La pozione magica

di Francesco Baicchi - 01/02/2011
Vediamo gli ingredienti di una pozione magica ad uso del capo del governo che farà risorgere la nostra economia, restituendo competitività alle imprese, risanando il debito pubblico, facendo crescere i bambini sani e belli (soprattutto le bambine, eh?) e restituendo il sorriso a tutti.

Dunque ora che per motivi 'di forza maggiore' il capo del governo non può più dedicarsi ai suoi passatempo preferiti ha impegnato la sua inventiva a trovare una ricetta per risolvere i problemi di un Paese che, nonostante il suo governo ' ha una grande riserva di energia, di capitali, di intelligenza e di lavoro'.

Non possiamo che esserne lieti, dato che in Italia sta crescendo il divario fra ricchi (sempre meno e sempre più ricchi) e poveri (sempre di più e sempre più poveri); che i nostri giovani sono destinati a un lavoro (quelli che lo trovano) privo di diritti e di futuro; che il suo governo ha cancellato i finanziamenti per la ricerca, per la scuola e l'università; che l'evasione fiscale cresce in modo esponenziale (anche senza tener conto di quella, legalizzata, della Chiesa cattolica); che la corruzione, la malavita organizzata e l'economia 'al nero' pesano sui nostri conti come in nessun altro Paese industrializzato.

Vediamo allora gli ingredienti di questa pozione magica che farà risorgere la nostra economia, restituendo competitività alle imprese, risanando il debito pubblico, facendo crescere i bambini sani e belli (soprattutto le bambine, eh?) e restituendo il sorriso a tutti.

Intanto c'è da rimuovere l'ostacolo dell'art. 41 della Costituzione (dopo le donne è la sua seconda mania), che pretende che l'attività di impresa non possa 'svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana'. Come si fa a essere competitivi e pretendere magari di ridurre il numero degli infortuni o delle malattie professionali? Quindi eliminiamo controlli, normative sulla sicurezza e sull'ambiente, vincoli paesaggistici, eccetera .... La logica è quella di puntare solo a mantere gli utili aziendali riducendo il costo del lavoro a ogni costo: modello 'cinese' o 'modello Marchionne'?

Così arriviamo alle 'liberalizzazioni'. Questo è un ingrediente misterioso, che ricorre spesso nelle sue ricette e non si sa bene cosa significhi; corrisponde in genere alla cancellazione di norme e regole di correttezza amministrativa e trasparenza. Si sa, l'ideale berlusconiano è la legge della jungla: ognuno si fa gli affari suoi e vince il più forte. (E se rischia di fallire può sempre 'scendere in campo' e salvarsi con leggi ad personam.)

A questo punto buttiamo giù la 'emersione della ricchezza privata nascosta, che è parte di un patrimonio di risparmio e di operosità'. Questo è un colpo di genio, da parte di chi ha legalizzato i capitali esportati e sottratti per anni al fisco, che invece strangola lavoratori dipendenti e piccole imprese. Ma forse è legittimo pensare che i capitali coperti dallo 'scudo fiscale' non fossero frutto di 'risparmio e operosità', ma di ben altro, e quindi meritassero un trattamento di favore.

Infine c'è la 'allocazione sul mercato del patrimonio pubblico' . Cioè la vendita, o svendita, di beni di proprietà pubblica a privati. E' un po' come se una famiglia vendesse i mobili di casa, o la casa stessa, per pagare i propri debiti. Decisione drammatica, da ultima spiaggia, utile soprattutto a quanti hanno larghe disponibilità (o possono contare sulla complicità di amici banchieri) e potrebbero acquistare a basso prezzo intere fette del patrimonio immobiliare e monumentale del Paese. Gli 'amici' plaudono.

Servire con accompagnamento di laudi ed editoriali dei giornalisti a libro paga.

Per chi non intende accettare l'invito rimane la prospettiva meno esaltante di cercare di definire una politica fiscale più giusta e costituzionalmente 'progressiva', una politica industriale che sostenga chi investe in innovazione e ricerca, una politica sociale fondata sulla solidarietà, una politica giudiziaria che garantisca efficienza alla Magistratura e assicuri la applicazione delle pene ai colpevoli.

E soprattutto una politica istituzionale che attui la Costituzione, cancellando l'attuale legge elettorale, restituendo ai cittadini il potere di decidere da chi farsi rappresentare, al Parlamento la sua centralità e agli organi di controllo e garanzia la loro dignità.

Forse è una ricetta meno fantasiosa, ma sicuramente meno nociva alla salute della democrazia.

29 aprile 2013

Costruiamo l'alternativa al governo Berlusconi

Giorgio Cremaschi-www.micromega.net
13 marzo 2014

Quello che non c'è

Francesco Baicchi
30 aprile 2013

La coerenza

Francesco Baicchi