L'ICJ* afferma che la grazia concessa a Romano dal Presidente della Repubblica è un vulnus allo stato di diritto

di Comunicato dell'ICJ - 09/04/2013

La Commissione internazionale di giuristi (International Commission of Jurists – ICJ) ha espresso oggi profonda preoccupazione per la decisione del Presidente della Repubblica Italiana di concedere la grazia al colonnello Joseph L. Romano III, in seguito alla condanna per complicità nella “rendition” di Osama Moustafa Hassan Nasr, conosciuto come Abu Omar, da parte della giustizia italiana.

“Questo atto di grazia costituisce uno sfregio allo stato di diritto e alla lotta contro l’impunità per le “renditions” e le detenzioni segrete della CIA, un sistema implicante l’uso della tortura, sparizioni forzate, detenzioni segrete e arbitrarie e altri gravi crimini ai sensi del diritto internazionale”, ha detto Massimo Frigo, Legal Adviser del Programma Europa dell’ICJ. “L’Italia è stata il solo Paese dove sia stato condotto un procedimento penale efficace contro agenti italiani e della CIA, i quali si sono resi responsabili di crimini commessi sotto l’egida del programma “rendition” della CIA. In un solo gesto questo atto di grazia cancella anni di sforzi implacabili di procuratori della Repubblica, investigatori e avvocati volti ad assicurare la responsabilità giudiziaria per questi crimini di diritto internazionale”.
L’ICJ sottolinea che la grazia concessa dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, nelle ultime settimane del suo settennato, va contro gli sforzi della magistratura volti a rispettare gli obblighi internazionali dello Stato di investigare e processare le persone responsabili di violazioni gravi dei diritti umani.

“Vanificando gli effetti di anni di sforzi del sistema giudiziario italiano, questo atto di grazia compromette seriamente l’azione dell’Italia di contrasto all’impunità e indebolisce le fondamenta stesse dello stato di diritto”, sostiene Frigo. “Il fatto che il Presidente della Repubblica abbia giustificato tale decisione sulla base della “peculiarità del momento storico” relativo all’11 settembre, suggerisce l’idea che una sorta di stato di eccezione per lo stato di diritto sia esistito, una posizione inaccettabile secondo il diritto internazionale”.

L’ICJ esprime profonda preoccupazione per la decisione del Presidente della Repubblica di far un uso del potere di grazia che ostacola la lotta contro l’impunità per una violazione assolutamente grave dello stato di diritto, nel nome delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti. L’ICJ condanna questo atto di grazia e sottolinea che esso non deve rappresentare un precedente, e che le altre condanne riguardanti questo caso non devono essere vanificate da atti di grazia o amnistie.

Tutti i Paesi europei devono adempiere al proprio dovere di lottare contro l’impunità per le violazioni gravi dei diritti umani. Ogni ulteriore elusione dell’obbligo di assicurare alla giustizia i responsabili di “renditions” o di altre violazioni gravi dei diritti umani significherebbe stendere ancora una volta un velo d’impunità sullo stato di diritto in Europa.

Il comunicato è disponibile anche in inglese a questo indirizzo: http://www.icj.org/italy-presidential-pardon-for-rendition-a-blow-to-the-rule-of-law-says-icj/

* International Commission of Jurists – ICJ

CONTATTI:
Massimo Frigo, Legal Adviser, Programma Europa ICJ, massimo.frigo@icj.org

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