Il monologo del dinosauro che riparte da FI

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 13/12/2012
“Io mi candido ma potrei anche non candidarmi” è l’annuncio che ci regala il dinosauro uscito dal cilindro nel suo monologo spacciato per intervista alla presentazione dell’ultimo prodotto di Bruno Vespa

 

La condizione impossibile e ridicola è che Monti, con la cenere sul capo, si presti a diventare il candidato-coordinatore di una coalizione di sedicenti moderati il cui perno of course dovrebbe essere il PDL, alias FI, e che abbia un perimetro tale da includere Montezemolo e la Lega.

E poi aggiunge “ma non credo che Monti voglia diventare uomo di parte o di partito… d’altronde io glielo avevo proposto tempo fa e lui aveva detto di no, ma potrebbe avere cambiato idea”.

Et voilà ancora una volta la disponibilità da barzellettiere e l’avanti indietro dettato dai calcoli del giorno per giorno, in primo luogo secondo il suo calendario processuale, la consistenza della prospettiva di tenere Ruby parcheggiata il più possibile in Messico e la procura di Milano sotto la pressione intollerabile denunciata dal procuratore Bruti Liberati …

Ma il monologo con Vespa spettatore condiscendente include anche la sorpresa Dell’Utri con la carta del “rigore” nelle candidature che dovrebbe prevedere una percentuale decisamente agghiacciante per gli interessati di riconferme, attorno al 10%.

C’è chi a torto o ragione è stato aggredito alla magistratura, con accuse infondate ma non possiamo candidarli! Dell’Utri è “un bibliofilo, è una persona di straordinaria cultura, è cofondatore di FI e poi il fondatore dei circoli della libertà ma non possiamo candidarlo”.

Naturalmente l’interessato ha già detto che intende ricandidarsi e che lui e Berlusconi dovranno “chiarirsi”.

Qualcosa di molto più consistente delle minacce di un tempo dell’avvocato “d’affari” Cesare Previti che con un eccesso di ottimismo aveva previsto “simul stabunt simul cadent”.

Infine un tributo al povero Angelino Alfano che Dell’Utri aveva strapazzato in modo spaventoso scandendo da perfetto bibliofilo e cultore del bello che “non ha le palle” in quanto colpevole di non incoraggiare la sua candidatura.

Ci voleva un pseudo risarcimento che suona come ulteriore presa in giro per un “segretario” in perenne predicato di diventare premier, preso a pesci in faccia persino da Nicole Minetti, già definito “il miglior fico del bigoncio” dopo averlo trastullato con la bufala tragicomica delle primarie impossibili.

Quanto all’Europa poche ponderate parole per liquidare le preoccupazioni e lo sconcerto per la sua sesta ridiscesa in campo: “manifesta una malizia assoluta” perché lui era e resta “un europeista convinto” critico solo con i burocrati europei che non tengono conto della volontà dei cittadini e del disagio sociale montante.

Mentre lo spread di cui fino a ieri se se fregava, nel monologo concesso per ora a Bruno Vespa e che sarà reiterato di qui al voto a reti semi-unificate, viene definito, da un Berlusconi che dice e disdice senza più curarsi nemmeno di una credibilità di facciata, “lo strumento di un vero complotto contro di me” naturalmente per fare scattare la trappola delle sue dimissioni di un anno fa.

Davanti ad una tale esibizione possono fare un certo effetto persino le primarie di San Silvestro annunciate di gran carriera da PD e Sel per il 29 e 30 dicembre per “ovviare al Porcellum (che nessuno ha voluto mai veramente archiviare) a cui potranno partecipare solo gli iscritti e i votanti alle precedenti primarie di coalizione.

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