Il giorno del giudizio

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 12/11/2011
La giornata di sabato potrà segnare un nuovo inizio per il nostro Paese, o la fine di tutto. Berlusconi che sino a ieri sembrava rassegnato, ora propone nomi alternativi a quello di Monti. E sono nomi non credibili. Come il suo.

Sembrava che il cavaliere lo avesse capito che non solo gli italiani, ma tutta la popolazione del mondo non vuole più saperne di lui. Tanto che aveva cominciato a dire che il nome di Monti come suo successore gli andava bene. Come se il suo parere fosse importante, ormai! Ma lui considera solo e sempre la facciata ( oltre alla propria convenienza, ovvio) della serie: se non puoi batterli unisciti a loro, non importa anche se ti evitano e ti schifano, ma almeno non fai la figura di quello che sta da solo, dall’altra parte della barricata.

Intanto, già dimentichi di lui, Obama, la Merkel, Sarkozy ed altri capi di stato si erano già congratulati con Napolitano della scelta di Monti a presidente del consiglio: l’uomo è conosciuto all’estero, ha un curriculum di tutto rispetto, è affidabile, capace e fuori dai giochetti più sporchi della politica. E’ ancora una persona perbene, non contagiata dal morbo del potere e che potrebbe fare davvero quelle riforme che sono necessarie alla vita del paese e alla sua stabilità economica. Ed è importante che tutti ci credano, perché la caduta dell’Italia segnerebbe il crollo della moneta europea e anglo-americana, innescando un effetto domino spaventoso a livello planetario.

Ma questo pomeriggio, dopo una riunione turbolenta con i suoi, avvelenati e sbandati, il cavaliere ha cambiato idea e ha deciso che Monti non gli va più bene e che preferisce Alfano o Dini. Cioè due nomi ignoti all’estero, anche se purtroppo ben noti a noi, e che non godono dunque - per i motivi detti – di alcuna credibilità internazionale, anche perché non garantiscono, non foss’altro perché designati da Berlusconi, quella discontinuità, affidabilità e attendibilità che sono fondamentali per ottenere il credito dalle banche internazionali e risollevare la borsa.

Ma noi non possiamo credere che Berlusconi sia così fuori di testa da pensare davvero che qualcuno prenda sul serio lui e queste candidature, dunque perché fare questa proposta? Forse per continuare a tenere ancorati a sé parte dei suoi che minacciano di andarsene e per non perdere la Lega come alleato. E magari, con una parvenza di compattezza alle spalle, per contrattare con Napolitano dei posti e cercare di infilare qualcuno dei suoi picciotti nella lista del nuovo governo ( e anche lì ne vedremo delle belle, potete contarci!).

Ma ve lo immaginate come finirebbero le borse, se qualcuno fosse così scemo da dargli credito?? L’Italia perderebbe anche quel poco di credibilità che conserva e saremmo fra gli ultimi della terra. Sputtanati per sempre, marchiati come inetti, stupidi e corrotti, disprezzati anche più di lui. E’ una prospettiva terrorizzante, a cui non si può nemmeno pensare.

Tornare indietro, risprofondare nell’incertezza, nel tira e molla dei voti di fiducia, nel massacro delle istituzioni, nell’imbarazzo delle sue figuracce internazionali, nelle sue barzellette sporche e volgari, nell’incubo delle sue leggi ad personam: NO! Non possiamo più subire ancora tutto questo!

Lui col suo ego ipertrofico e imbarazzante e i suoi fatti personali che hanno paralizzato l’economia del paese, distrutto speranze e posti di lavoro e il futuro dei nostri figli.

Oggi la mia terra, la Sardegna è scesa in sciopero generale: erano in 300mila a Cagliari stamani e per una terra che ha 1milione e 200mila abitanti è una cifra enorme. Ma abbiamo anche il tasso di disoccupazione più alto d’Italia. Il governo di Berlusconi ci deve 10 miliardi e non ce li dà. La gente è alla disperazione: minatori, pastori e contadini sono prostrati e strozzati dai debiti: le donne stanno facendo lo sciopero della fame davanti al palazzo della Regione ormai da 5 giorni, contro Equitalia, che ha congelato i loro beni e i loro stipendi e non gli consente così di accedere ai prestiti delle banche. C’è chi ha perso tutto: oltre all’azienda agricola perfino la casa, l’automobile, ogni cosa. Negli ultimi 23 anni – molti dei quali sotto il governo Berlusconi e della destra - si sono registrate 602 morti, cioè 2 al mese, fra malattie da stress e suicidi nel mondo contadino della Sardegna. Non siamo al livello del numero di suicidi dei contadini dell’India, ma solo perché noi siamo infinitamente di meno. Quello che ha fatto il governo di quest’uomo alla mia terra è incredibile! Gli è servita solo per portarci le sue escort e ha massacrato La Maddalena, imponendo – con la promessa di un rimborso e di posti di lavoro – l’ ampliamento di alberghi e strutture d’accoglienza per il G8, che poi ha spostato a L’Aquila, lasciando la gente nei debiti e il posto pieno di inutili incompiute. In compenso i suoi amici della cricca si sono fatti d’oro!

Ma la Sardegna non è certamente l’unica regione di questo paese ad essere stata turlupinata da questo venditore di carrube: basta appunto pensare all’Aquila, o a Napoli, o a Lampedusa. Non c’è terra e non c’è una categoria di persone che non sia stata bidonata: dai pensionai agli studenti, dai precari in tutti i settori, ai ricercatori, agli insegnanti, impiegati, etc. etc. che oltre alle bugie e alle fregature hanno subito tagli pazzeschi ai già magri stipendi, con una finanziaria che ha colpito solo i deboli.

Come si fa oggi a non dire basta a tutto questo?? E dovrebbero capirlo anche DiPietro e Vendola, che non è il momento di fare distinguo e di fare gli schizzinosi: abbiamo fretta di allontanare questa gente rapidamente e mettere un muro di sicurezza fra noi e loro.

Ma si sa come è la sinistra: a lei si attaglia la definizione che gli Spagnoli dettero dei Sardi, che erano riusciti a sconfiggere perché : “ Pocos, locos y malunidos”, cioè pochi, pazzi e divisi. A noi è costato secoli di buio, una damnatio memoriae spaventosa che ancora adesso ci penalizza. Speriamo che la sinistra capisca in tempo che quella delle divisioni e dei bisticci è una strada senza ritorno e che è meglio fare in modo che i peggiori anni della nostra vita siano quelli appena trascorsi e non quelli che abbiamo davanti.

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