In
vacanza, finalmente, «ma mica tanto». Sotto l´ombrellone, e sotto le
ultime ombre fra il ferragosto e il rientro in attività, Luigi De
Magistris, napoletano doc portato a suon di voti da Di Pietro a
Strasburgo, non teme di fare un po´ la figura del «secchione».
Perché “mica tanto”?
«Perché vado al mare, ma mi sto anche preparando sui regolamenti europei».
Dove è in vacanza?
«In Calabria, vicino a Soverato».
La terra dove ha lavorato, quasi la sua seconda casa.
«È
un tratto dello Ionio che amo, battuto dal maestrale di terra, che
lascia il mare calmo e pulito: ideale per i bagni con la famiglia».
Forse meno per i tomi europei.
«Infatti
studio a casa, la mattina presto prima di andare e nel tardo pomeriggio
dopo essere rientrato. Ne ho bisogno perché l´incarico al Parlamento
europeo è particolarmente significativo. Di solito si parla poco di
queste cose, ma la presidenza della commissione di controllo sui
bilanci è un posto delicato. In fondo da lì si può verificare anche
l´andamento dell´utilizzo dei fondi comunitari».
Bisogna prepararsi. Potrebbe trovare sulla sua strada anche la nuova Casmez del governo?
«Mi
sembrano tutte chiacchiere. Di fondi pubblici al Sud ne abbiamo avuti
tantissimi. Il problema resta sempre quello, la capacità di spenderli
bene, a cominciare da quelli europei. Le possibilità non mancano. Ci
sono tante forze imprenditoriali, anche giovani, che vogliono
impegnarsi. C´è da lavorare sull´informatica, sull´ambiente,
sull´energia. Non a caso tengo d´occhio i rifiuti, le discariche, ma
anche i depuratori. Non è solo un problema di politica “verde”, è che
da noi c´è anche una emergenza sanitaria di cui si parla poco. Comunque
si tratta di finanziare progetti con mentalità diverse da quelle
seguite finora. Ci vuole dunque capacità tecnica e una non propensione
a rubare. Ma se i soldi piovono sempre su questa stessa classe
dirigente c´è poco da fare, alla fine se ne vanno in cose inutili come
il ponte sullo stretto o le centrali atomiche».
Esempi che dicono di come lei non ce l´abbia solo con i dirigenti territoriali, ma anche con quelli nazionali.
«Naturalmente.
D´altronde occorre stare attenti a questo ruolo preponderante che la
Lega sta assumendo. Questa subcultura dei dialetti sembra una cosa da
feste padane, ma in realtà Bossi e i suoi poi si tirano dietro un
Berlusconi indebolito dagli affari delle escort».
È una estate monopolizzata dai leghisti.
«Ma
la cosa che mi colpisce di più è la barzelletta di Berlusconi e Maroni
sui grandi traguardi raggiunti nella lotta alle mafie».
Niente vero?
«Da
un lato ci sono gli annunci, dall´altro il fatto che non riescono
nemmeno a sciogliere il Comune di Fondi, dove c´è la camorra
infiltrata. Intanto invece si privatizza la sicurezza con l´attacco ai
pm, la norma sulle intercettazioni».
Una estate infernale.
«In
realtà vedo degli spiragli. Da settembre il governo proseguirà la sua
campagna di realizzazione del vecchio piano di Gelli, e tenterà di
finire il lavoro con la magistratura e il mondo dell´informazione. Ma
ci sono, come ho già detto, tante energie pronte a rimettersi in moto.
Italia dei Valori dovrà organizzarle, facendo partire iniziative: già a
settembre ne terremo una sulla lotta alla criminalità».
Una attività che avrà come primo sbocco le prossime regionali.
«Sto
girando molto, e sto avendo molti contatti, sia in Campania che in
Calabria. Per mobilitare una società civile che, fuori dalle logiche
tradizionali, possa coinvolgere anche ambienti di centrodestra al
fianco di Pd, Idv e Sinistra».
Anche lei a caccia di nuove alleanze, Casini e De Mita?
«No,
parlo di elettorato di destra, da coinvolgere in un nuovo progetto di
amministrazione, con persone che siano in grado di ricomporre anche il
quadro del centrosinistra dopo il crollo. D´altro canto il centrodestra
non ha già partita vinta. Avrà anzi difficoltà a trovare persone di
spessore da candidare. In fondo anche Cesaro ha vinto alla Provincia di
Napoli soprattutto per il crollo dell´altro schieramento».
Persone nuove e affidabili: inesorabile porsi l´interrogativo su un suo possibile impegno diretto.
«No,
questo non esiste. Una mia candidatura sarebbe anzi inutile e
sbagliata. Innanzitutto perché il mio successo elettorale è stato
spalmato su tutto il territorio nazionale. Poi perché c´è per l´appunto
l´importante incarico in Europa».
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