LA SCONCERTANTE OMELIA DEL CARDINALE SEPE

di Claudio Gandolfi, Bologna - clgand@libero.it - 20/06/2010
Prima che prelato il cardinale Sepe è cittadino di questa Repubblica e non può pensare di essere al disopra delle parti, non può pensare che per lui non valga il principio per cui “La legge è uguale per tutti”.

Ho visto al TG le immagini dell’omelia del Cardinale Sepe e sono rimasto sconcertato dall’ascolto delle  sue parole; infatti, rivolgendosi ai suoi fedeli “a braccio” ha detto: "Ricordate il grido del grande papa Giovanni Paolo II? 'Non abbiate paura', nonostante queste correnti contro, quelli che tentano di mortificare la fede, quelli che tentano un po' di emarginarla, di sopprimervi, di oscurare la testimonianza dei cristiani, non abbiate paura".

Qual è il messaggio in codice che ha lanciato dal pulpito? Di che cosa sta parlando, a chi si sta rivolgendo con queste parole? Ai suoi fedeli o non piuttosto alla magistratura?

Parla a difesa della dottrina cristiana o non piuttosto cerca di difendere se stesso, usando strumentalmente la sua posizione di “pastore”, aizzando le sue “pecorelle smarrite” contro la magistratura rea di perseguire un innocente, “mortificando, oscurando, sopprimendo”; è anche lui nel novero dei tanti “che in nome della verità e in nome di Cristo rimangono fedeli al suo Vangelo, che vengono torturati, che vengono umiliati e disprezzati”?.

Sono parole pesanti, gravissime, minacciose, è un messaggio molto politico e poco evangelico che fa il paio con l’attacco alla magistratura portato avanti da Berlusconi e dal suo governo, vuole far passare un messaggio di impunità usando in modo improprio il potere e la capacità di influenzare le coscienze che gli sono date dal suo ruolo; che senso ha affermare che “collaborerà con la giustizia italiana”, ci mancherebbe altro perché lui, prima che prelato, è cittadino di questa Repubblica e non può pensare di essere al disopra delle parti, non può pensare che per lui non valga il principio per cui “La legge è uguale per tutti”.
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