Nessuno schiaffo alla Lega; tutto coordinato con il presidente del consiglio.
Bossi ha fatto la sua figura con la base leghista, chiedendo la luna e ottenendo il dito che la indica; Alemanno crede di avere ottenuto la nomina di eroe del Campidoglio per aver salvato i diritti dei romani dalle incursioni dei Celti (esattamente come le oche di storica memoria), così potrà indossare un abito pennuto come un "oco del Campidoglio".
In mezzo il cavaliere, che non cerca nemmeno di mediare tra i duellanti, soddisfatto di avere incassato una maggioranza numerica alla quale non crede neppure lui.
Prossimamente una nuova pacificazione con la solita e collaudata coda alla vaccinara, penne alla puttanesca, rigatoni e pajata, trippa alla romana e polenta.
La maggioranza politica che si è espressa in tre occasioni (amministrative, ballottaggi e referendum) deve tacere in nome e per conto di una dittatura della maggioranza che si ricompone dopo le disfatte attirata dalle lusinghe che offre a piene mani il cavaliere, utilizzando i fondi pubblici (e in parte anche quelli privati). Se schiaffo c'è stato, lo hanno beccato i leghisti che hanno osannato Bossi, mentre il loro capo si adoperava a salvare le terga al vero e unico padrone della Lega, che soddisfatto dell'esito finale, continuerà a pagare le rate dell'acquisto dello stemma e dello statuto leghista.
Bossi continuerà a borbottare, minacciare, scandire parolacce, perchè è questo il ruolo che gli hanno assegnato per evitargli il pubblico ludibrio e continuare a recitare una parte molto remunerativa.