Manifestazione a Piazza san Giovanni: il cavaliere fa il “vuotone”

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 22/03/2010
Mentre il cavaliere colleziona un altro flop, a Milano e a Roma manifestazioni di cittadini contro le mafie e la privatizzazione dell’acqua mettono in piazza migliaia di persone

Quando ho scritto che il cavaliere stava annegando e che dal suo colpo di coda potevamo aspettarci qualsiasi cosa, anche la violenza, sopravvalutavo sia lui che la sua organizzazione. Ne sono felice, ovviamente. Eppure non possiamo ancora pensare di essere al sicuro da brutte sorprese e proprio a causa di questa ulteriore débacle.

Dopo il flop in Campania e nonostante la gente portata sui pullman, come le mucche di Mussolini, anche a san Giovanni si registra un “vuotone” incredibile. Del resto la motivazione di questa manifestazione era davvero una assurdità, una follia: ma si è mai visto un capo dello stato che scende in piazza contro la magistratura?! Contro i magistrati poi che fanno il loro mestiere onestamente, che non si fanno comprare e perseguono delinquenti e collusi, corrotti e mafiosi e che invece di essere lodati, proprio per questo vengono sanzionati e minacciati. Gli stranieri trasecolano a sentire queste cose, non ci credono: siamo diventati lo zimbello del mondo. Ma forse cominciano a capire qualcosa anche gli italiani, chissà...

La manifestazione era prevista per le 15 ma alle 14 non c’era ancora nessuno: strano, perché in genere la gente comincia ad arrivare molto prima e le strade vicine si riempiono di bandiere e di persone che si fermano in capannelli a parlare. Gli amici romani che mi telefonavano dandomi notizie fresche praticamente di ora in ora erano sbalorditi “Non c’è nessuno! Le strade intorno sono vuote! In piazza ci sono 4 gatti...”

Poi cominciano ad arrivare i pullman, le macchine blu, ma la piazza continua a non riempirsi. Ci sono quasi più bandiere che persone e quelle che ci sono preferiscono il palco alla piazza. Il tanto atteso discorso del cavaliere poi è solo un pezzo riciclato: un copione logoro, di cui si conoscono anche le virgole: insulti, minacce, lamenti...banalità sull’amore e sull’odio, puerilità indegne di un uomo politico che ricopre quella carica e che dovrebbe avere la statura ( si fa per dire) di uno statista. E’ solo uno spettacolo, dove il gioco delle parti è così ovvio, che persino gli insulti e le invettive non scuotono nessuno, sembrano estenuate, noiose tiritere ormai inascoltabili. Lo show comprende anche un coretto di candidati che recitano un giuramento al loro capo: una cosa penosa e pietosa. Poi sul palco prende la parola Verdini ( sì proprio quello indagato!) e si mette a gridare che nella piazza sono più di un milione; Maurizio Lupi accanto a lui fa un gesto come a fermarlo: troppo tardi! La sua faccia è lo specchio del disappunto e della desolazione. Non gli garba certamente di partecipare alla fiera mondiale della balla. E si vede. Lui che nel suo sito aveva scritto "Noi ci stiamo occupando dell'organizzazione dei nostri militanti: tremila pullman a disposizione, tre treni speciali, un traghetto dalla Sardegna, aerei". E non solo: la metropolitana è gratis nella tratta fino a piazza san Giovanni. Deve sentirsi frustrato, poveretto.Uno sforzo immane, un palco enorme pensato da quel Mario Catalano che a suo tempo era lo scenografo del programma TV di Umberto Smaila “Colpo grosso” (...ci pare che tutto sommato non abbia cambiato stile. E nemmeno tipo di compagnia), insomma: le solite cose faraoniche, in quello stile kitsch-trash-pidocchio rifatto che ormai connota questo governo, ma questa volta il risultato non si vede. La gente ha preferito partecipare alla manifestazione per l’acqua, o mantenere le forze per la maratona romana del giorno dopo. O forse ha cominciato a capire che questa è una guerra privata di Berlusconi contro tutti, in cui i cittadini non hanno né spazio, né ruolo e nemmeno un tornaconto.

E come se non bastasse ci si mette pure la Questura, con una frustata in piena faccia: i partecipanti non sono più di 150mila, informa, sbugiardando Verdini e tutti gli altri. Beh, si sa che la Questura di Roma è sempre molto prudente nelle stime, ma qui stiamo parlando non della metà dei dati forniti dagli organizzatori, ma di un decimo!! E poi questa non è una manifestazione di “comunisti”, questo è il presidente del Consiglio! Sembra strano che cerchino di minimizzare! I miei amici romani infatti sostengono che per una volta tanto quelli della Questura si son tenuti larghi. Così non pensano però il cavaliere e i suoi, che attaccano a testa bassa anche la Questura di Roma!! Siamo alla parodia, al grottesco, al ridicolo puro! Ormai chiunque non sia del loro parere è un nemico, un comunista da combattere. La magistratura, i giornalisti e adesso anche i poliziotti: un mare di camicie rosse! E allora come mai perdiamo sempre le elezioni?!

Ma se con tutta la prosopopea e il dispiego di soldi ed energie il PdL è riuscito a mettere insieme solo 150mila persone, don Ciotti con la sua associazione Libera, senza una lira e con solo la forza delle sue ragioni e della sua battaglia contro tutte le mafie, a Milano è riuscito a metterne insieme altrettanti. E questi cittadini non avevano i pullman, i treni o i traghetti pagati da altri, questi cittadini si sono pagati il biglietto da sé e sono andati a manifestare perché credono davvero nella libertà e nella giustizia e si battono per il bene di tutti e non per gli interessi di un solo individuo.

E mentre a Roma il cavaliere sparava a zero contro tutto e tutti, accusandoli assurdamente di seminare odio, in un’altra parte della città più di centomila sfilavano contro la privatizzazione dell’acqua, approvata da questo governo. Di queste cose dovremmo parlare e non delle balle del cavaliere, di cui siamo tutti arcistufi.

Così come del suo rifiutare ogni confronto politico e ogni faccia a faccia televisivo. Sì, certo, lo sappiamo bene, al di là di quello che può dire e delle scuse che può imbastire, la verità è che il cavaliere ha una paura fregata di confrontarsi con qualcuno che non sia prezzolato. Lui non sa reggere un confronto che non sia “truccato” (oddio, giuro che questa mi è venuta involontariamente), dove non ci sia gente cioè che ha già provato con lui mille volte domande e risposte. Se pensiamo che in un confronto è riuscito a batterlo perfino il soporifero Prodi, ci possiamo render conto di quanto il premier possa temere un faccia a faccia con l’ironico Bersani.

Eppure Bersani non è certo Oliviero Diliberto, che lo aveva letteralmente stracciato a “dieci a zero e una figurina”, come si diceva da ragazzi, facendo aumentare vertiginosamente le richieste di iscrizione al suo partito.

Il cavaliere ha paura: le esperienze di confronti lo hanno visto sempre perdente. Perché lui non sa dialogare, non sa discutere, non sa argomentare...no, non è esatto: in realtà lui non ha argomenti. Cosa potrebbe dire, infatti, per giustificare tutte le leggi balorde e ad personam, la persecuzione dei magistrati che indagano sulle sue malefatte e cose del genere? Perfino uno scemo capirebbe subito che sono anni che sta mentendo e turlupinando l’opinione pubblica. Quindi deve per forza sottrarsi a un confronto.

Ma non basta per nascondere che è alle corde. E tuttavia non dobbiamo sottovalutarlo. Troppe volte in questi anni l’abbiamo visto finire al tappeto e poi rialzarsi. E troppe volte siamo stati proprio noi della sinistra a dargli una mano e a farlo resuscitare. Quindi stiamo tutti bene attenti a non perdere di vista la palla. A vigilare sulla nostra Costituzione, pronti a scendere in piazza ancora e sempre, molto più numerosi dei vassalli del cavaliere.

Guardate cosa significano veramente un milione di persone a piazza san giovanni, altro che i quattro gatti della manifestazione del nano

 

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