difeso con serietà ed ironia nei confronti dei detrattori a prescindere il decreto “cresci-Italia” a In mezz’ora , la lega al grido di “Governo infame” ha tentato penosamente di ricompattarsi in Piazza Duomo minacciando senza giri di parole l’ex amico Silvio di azzoppare Formigoni e la sua giunta dove, ha precisato il Senatur, “ne arrestano uno al giorno”.

Poche ore dopo nella notte decine di camion e di tir in sintonia con “il movimento dei Forconi” che ha paralizzato la Sicilia per una settimana, con l’avallo molto spesso dei boss e l’implicito appoggio del presidente Lombardo, hanno bloccato gli accessi dell’autostrada a Caserta.

Nell’arco dei prossimi dieci giorni intanto sono già state annunciate le manifestazioni di quasi tutte le categorie toccate, per lo più timidamente dalle liberalizzazioni e dal decreto del governo: dai taxisti che hanno già dato prova della loro combattività agli avvocati evidentemente recalcitranti a fare preventivi trasparenti sulla parcella, dai farmacisti che si oppongono alla nuove farmacie ai benzinai e forse, perché no, anche i notai turbati per l’arrivo di 500 nuovi concorrenti, beninteso, su tutto il territorio nazionale.

A dire il vero il più pronto a denunciare il sopruso e la coercizione intollerabile perpetrata da Monti contro una grande impresa, cioè la sua e dunque contro il mercato e la democrazia era stato Silvio Berlusconi, con il figlio Pier Silvio e Mediaset a ruota, che hanno annunciato ricorsi e sfracelli contro il timido provvedimento che invece della cancellazione prevede solo la sospensione del Beauty Contest (le frequenze in regalo) per Mediaset e Rai.

Parallelamente il sostegno al governo tecnico o dei poteri forti da parte di un PDL arrivato secondo sondaggi molto verosimili al 22% ha bisogno ogni giorno di essere smentito e nel giorno in cui Bossi ha radunato i suoi al grido di “secessione, Monti infame e Berlusconi traditore”, Osvaldo Napoli, Fabrizio Cicchitto ed Ignazio La Russa hanno sentito la necessità di rincuorare l’ex alleato. E così come messaggio distensivo, in vista anche delle amministrative, hanno comunicato a beneficio di Bossi che aveva ribadito la sua fedeltà con il voto su Cosentino come “non è detto che Monti arrivi a fine legislatura…” anche se in serata hanno ridimensionato. A materializzare l’autentico stato d’animo dei berluscones nei confronti del Governo ci pensa Il Giornale che titola rispetto all’ipotesi ancora eventuale della fiducia sul decreto “Monti minaccia il Parlamento”.

In casa del PD, che ha ribadito per bocca di Bersani il suo sostegno al pacchetto delle liberalizzazioni, c’è intanto un gran fermento su primarie e Porcellum, per arrivare alla conclusione che le primarie per i collegi alle politiche sarebbero come un implicito freno a fare presto una nuova legge elettorale ed ovviamente in materia di legge elettorale non c’è l’accordo su niente, verosimilmente nemmeno sul punto dirimente che gli eletti non siano nominati dalla nomenclatura di partito.

A distanza di due mesi dall’insediamento di questo governo di difficile definizione che ha dimostrato di non essere proprio integralmente composto di “uomini di cui andare orgogliosi” come hanno confermato le dimissioni di Malinconico per fatti non propriamente edificanti e che non sta operando con il rigore auspicabile su banche, energia, autostrade, ferrovie e molto altro, si può comunque dire che ha praticamente cancellato i partiti, sia quelli costretti a sostenerlo che i coatti all’opposizione selvaggia.

In primis, come è buono e giusto, gli effetti più devastanti si sono riversati sui partiti che hanno le maggiori responsabilità del tonfo del paese, PDL e Lega ridotti a mostrarsi esattamente per quello che sono sempre stati. Ma anche per quella che è stata o si autodefiniva opposizione a Berlusconi paradossalmente le cose si sono fatte ancora più difficili: la strada tra un consenso critico e condizionato ad un governo di emergenza ed il contestuale ripristino di condizioni minime della democrazia rappresentativa come una legge elettorale non oscena è molto stretta. Inciuci, convenienze elettorali, tatticismi, cedimenti a interessi poco trasparenti non sono più tollerabili.

29 aprile 2013

Costruiamo l'alternativa al governo Berlusconi

Giorgio Cremaschi-www.micromega.net
13 marzo 2014

Quello che non c'è

Francesco Baicchi
30 aprile 2013

La coerenza

Francesco Baicchi