Il PD e la disfatta, fuga dalla realtà

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 30/03/2010
Le uniche parole di verità e di dignità le ha pronunciate Emma Bonino quando a tarda notte ha parlato ai suoi elettori per riconoscere la vittoria della sua rivale Renata Polverini che ha conquistato la regione con uno scarto di due punti

Quello che emerge senza ombra di dubbio, lo si è dovuto sentire chiaro e tondo da Antonio Di Pietro, “è la vittoria del centrodestra e il rafforzamento del bipolarismo”. Con una postilla non piccola e che cioè che “ognuno dei due partiti maggiori deve vedersela con un’ ala movimentista che è un valore aggiunto solo se c’è rispetto e riconoscimento di dignità nei loro confronti”.

La Lega travolge il nord, Di Pietro ottiene il risultato ottimo e per niente scontato di consolidare l’exploit delle europee, le liste di Beppe Grillo portano a casa il 7% in Emilia Romagna e raggiungono il 4% in Piemonte dove Cota vince solo per lo 0,4% e anche solo una manciata dei 90.000 voti dei grillino avrebbero potuto fare la differenza per la Bresso.

Se al risultato di Di Pietro e delle liste di Grillo si somma solo una parte del dato senza precedenti dell’astensione, 7% nazionale con punte del 12% nel Lazio e del 10,5% in Emilia, e si mettono in rapporto con l’arretramento del PD si capisce molto bene che aria tiri presso l’elettorato di sinistra e antiberlusconiano. Ma come sempre è D’Alema che aiuta a capire ancora meglio, infatti commenta incredulo e disgustato “Grillo arriva al 7% in Emilia, che paese è?”, ma forse avrebbe fatto meglio a domandarsi dove è andato a finire l’11% in meno per Errani.

D’altronde solo a pochi giorni del voto a chi gli chiedeva se in Puglia la gestione delinquenziale della sanità e l’arresto di Frisullo potevano riflettersi in qualche modo sul voto rispondeva secco che alla gente degli scandali non importa un fico secco. E ancora a chi osava domandargli se era politicamente opportuno far sedere in prima fila Frisullo nelle manifestazioni a sostegno del povero Boccia alle primarie, l’archimede di Gallipoli, infilibito, sibilava che era una domanda incivile e forcaiola e che l’ex-presidente pugliese era (al tempo) un cittadino libero di andare dove gli pareva e solo persone incivili potevano invocare nei suoi confronti la morte civile.

Ma è il Sud, con l’eccezione della Puglia una vittoria personale di Niki Vendola nonostante e contro la nomenclatura del partito, che segna un disastro politico, morale, strategico del centrosinistra e del PD in particolare.

La scelta di candidati come Loiero e De Luca in nome del pragmatismo e della disinvoltura che non si è arrestata nemmeno davanti al rinvio a giudizio o alle inchieste in cui sono stati coinvolti, con la giustificazione che bisognava strappare queste regioni alla criminalità organizzata, si è risolta con due sconfitte rovinose. Il PD oltre ad avere persuaso Di Pietro a sostenere incautamente De Luca in Campania si è contemporaneamente ben guardato in Calabria dall’allearsi con l’IDV e i radicali per appoggiare Callipo, l’unico candidato con le liste pulite che ha raccolto in solitudine quasi il 10%. Il PDL ha stravinto, la legalità e la trasparenza sono state allegramente messe sotto i piede, le cosche, verosimilmente, festeggeranno.

Le uniche parole di verità e di dignità le ha pronunciate Emma Bonino quando a tarda notte ha parlato ai suoi elettori per riconoscere la vittoria della sua rivale Renata Polverini che ha conquistato la regione con uno scarto di due punti.

La candidata radicale, che ha almeno consentito alla sinistra nel Lazio una campagna elettorale dignitosa e aperta fino all’ultimo, ha detto quello che nessun rappresentante del PD ha nemmeno lasciato vagamente intendere, per timore di essere additato come un pericoloso agitatore inadatto a sedere al tavolo delle riforme dell’invincibile Silvio.

Ha rivendicato la sua battaglia per la difesa della legalità e dello stato di diritto e i principi che l’hanno ispirata nell’indegna gazzarra delle liste fai da te e ha sottolineato che “non va sottovalutata nella determinazione dell’esito elettorale l’occupazione di tutti gli spazi informativi da parte del presidente del Consiglio, una situazione inconcepibile in qualsiasi paese democratico”. Non osiamo prevedere le reazioni di D’Alema che incrementeranno ulteriormente i consensi per il suo partito!

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