ATTENZIONE: Ci scusiamo con i lettori, ma questa notizia non è veritiera. Infatti il DL n.733, noto come "Pacchetti sicurezza" è stato approvato al senato nell'estate scorsa, ma l'emendamento D'Alia è nato e morto in commissione non è mai arrivato in aula.
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Il 7 gennaio il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto
sicurezza (D.d.L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero
D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: Repressione di attività di
apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet.
Questa settimana il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e
ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della
"Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque
cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad
una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il
blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi,
anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione
dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto
l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di
connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di
filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta
dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo
comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a
euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni
per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena
ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di
ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge
verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi
per la Casta! In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per
bloccare in Italia Facebook, Youtube e tutti i blog che al momento rappresentano
in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo
che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una media company ha citato YouTube
per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome di questa media
company, guarda caso, è Mediaset.
Quindi il Governo interviene per
l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta
un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e
d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una
commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60
giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia,
questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto
del Governo di normalizzare con leggi di repressione internet e tutto il sistema
di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a
dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata
con buoni spesa!
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad
internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa
alla Cina e alla Birmania.
Gli unici media che hanno fatto
rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista
specializzata Punto Informatico.