Il ruggito del topo

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 05/09/2009
Quando la speranza diventa una abitudine

A osservare bene quello che sta accadendo in questi giorni, si viene presi da un senso di irrealtà: ormai siamo così abituati a vivere nel fango della menzogna, della calunnia e della volgarità, che in qualche modo siamo incapaci di renderci conto dell’assurdità della situazione: milioni di persone, una intera nazione tenuta in scacco da un pugno di personaggi che fuori da questo pollaio nazionale vengono considerati col massimo disprezzo. Per gran parte degli italiani questa è diventata la normalità, ma basta leggere un qualsiasi giornale straniero, da El Pais a Le Monde, da Le Figaro al Times e al New York Times - e stiamo parlando di giornali prudenti quando non conservatori - per ritrovare il crudo senso della realtà, della vera normalità, e con esso non solo pesanti critiche sulla politica in Italia, ma anche altrettanto pesanti apprezzamenti personali su Berlusconi.

Il Times per esempio scrive “L’aspetto più disgustoso del comportamento di Berlusconi non è il fatto che sia un buffone sciovinista. Non è nemmeno il fatto che lui frequenti donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori come modelle, assistenti personali o addirittura, incredibilmente, come candidate per il Parlamento europeo. Ma la cosa più scioccante è il modo in cui lui tratta l’opinione pubblica italiana.”

E’ vero, il cavaliere tratta gli italiani da cretini, e gli oppositori li chiama “coglioni” ( vi ricordate?), insomma in un modo o in un altro per lui siamo tutti dei fessi, dei polli che si sono fatti infinocchiare e che si possono continuare a turlupinare all’infinito, perché gli uni sono dei boccaloni che credono ad ogni panzana e agli altri basta chiudere la bocca, coprendoli di insulti e di fango. E’ per questo che è stato chiamato Feltri a dirigere Il Giornale, il quotidiano dei Berlusconi.

Un presidente del consiglio che è la beffa del mondo, un direttore di giornale che ha collezionato denunce a non finire perché abituato non solo a mentire, ma proprio ad inventarsi le cose, selezionandole fra le più offensive e lesive della dignità e della onorabilità altrui. Parole di cui ignora e ha sempre ignorato il significato.

Eppure nessuno chiede le dimissioni del primo, nessuno espelle dall’Ordine dei giornalisti il secondo - cose inconcepibili in un paese che non sia questo! - e anzi si lascia che facciano il bello e il cattivo tempo, che decidano cosa è permesso dire e cosa si deve tacere. Berlusconi, in un delirio di onnipotenza, ha provato a intimidire anche la Commissione europea, con minacce ridicole e megalomani di “raddrizzare” i commissari che parlano troppo, ma lì gli è andata male e le ha buscate, imparando così che non tutti sono pavidi, stupidi e servi come noi.

Nelle pagine dei giornali stranieri il cavaliere viene chiamato buffone, clown, corrotto, cialtrone, mafioso... non si era mai visto che un premier venisse trattato così dalla stampa degli altri paesi! Mai! Nemmeno Bush era stato svilito e disprezzato a tal punto. Ma vi sembra una cosa normale? Vi sembra che potrebbero trattare così Zapatero o la Merkel o Sarkozy? Ma non gli verrebbe neanche in mente! Non si permetterebbero mai di farlo! Potrebbero esprimere delle critiche anche dure alla loro politica, ma non li attaccherebbero mai così pesantemente anche a livello personale. E allora perché si permettono di trattare in questo modo il primo ministro di un paese che fa parte della loro stessa comunità? Perché è il suo stesso inqualificabile comportamento che ha dato loro il permesso di farlo. Per arrivare a questo punto, infatti, vuol dire che il loro disprezzo ha superato ormai il livello di guardia del formale rispetto e perfino della più elementare buona educazione. Peggio: è un chiaro segno che ormai il loro disprezzo, la loro riprovazione, include anche noi, l’intera nazione. E questa è la differenza fondamentale fra noi e l’America di Bush. The Worst è stato contestato, dileggiato e si sono dette su di lui cose molto pesanti, eppure nessuno è arrivato a disprezzare gli americani e a mancar loro di rispetto. Forse anche perché il Partito Democratico lì non era certo né ossequioso, né latitante, ma anzi è sempre stato capace di offrire soluzioni politiche alternative e di costruire un programma di opposizione credibile, che infatti ha consentito loro di vincere poi le elezioni presidenziali. In quella situazione, dunque, nessuno poteva pensare che tutti gli americani fossero dalla parte di Bush, ma qui? Qui c’è un grosso dubbio. E non stiamo parlando di sondaggi inventati sulla popolarità del cavaliere, stiamo parlando di una opposizione inetta, incerta e poco credibile, dato che gli ha consentito di farsi i comodi suoi, senza nemmeno tentare di fare – quando era al governo – una legge su un conflitto di interessi grande come l’intero paese. Quindi è legittimo, per un osservatore esterno, pensare che il cavaliere vada bene a tutti proprio così com’è e dunque è altrettanto legittimo accomunarci nella riprovazione.

A un popolo di gente normale e con un minimo di dignità resterebbero a questo punto due sole strade: o difendere il proprio premier, anche a torto, o chiedere le sue dimissioni. Ma evidentemente gli italiani non sono un popolo di gente normale e quanto alla dignità si meritano anch’essi la parte di disprezzo che gli spetta, infatti non ci pensano proprio a ribellarsi, preferiscono rimanere immobili, a prendersi i calci dell’uno e degli altri, ottusamente ignavi e con la testa ben piantata dentro la sabbia.

A parte infatti qualche innocua protesta, qualche raccolta di firme e qualche manifestazione che non riesce mai ad essere corale e unitaria, tutto tace. Il grosso della gente resta a casa a guardare la TV e a dire stolidamente, fatalisticamente, amaramente “Tanto sono tutti uguali!Sono tutti d’accordo!”.

E a molti ormai scendere in piazza a protestare contro i pesanti attentati alla libertà di stampa, contro il lodo Alfano, contro minacce, soprusi e menzogne, sembra solo il ruggito di un topo. Un mero esercizio di virtù etiche, un vorrei-ma-non posso, che dimostra come ormai la speranza sia diventata solo un’abitudine. “Tanto non cambia niente. Tanto non si può fare niente” è un ritornello intollerabile che è entrato come una musica ossessiva nelle nostre teste.

Ci hanno fatto diventare galline che non sanno volare, topi che squittiscono facendo finta di ruggire, ma noi possiamo tornare ad essere aquile e leoni. Noi possiamo volare in alto e combattere, dobbiamo solo credere in noi stessi e nel buon diritto che ci muove. Noi dobbiamo aver voglia di conservare per i nostri figli una scuola pubblica che faccia crescere le loro coscienze oltre che le loro cognizioni, una sanità attenta ai bisogni dei malati; noi dobbiamo volere la certezza di una giustizia che non faccia eccezioni e sconti per i potenti, una informazione libera ed equa; noi dobbiamo rimparare ad amare questo paese e ad aver voglia di difenderlo, noi dobbiamo smettere di vergognarcene, noi dobbiamo aver voglia di liberarlo dalla corruzione e dalla violenza, noi dobbiamo rimparare a rispettare le regole, noi dobbiamo tirar fuori dalle nostre coscienze appannate e tristi, il fuoco di quei valori morali ed etici che sono stati sempre la nostra guida.

Questo è il momento di avere la forza, la volontà e la determinazione di fare gesti eclatanti: di chiedere con fermezza le dimissioni di un governante che non solo non è all’altezza del ruolo che ricopre, ma che sta corrompendo il paese e distruggendo la sua credibilità agli occhi delle altre nazioni. Noi dobbiamo chiedere senza ulteriori indugi ai nostri rappresentanti in parlamento di fare una scelta netta: o stare con noi o stare con lui. Basta con farfugliamenti, con bisticci interni, con ammiccamenti e irrisolutezze: che si schierino una volta per tutte e che combattano finalmente. Che si mostrino per quello che sono: galline o aquile, topi o leoni.

E noi intanto diamo loro il buon esempio: scendiamo in piazza e gridiamolo forte il nostro dissenso e la nostra rabbia, ma anche la nostra voglia di cambiare e di ricominciare a vivere e a credere in noi stessi. Cambiare si puo’ e si deve, basta volerlo. Dipende solo da noi.


Barbara Fois

Qualche lettura edificante
http://italianspot.wordpress.com/2009/06/02/the-times-berlusconi-un-buffone-sciovinista-e-bugiardo/
http://www.elpais.com/articulo/internacional/Berlusconi/aspira/poder/absoluto/elpepuint/20090904elpepuint_10/Tes

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