Il golpe annunciato

di Lino D’Antonio - Napoli - 22/09/2009
E’ urgente, urgentissimo sapere per quanto tempo ancora durerà l’ipnosi collettiva degli italiani, l’assuefazione al dominio di un uomo solo, l'abituarsi progressivo, inesorabile e muto alla mancanza di libertà

Di solito, quando nel nostro Paese si disserta intorno alla destra berlusconiana ed ex missina, così atipica rispetto a tutte le altre destre europee, si ricorre ad elucubrazioni raffinate. Come se ci si trovasse in presenza di tanti, novelli Mazarino e Richelieu, capaci essi solo di elaborare strategie politiche, tali da passare in modo imperituro alla storia. Ed in grado di spuntare tutte le armi delle Opposizioni. Tanto da scoraggiarne per intero l’azione e l’incisività politica.

Ma per sgombrare il campo da ogni equivoco, è bene ricordare che la destra nostrana ruota intorno ad un solo “astro”. Il “partito del Presidente”, connotato  sugli interessi e sulle finalità di Berlusconi, con una miriade di fedeli camerlenghi d’intorno, è quanto di più pericoloso possa esistere per la democrazia. Cosa che gran parte di noi credeva saldissima in Italia e che invece, proprio sotto i colpi impietosi del “berlusconismo – leghismo”, mostra adesso crepe preoccupanti.

Non a caso la stampa di tutto il mondo, importanti organismi internazionali, quali l’ONU, l’OSCE di Vienna, il Parlamento europeo, sono in allarme per il “partito azienda” e verso la sua escalation antidemocratica. Riuscendo a vedere essi quello che molti in Italia non vogliono o non riescono a vedere. Soprattutto “la cecità” è riscontrabile tra i cosiddetti liberali. Ovvero coloro che fanno di continuo le pulci a tutte le forze di opposizione e sembrano giustificare l’operato non edificante della maggioranza. Spesso arrampicandosi sugli specchi ed assumendosi una responsabilità etica e morale non da poco.

Dunque, a ben ponderare, non c’è bisogno di fare voli pindarici di fantasia e di interpretazione,  per scorgere la destra, che al momento ci governa, nella giusta luce. Ogni sforzo di quest’ultima va nel senso di accreditate e raffigurare come normale, l’anormalità di tutto ciò che Berlusconi rappresenta, in un continuo ribaltamento della realtà. C’è dell’ovvio, dello scontato, quasi “del candore” nell’operato politico del Presidente del Consiglio e padrone del PdL e dei suoi sodali. Con una costante ormai marchiana, che sembra sfuggire ai più sagaci osservatori e commentatori di casa nostra. Berlusconi è solito infatti, addossare alle Opposizioni, quanto provvede a realizzare lui stesso, in combutta con i suoi.

Di esempi, a riguardo, se ne possono fare a iosa. Istintivamente mi viene da pensare alle elezioni politiche dell’aprile 2006.

Tutte le previsioni erano a favore di una corposa vittoria del centro-sinistra di Romano Prodi. Alla fine, questo schieramento prevalse solo per una mangiata di voti e l’esecutivo, che ne scaturì, iniziava la sua difficile sopravvivenza.

Sull’andamento dello spoglio delle schede elettorali della suddetta tornata, sotto l’egida dell’allora ministro di destra degli Interni, Giuseppe Pisanu (P2), ci furono non poche polemiche e perplessità, di fronte alle evidenti manchevolezze ed indugi. Con la macchina organizzativa immotivatamente ferma o in affanno e con lo stesso ministro degli Interni, il quale, fuori da ogni regola conosciuta, faceva la spola continua tra il Viminale e la residenza privata del Capo del Governo Berlusconi (P2).

Di come si sia snodata la storia del governo Prodi, è cosa triste e nota. Di come Berlusconi, per i due anni della durata del suddetto esecutivo, abbia gridato ai brogli elettorali, perpetrati dalla sinistra, è altrettanto noto, nonostante il riconteggio bipartisan delle schede.

Sullo sfondo di quella notte elettorale, rimangono inquietanti interrogativi, che forse non avranno mai il conforto della verità. Verità che è sembrata far paura anche a sinistra. Eppure la “P2”, la concretizzazione del suo progetto nell’oggi, dovrebbero far balzare in avanti le coscienze. Non farle arretrare.

Adesso, pur in presenza di una cospicua maggioranza parlamentare, con un consenso nel Paese appena appena ridimensionato dagli scandali del premier e con la solita opposizione divisa ed in attesa di darsi identità ed organizzazione credibili, la destra potrebbe governare in tutta tranquillità. Vero è che divisioni e lacerazioni agitano, come non mai, il PdL. Ma anch’esse rientreranno all’insegna dell’omologazione in atto e di un gioco delle parti, dove la maggioranza fagocita anche il ruolo, che è proprio delle minoranze.

Anziché smussare le polemiche e pensare al bene supremo dell’Italia, la destra, per bocca di un suo autorevole esponente, il ministro Brunetta, attizza ulteriori polemiche e grida al pericolo di golpe, ordito dalla cattiva sinistra, dalle elite culturali italiane, da potentati economici e dal gruppo editoriale “La Repubblica – L’Espresso”.

E così ci risiamo! Il gioco è stolto ed ormai manifesto. Nella sostanza, che sta invece tramando Berlusconi, per ridurre ancor di più i nostri spazi di libertà? Per poi dichiarare al mondo intero di essere stato costretto ad agire, per inibire forze eversive proprio in nome ed a difesa della democrazia.

Quali leggi liberticide vedranno la luce per la piena realizzazione del “Piano di rinascita nazionale”?

Quello che sembra di impossibile e difficile attuazione nella democratica e civile Europa, non distoglie e disarciona i berluscones d’assalto. E quello che è illogico e fuori storia, diventa logico e percorribile nel grande show governativo a mezzo televisioni unificate.

Ma, a questo punto, il vero problema drammatico, di fronte ad un’ipotesi sciagurata e non peregrina di ulteriore ridimensionamento di democrazia, fino ad una sorta di soluzione finale per il nostro Paese (accostarsi senza distrarsi, per poi crederci), sono gli Italiani e che cosa siano diventati nel frattempo.

E’ urgente, urgentissimo sapere per quanto tempo ancora durerà per essi l’ipnosi collettiva, l’assuefazione al dominio di un uomo solo, l'abituarsi progressivo, inesorabile e muto alla mancanza di libertà.

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