Dopo Rho, anche il Consiglio comunale di
Napoli ha approvato un ordine del giorno contro la Pizzarotti &C
Spa. L’impresa italiana è impegnata nella costruzione della A1
Gerusalemme- Tel Aviv, 500 milioni di dollari per realizzare la tratta C
che porta i binari sul suolo e nel sottosuolo palestinese, sia quello
occupato nel 1967 sia nell’attuale West Bank. La nuova linea ad alta
velocità, a uso esclusivo della popolazione israeliana, percorre 6,5 km
attraverso la Cisgiordania occupata, con la confisca di proprietà
privata palestinese nei villaggi di Beit Iksa e Beit Sourik, inclusi
terreni agricoli riconosciuti dalla Corte Suprema Israeliana come
“risorsa fondamentale per la sussistenza delle comunità”.
Su proposta dei consiglieri Sandro Fucito
(FdS), Vittorio Vasquez (Napoli è Tua), Franco Moxedano (IdV), Ciro
Borriello (Sel), Ciro Fiola (Pd) è stata espressa “condanna morale e
politica” nei confronti della Pizzarotti: “La linea ferroviaria A1 è in
violazione del Diritto Internazionale Umanitario e dei Trattati
internazionali sui Diritti Umani, tra cui la IV Convenzione di Ginevra,
in particolare art. 53 che vieta 'alla potenza occupante di distruggere
beni o mobili o immobili appartenenti individualmente o collettivamente a
persone private, allo Stato o a enti pubblici, a organizzazioni sociali
o a cooperative, salvo nel caso in cui tali distruzioni fossero rese
assolutamente necessarie dalle operazioni militari', in questo caso le
distruzioni sono attuate per la costruzione di infrastrutture permanenti
inaccessibili alla popolazione locale”. Soprattutto si invita il
Consiglio a valutare la possibilità di inserire nel regolamento per la
partecipazione a bandi comunali la clausola che escluda aziende e
soggetti economici che operino in violazione dei diritti umani e/o in
contrasto con il diritto internazionale.
Il voto è stato favorito dalla campagna
“Libera Napoli dalla Pizzarotti!”, ispirata anche da precedenti
all’estero: la Deutsche Bahn, società delle ferrovie tedesche, su
indicazione del ministero dei Trasporti si è ritirata dal progetto A1
nel mese di marzo 2011. Gli attivisti hanno portato avanti una raccolta
di firme per l'esclusione della ditta Pizzarotti da futuri appalti,
finché non conformerà il proprio comportamento all'estero alla normativa
a difesa dei diritti umani e specificamente dei Palestinesi. Una
campagna dai confini internazionali, su cui ci si può documentare sul
sito: www.stopthattrain.org.
Ma chi è la Pizzarotti Spa? leader mondiale
dell’edilizia e delle infrastrutture, recentemente è incappata nella
magistratura a proposito del comune di Parma dell’ex giunta Vignali,
dimessasi dopo una vera e propria rivolta della cittadinanza. La Procura
della Repubblica indaga sulla riqualificazione dell’Ospedale Vecchio.
La società sarebbe stata favorita nell’assegnazione della commessa. Le
indagini della Guardia di Finanza raccontano di violazioni delle norme:
l’edificio del XIV secolo poteva essere restaurato, non ristrutturato.
Invece i lavori, decisi dalla giunta comunale, avrebbero portato alla
trasformazione del corpo edilizio in area commerciale, albergo e spazi
museali. Ma i guai giudiziari non avranno turbato il sonno alla
Pizzarotti. All’epoca della prima repubblica sarebbe stata tra quelli
che pagavano laute somme alla Dc. Un caso è accertato : per Malpensa
2000 l’appalto fruttò alla Democrazia cristiana un miliardo e trecento
milioni. Nel 1994 ci fu un patteggiamento di pena, il commendator
Pizzarotti alloggiò per un mese e mezzo in galera, pagò un risarcimento
di 560 milioni e tornò all’impresa. Poi negli anni ci sono state
amicizie con Callisto Tanzi, con il ministro Pietro Lunardi e i potenti
della seconda repubblica, fino all’impresa israeliana.