Il governo dell'aristocrazia

di Carmine Cocorocchio - 12/11/2012
Le misure adottate dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti, hanno innescato una politica economica recessiva, cui non c’è luce. Le misure di questi governi sono composte da tasse indirette, inique, perché colpiscono i pensionati e lavoratori dipendenti

I suicidi degli operai lasciati senza lavoro non fanno più notizia. La stampa li banalizza dando spazio e risalto agli intrighi di palazzo.

Il governo Monti compie un anno. Il “commissario liquidatore”, nominato capo del governo, un giorno si e l’atro pure, afferma di avere consenso maggiore dei partiti che appoggiano la sua maggioranza. Il liquidatore voluto dalla Bce, nominato dal capo dello Stato, presidente del consiglio, non ha nessunissima intenzione di misurare il suo consenso candidandosi alle elezioni. No!

I  moderati lo invocano come loro leader, ma egli si sottrae all’abbraccio perché ha consapevolezza che quei partiti non hanno consenso. Una sua candidatura sarebbe l’auspicabile uscita dalla ipocrisia del “facciamo tutto insieme”, che ha rincorso i liberisti che hanno predicato: più mercato e meno Stato.

La rincorsa al potere ha ridotto la sinistra a forza caricaturale. Le ideologie cancellate, hanno lasciato spazio a chi predica la superamento della differenza ideologica, storica, fra destra e sinistra. La politica ridotta ad amministrazione condominiale il cui reggente viene scelto con le primarie.

Gli operai buttati sul lastrico, ridotti al silenzio. Privi degli strumenti di rappresentanza, vivono in solitudine il loro patimento. Salgono sui tetti per cercare visibilità. Il loro suicidio, banalizzato dalla corporazione che gestisce il potere.

La ipocrisia di questo privilegiato navigato politicante, già commissario europeo, passa sotto silenzio di una informazione ossequiosa. Questo rappresentante dell’aristocratica corporazione,  da sempre al potere, manifesta simpatia per l’antipolitica. Sottolinea la sua distanza per la politica e dei partiti. Tace di aver ricoperto per anni ruoli di responsabilità negli organismi economici e istituzionali  italiani ed europei, in nome e per conto dei partiti. Abbiamo al governo un politicante che ha confidenza da sempre con il potere. Il governo che presiede fa politica, affronta senza averne il consenso, i temi politici, economici e sociali.

Nel mirino del commissario liquidatore vi è lo Stato sociale. La macelleria sociale del commissario liquidatore: cancellare le conquiste ottenute con lotte durissime dal movimento operaio. Il commissario dice di liquidare quelle conquiste in nome e per conto di organismi finanziari europei. Nulla sulla delinquenza bancaria che ha determinato la crisi. Nulla sulla corporazione che ha in ostaggio il paese. Il mentitore  commissario liquidatore presidente del consiglio, impone ai lavoratori italiani di mettersi in concorrenza con i salari della Serbia.

Al commissario aristocratico liquidatore da sempre al potere, è designato in quanto tecnico,  non politico, non eletto dal popolo, non deve rispondere ai cittadini delle sue scelte. Ribadisce ogni giorno quanto sia alto il suo credito rispetto ai partiti non partiti, che siedono nel luogo della democrazia. Nessuno parla di dittatura.

Gli editoriali parlano di: “aristocrazia democratica”. Al massimo si spingono a parlare di: “dittatura democratica”.  Cosa c’è di democratico nell’esercizio del potere italico, non è dato saperlo. L’aristocratico dittatore al potere, frequenta assiduamente i media. I ministri del “dittatore democratico” affollano le reti Tv in cerca di  audience. In quelle reti marcano la differenza dei comportamenti rispetto a quelli che lo hanno preceduto. Si affrettano a spiegare che le misure assunte sono attuazione delle decisioni della Bce sottoscritte dal governo che li ha proceduto sottolineandone la continuità politica.

Canfora smentisce questi strateghi dell’arretratezza del paese, con argomenti incontrovertibili in: “è l’Europa che ce lo dice”, falso!  I ministri del governo dell’aristocrazia corporativa, dice che: il lavoro non è un diritto. La democrazia rappresentativa beffata dall’élite non elettiva dell’aristocrazie del potere. La ricerca della fiducia nei rappresentanti attraverso le Tv certificate dai sondaggi che dicono che il parlamento dei nominati della legge “porcata” non ha alcuna legittimità democratica, logorata da vent'anni di manipolazione televisiva.

La democrazia caricaturale di partiti non partiti ridotti a oligarchie di magnaccia. L’editoriale di Scalfari, su “Repubblica” se la prende contro chi propone di smantellare la cosiddetta agenda Monti: Vendola, Fassina, Camusso. Ricorda che l'agenda Monti coincide perlomeno al novanta per cento con gli impegni che l'Italia ha contratto con l'Europa e in alcuni casi sono entrati a far parte della nostra Costituzione e che smantellarli significherebbe uscire dall'euro e quindi dall'Europa. È difficile trovare tante balle messe insieme in un editoriale. La politica italiana è segnata per il 90% dagli impegni assunti con la Bce? La lettera della Bce firmata da Draghi e Trichet, impegna l’Italia ad adottare misure di crescita economica.

Le misure adottate dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti, hanno innescato una politica economica recessiva, cui non c’è luce. Le misure di questi governi sono composte da tasse indirette, inique, perché colpiscono i pensionati e lavoratori dipendenti. Questi soggetti sono quelli che subiscono la più alta pressione fiscale al mondo. Questi soggetti pagheranno la spirale dei prezzi innescata dalle tasse indirette del governo dell’aristocratico commissario liquidatore.

La recessione è figlia della iniqua ridistribuzione del reddito per le decisioni del governo dell’aristocratica corporazione, brutale dittatura! 

 

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