La valanga della corruzione

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 18/02/2010
Togliendo di mezzo le intercettazioni, umiliando la funzione del PM, ostacolando ulteriormente il lavoro dei magistrati non saremo nemmeno più allarmati per il dilagare della corruzione aumentata da un anno all’altro del 229%

Il diciottesimo anniversario di Mani Pulite cade nel mezzo di un ennesimo, ma ancora più ramificato e tentacolare sistema di corruzione che coinvolge ai massimi livelli la protezione civile in un viluppo inestricabile di favori e di appalti, gestiti da una rete di amici con tanto di numerosi parenti ed affini, dall’Enac alla Rai, dalla autorità di vigilanza sugli appalti ai ministeri. Funzionari ed imprenditori della “combriccola” potevano contare su una rete di appoggi e “utilità” di varia natura; a titolo puramente esemplificativo c’è un figlio, Balducci junior che vuole una parte nella fiction in Tv con la Falchi; ci sono molti cognati, non solo quello di Bertolaso ma anche quello di Rutelli, fratello della signora Palombelli, beneficiari di beni e servizi svariati; ci sono raccomandazioni per far superare gli esami di ammissione ad architettura alla nipote dell’imprenditore Anemone, di cui Balducci si è fatto promotore con 3 professori universitari che volevano ottenere degli incarichi per alcuni appalti oggetto dell’indagine.

In estrema sintesi, come è noto, partendo da tutt’altra indagine su affari edilizi in Toscana la procura di Firenze si è imbattuta, grazie alle intercettazioni nella sedicente “combriccola” il cui nucleo è composto dagli ingegneri Angelo Balducci, Fabio De Sanctis, Mauro della Giovanpaola e dall’imprenditore Diego Anemone, tutti arrestati.

Il referente attorno a cui ruota il gruppo è Guido Bertolaso, deus ex machina della protezione civile e uomo immagine di Silvio Berlusconi che non esita a definirlo “eroe dell’Aquila” e a spenderlo come suo biglietto da visita in Italia (e meno felicemente) all’estero: per lui il capo di imputazione è la corruzione per aver favorito Anemone nell’attribuzione degli appalti in cambio di soldi e prestazioni sessuali. Oggetto dell’inchiesta sono gli appalti per una serie di grandi opere ed “eventi straordinari” quali la ristrutturazione al foro italico per i mondiali di nuoto a Roma, il G8 alla Maddalena, il completamento dell’aeroporto di Perugia per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Dall’inchiesta emerge anche un ruolo non proprio di secondo piano per Denis Verdini, coordinatore nazionale del PDL e uomo di “sfondamento” del premier oltre che potentissimo “selezionatore” dei candidati, che una settimana dopo il terremoto si era prontamente attivato per la costituzione di un consorzio di imprese per la ricostruzione ottenendo nel giro di tre mesi che ad aggiudicarsi il lucroso appalto fosse l’amico ed interlocutore privilegiato Riccardo Fusi, presidente della onnipresente Btp con cui ha cementificato mezza Italia.

Mentre i quattro arrestati rimangono in carcere come ha confermato il gip e tra gli indagati l’unico ad essersi doverosamente dimesso dall’ordine giudiziario è il procuratore aggiunto Achille Toro coinvolto nell’inchiesta per favoreggiamento e cioè per aver passato tramite il figlio informazioni agli inquisiti, il numero uno della protezione civile forte del sostegno incondizionato del premier e della “prudenza” del PD che lo ha creato, si definisce “un alluvionato”, “parte lesa” e vittima “della giustizia sommaria” scatenata in primo luogo dai giornali.

Sembra che nella cena a palazzo Grazioli con una ventina di parlamentari Berlusconi abbia detto “noi siamo garantisti per convinzione, ma dobbiamo prestare attenzione a chi candidiamo” e dalle parti degli ex di AN si parla sempre con più insistenza della assoluta necessità dell’operazione “liste pulite” reclamata a tutta pagina anche dal Secolo.

Ma al di là delle dichiarazioni di intenti sull’onda delle flessioni nei sondaggi a poche settimane del voto regionale sovraccaricato più del consueto di una valenza politica nazionale, la priorità perseguita da Berlusconi, Governo, maggioranza e non pochi all’interno della cosiddetta opposizione è la stretta sulle intercettazioni.

Per il semplice motivo che come ha scritto marco Travaglio quando sono uscite quelle super legittime relative all’inchiesta fiorentina, basta leggerle per capire quanto siano determinati a sopprimerle. E poi magari togliendo di mezzo le intercettazioni, umiliando la funzione del PM, ostacolando ulteriormente il lavoro dei magistrati non saremo nemmeno più allarmati per il dilagare della corruzione aumentata da un anno all’altro del 229% come ha documentato puntualmente e impietosamente la Corte dei Conti.

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