Il pm Ingroia va in Guatemala: "Qualcuno stapperà lo champagne"

di Carlo Lania - Il Manifesto - 21/07/2012
Il pubblico ministero della Procura di Palermo al centro delle polemiche per le sue indagini antimafia ha accettato di guidare un pool investigativo dell'Onu. "Non è una fuga, ma sono amareggiato".
Via da Palermo e dai veleni. Antonio Ingroia lascia la procura dove da anni conduce le inchieste di mafia più scottanti per accettare l'offerta delle Nazioni unite di guidare l'unità di investigazioni e analisi criminale in Guatemala. Un incarico a tempo determinato, che durerà solo un anno. Ieri il ministro della Giustizia Paola Severino ha firmato il suo collocamento fuori ruolo e la prossima settimana dovrebbe arrivare anche il via libera da parte del Consiglio superiore della magistratura. Ancora poche settimane e poi Ingroia potrà partire, lasciandosi alle spalle le polemiche di questi mesi. «Si tratta di una decisione maturata da mesi e non certo negli ultimi giorni», spiega il magistrato. «Una decisione nata dalla volontà di voltare pagina professionale, però in linea di continuità con quello che ho fatto in questi anni. Mi sono occupato sempre di mafia in tutti i suoi aspetti e risvolti. La mafia è diventata transnazionale, credo che sia il momento anche di dare un contenuto transnazionale e internazionale all'antimafia esportando il modello del contrasto giudiziario alla mafia italiana. Certo, cade in un momento complicato perché al centro di tante scelte delicate ed è per questa ragione che è mia intenzione cercare di tenere conto dei tempi. Non credo di partire prima di settembre, quando tutto quello che devo ancora fare sarà fatto»

Lei ha detto di sentirsi un bersaglio.

Direi che è sotto gli occhi di tutti. Ogni mio pubblico intervento, ogni mia iniziativa giudiziaria è sistematicamente denigrata, criticata, accusata, accolta con fastidio e insofferenza. Spesso mi sono attribuite finalità e funzioni improprie. E allora proviamo a sgomberare il campo e togliamo di mezzo il dottor Ingroia, così si valutano le indagini per il loro contenuto e non per il pm che le porta avanti. Tanto so che ci sono pm magari meno noti che proseguiranno le stesse attività senza attirarsi queste facili polemiche.

Qualcuno potrebbe leggere questa sua scelta come una fuga.
Capisco che nessuna cattiveria mi è stata risparmiata in questi anni e non mi sarà risparmiata neanche questa. So che così non è, so che continuerò fino in fondo a completare almeno le indagini più importanti che ho nella mani in questo momento. Ritengo di poter svolgere il mio contributo anche fuori dall'Italia nel presupposto che ovviamente non si tratta di un addio ma di un arrivederci.

Come è stata accolta la notizia in procura dai suoi colleghi?

Li avevo preparati, sapevano già da un pezzo che questa proposta mi stimolava. Certo non sono state stappate le bottiglie di champagne, quelle sono state stappate in qualche altro palazzo. Non nascondo che nelle componenti personali e soggettive un po' di amarezza c'è. Non c'entra naturalmente la fuga o la paura, figuriamoci se mi fanno impressione le polemiche. Però diciamo che l'amarezza accumulata in questi anni, e d'altra parte il fatto invece che lontano dall'Italia il nostro modello e il nostro sistema di fare magistratura viene apprezzato, credo che siano stati anche questi, non lo nascondo, degli ingredienti che hanno contribuito alla decisione.

A suo tempo anche a Borsellino proposero di lasciare Palermo per Roma.

Proposero di andare a Roma e lui giustamente rifiutò. Però è anche vero che in una certa fase Borsellino decise di andare a Marsala quando era ancora nel pool antimafia e lui ritenne di poter proseguire la sua azione e di poter tornare, come poi fece. Andò a Marsala, fece delle belle indagini antimafia anche lì, dove io lo incontrai come sostituto, e poi tornò a Palermo come procuratore aggiunto. Certo il Guatemala è molto più lontano di Marsala.
Casini ha detto che se dovesse essere giudicato da lei si preoccuperebbe di più.
Quindi Casini sarà uno di quelli che stapperanno bottiglie di champagne, se è contento lui... Che vuole che le risponda? Casini ha detto anche che le nostre iniziative giudiziarie sono schegge della magistratura. Parla senza sapere di cosa sta parlando.

Un'ultima cosa, destinata probabilmente a suscitare nuove polemiche: Massimo Ciancimino ha detto di voler ascoltare le registrazioni delle telefonate tra Napolitano e Mancino.
In questo momento non ci i presupposti perché non sono tra le intercettazioni depositate a disposizione delle parti.
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