Il presidente istigatore

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 28/09/2011
Dopo il presidente “utilizzatore finale” e “corruttore di testimoni” eccoci al presidente "istigatore del suo più alacre procacciatore di escort"!

Dopo una decina di giorni di martellamento sul “trappolone” dei magistrati napoletani perpetrato per incriminare “proditoriamente” il presidente del Consiglio e sulla competenza “abusiva” di Napoli ai danni di Roma, la pronuncia del giudice del riesame ha dissipato presunti dubbi e polveroni strumentali, ipotizzando quello che era altamente prevedibile e rimandando le carte a Bari, da dove era partita le inchiesta su escort, faccendieri ed “utilizzatore finale”.

Da oggi la battuta fulminante che allora poteva apparire corrosiva di Daniele Luttazzi, il primo di una interminabile serie di proscritti dalla Tv italiana senza ulteriori qualificazioni, quella del codice penale considerato dal nostro premier alla stregua di “un catalogo di opzioni” è ancora più veritiera e puntuale e purtroppo sempre meno pungente.

Infatti dopo il presidente “utilizzatore finale” come l’ha definito il suo difensore di massima fiducia e non un demonizzatore qualsiasi; dopo il presidente “corruttore di testimoni” come si evince testualmente dalla sentenza della Cassazione con cui si è concluso definitivamente il processo a carico del corrotto e prescritto David Mills; dopo il presidente che invita accoratamente e pressantemente l’iperattivo Lavitola, latitante, a rimanere dove è, ecco il nostro presidente come istigatore del suo più alacre procacciatore di escort, al fine di dissuaderlo dal raccontare la banalissima verità che le “fidanzate” erano prostitute ben “foraggiate”, da lui personalmente .

E “l’istigazione a rilasciare dichiarazioni mendaci” all’autorità giudiziaria “con violenza o minaccia o con offerta o promessa di denaro o altra utilità” è un reato sanzionato dal codice penale all’art. 377 bis con la reclusione da due a sei anni e cioè con una sanzione non propriamente da reato bagattellare.

Certo, per uno con il curriculum giudiziario del nostro premier, pur da eternamente prescritto grazie alla martellante produzione della legislazione personalizzata, può sembrare in fondo roba di relativamente poco conto la repentina trasformazione da vittima di estorsione a spregiudicato compratore di silenzi e bugie.

Intanto però, quello che sarebbe stato il grande estortore Giampi Tarantini, non è più in carcere; ed il super faccendiere mediatore Lavitola, già accolto al seguito presidenziale a Panama ed in qualità di superambasciatore anche in Brasile, tuttora latitante in ottemperanza alle dritte del premier, non potrà ragionevolmente rimanere tale all’infinito e potrebbe presto cominciare a raccontare qualcosa.

A scaricare last minute un Berlusconi in rovinoso precipizio si è aggiunta da ultima anche la Cei con un giudizio senza precedenti, penosamente attribuito dalle parti della maggioranza a destinatari non precisamente individuati, e confermato il giorno dopo con parole ancora più dure dal cardinal Bagnasco.

Poi a conferma della insostenibilità di questo stato di decomposizione c’è l’insofferenza della base leghista che si sta trasformando in rabbia incontenibile dopo l’annunciato no della Lega alla sfiducia per Saverio Romano accusato per mafia e rinviato a giudizio per un reato dal quale un ministro, in un paese civile, non dovrebbe nemmeno essere sfiorato.

L’utilizzatore-istigatore, costretto a recuperare anche l’odiatissimo ministro dell’ economia dopo due ore di faticosissimo “dialogo” non potrà, nonostante tutte le giravolte e le più bieche manovre, reggere ancora a lungo.

Liberarsi di lui è la madre di tutte le priorità, ma non basta. Non dimentichiamoci, ad esempio, che la maggioranza berlusconiana per imporre il bavaglio alle intercettazioni e mettere all’angolo l’opposizione, riparte proprio dal disegno di legge targato Mastella.

 

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