LA VIOLENZA DI GENERE

di Gemma Macagno - 14/11/2012
Si tratta di una violenza diffusa in tutto il mondo, sostenuta dalle impostazioni religiose e culturali, legata alla strutturale disparità sociale, economica e di potere tra uomini e donne.

La differenza tra sessi vede da un lato la maggiore potenza muscolare e fisica, dall’altro l’esclusivo potere delle donne nel dare origine ad altre vite. Da qui deriva l’interpretazione del rapporto di coppia come possesso di una persona sull’altra, senza riconoscimento per l’individualità con cui ci si confronta. Ovviamente alla base c’è una cultura della forza, dell’avere, antagonista di quella del rispetto della dignità della vita e della persona,cioè dell’essere.

La tragedia determinata da questa lettura, errata nel suo fondamento, ha causato e causa sofferenze terribili all’umanità, con guerre in cui lo stupro è diventato un’arma,una modalità per effettuare pulizie etniche, per conquistare territori desertificati da massacri,deportazioni,incarcerazioni, mutilazioni, inquinamenti da materiali tossici e radioattivi.

Nel nostro quotidiano assistiamo ad una trasformazione di concetti e di valori, in cui la sessualità da bene e risorsa da gestire per il compimento della persona è diventata un oggetto di consumo, slegata rispetto alla relazione affettiva, apparentemente libera ma sostanzialmente svuotata del suo più ricco significato.

Almeno in parte questa è conseguenza dell’invasività mediatica, che toglie dalla sfera intima ed individuale ciò che propone come vetrina per tutti, appunto come oggetto da consumare, senza neppure riconoscerne il senso ed il valore. Non solo: ma lo propone all’interno di contesti di violenza e di sopraffazione, suggerendo che questa possa essere la norma.

Ma che senso ha ridurre il rapporto sessuale a solo atto fisico di forza, esercitato contro una persona, anziché insieme ?

E quando poi, per l’aberrante convincimento che l’amore sia possesso anziché gratificazione , non si tollera la scelta di libertà della partner e la si uccide,o le si uccidono i figli per “punirla”, a quali antipodi dell’amore si è giunti ?

"Violenza di genere" è un'espressione che comprende una vasta gamma di comportamenti. Azioni, quasi sempre ripetute nel tempo, che uomini molto diversi tra loro per età, condizione sociale, livello di istruzione, nazionalità, religione compiono ai danni delle donne, principalmente delle loro compagne, mogli ed ex partner, all'interno di una relazione di intimità o familiare.

La violenza di genere non è solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni. Compiute da un uomo contro una donna in quanto donna. A volte sfocia nella sua forma più estrema, il femminicidio.

E’ necessaria una riflessione collettiva sul “femminicidio”, che è una vera tragedia mondiale e specificamente italiana. Ogni due giorni in Italia un uomo uccide una donna. Di solito, una donna a lui vicina. Ma i violenti sono molti di più. Più di quanti crediamo. Perché le violenze di genere sono una realtà molto diffusa, ma non abbastanza conosciuta. Picchiare la moglie, umiliare la donna, minacciare l'ex compagna, perseguitare la fidanzata... sono gravi reati, ma per molti uomini sono ancora fatti privati.

Troppi uomini tacciono e tacendo acconsentono. Malgrado questo, quasi tutte le iniziative sulla violenza degli uomini sono poste a carico delle donne.

Ma non può essere fermata soltanto dalle donne questa violenza:bisogna agire insieme, uomini e donne, di qualsiasi età, condizione di vita, scelta laica o religiosa, provenienza etnica. Bisogna aprire una riflessione comune, modificare i linguaggi, creare un rispetto reciproco che consenta una diversa cultura delle relazioni umane, un ripensamento anche delle proposte interpretative di genere

nelle varie formulazioni religiose.

Nessun integralismo, di qualsiasi matrice, è adeguato rispetto al riconoscimento del diritto alla propria sessualità che è parte essenziale della persona, ed è consapevolezza di sé e libertà.

Sono sorte e sorgono esperienze culturali in altre città, alcune rivolte da uomini a uomini, per offrire un aiuto a chi non riesce a superare il dolore determinato dalla rottura del rapporto e passa attraverso una rabbia ed un odio distruttivi, se non trova subito l’aiuto per una riflessione. Chissà se anche a Cuneo si muoverà qualcosa. Offriamo spazio a tutti in “Se non ora quando”perché siamo convinte che per cambiare occorra pensare ed agire insieme, uomini e donne.

Dr.ssa Gemma Macagno

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