Ora basta con gli insulti della Lega!!

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 20/02/2011
Sull’istituzione della festa del 150 anni dell’Unità d’Italia, la Lega ha passato il segno. I ministri leghisti sono pagati dagli italiani, hanno giurato fedeltà alla Repubblica e non possono continuare a offendere la nostra Patria. Li si cacci via per indegnità.

Il giorno dopo il bellissimo, toccante e patriottico monologo di Benigni, il consiglio dei ministri si è riunito, dopo mesi e mesi di inverosimili, incredibili e vergognosi traccheggiamenti, e ha stabilito finalmente che il 17 marzo sarà dedicato ai festeggiamenti del 150nario dell’Unità d’Italia. Un caso? Nessuno ce lo farà mai credere. Il fatto è che 20 milioni di italiani hanno seguito quel monologo e si sono commossi e si sono riconosciuti e si sono sentiti, dopo anni di umiliazioni dovute a Berlusconi, ancora una volta orgogliosi di essere italiani. E il cavaliere che sa di essere in picchiata nel gradimento del paese e di pubblicità se ne intende, ha valutato cosa gli conveniva di più e ha capito che era il momento (e l’ultima possibilità) di saltare sul carro dell’italianità, nonostante la stabilità del suo governo dipenda completamente dall’alleato padano riottoso e contrario.

E infatti il socio leghista s’è arrabbiato e molto anche. E i ministri verdi, Calderoli e Maroni, sono addirittura usciti dalla sala di riunione indignati e Calderoli ha perfino detto che lui toglierebbe come festa nazionale anche il 1 maggio, festa del lavoro.

Per una repubblica come la nostra la cui Carta costituzionale comincia con le parole “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro...” ci pare che questo commento sia allo stesso livello delle altre “porcate” dette e fatte da quel ministro. Del resto è uno che sul lavoro ha idee molto personali, infatti aveva proposto l’istituzione di una sorta di gabbie salariali, sostenendo che le buste paga dovevano essere “parametrate all’effettivo costo della vita”.

 

Federalismo Giannelli 230

Ma non si tratta di “goliardate”, come spesso sono state ridimensionate le uscite dei leghisti, minimizzando i loro insulti e le loro minacce. Goliardate possono essere chiamate le tre feste di laurea date da Bossi, che in realtà non si è mai laureato ( come è raccontato nel film “Camicie verdi” e che però dà una nuova lettura alle bocciature ripetute di suo figlio), non le minacce insurrezionali.

L’art. 1 dello statuto della Lega nord, infatti, approvato nel corso del congresso federale del marzo 2002, e titolato “finalità”, recita così: “Il Movimento politico denominato Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.”

A questo punto viene da chiedersi perché nessuno abbia avanzato dei dubbi sulla legittimità di un partito che ha uno scopo secessionista e anticostituzionale, contro l’articolo 5 della Costituzione Italiana che afferma infatti che l’Italia è una e indivisibile.

Non basta: minacce di secessioni armate sono state apertamente e ripetutamente fatte da Bossi e da altri dirigenti leghisti più e più volte in questi anni, parlando esplicitamente di fucili e di sommosse di piazza. Per non dire delle misure contro chiunque non sia padano.

Del resto i leghisti sono quelli delle ronde di quartiere, della polizia regionale, del test in dialetto per gli insegnanti del sud, delle bandiere regionali, delle carrozze della metropolitana riservate ai milanesi, dei muri costruiti per isolare gli extracomunitari, etc. etc.

Solo un imbelle come Bersani può sostenere come ha fatto che i leghisti non sono razzisti. Lo sono eccome! E non parlo solo di Borghezio e delle sue spedizioni punitive contro gli extracomunitari.

La loro arroganza volgare e ignorante è così molesta che verrebbe voglia di dire “ma sì, andatevene per conto vostro, levatevi dai piedi, una volta per tutte!” Ma non sarebbe giusto per tutti i veneti e i lombardi che non sono leghisti e che sono la maggioranza. Lo abbiamo già scritto, ma lo ribadiamo ancora: la Lega ha solo l’8% dei voti, cioè l’82 % degli italiani - anche di quelli del nord - NON E’ LEGHISTA. E nella piccola circoscrizione del Veneto in cui hanno preso la percentuale più alta sono arrivati al 27%, il che vuol dire che il 73% della gente di quella circoscrizione NON E’ LEGHISTA.

Tutto questo significa che circa 80 veneti su 100 credono nell’Unità d’Italia, si sentono italiani, hanno rispetto per la nostra bandiera e cantano il nostro inno “Fratelli d’Italia”. Alla faccia di Bossi e della sua ignorante marmaglia verde. E questi italiani vanno tutelati e non lasciati in balia dei leghisti.

 

Bossi inno

 

 

A questo punto sarebbe doveroso riflettere anche sulla quantità impressionante di soldi che i giustizieri di “Roma ladrona” hanno intascato, scaldando le poltrone romane con il loro sedere leghista. E come hanno usato il loro potere per arricchire solo i loro figli e amici della “Padania”. L’ultima schifezza è contenuta nel decreto “Mille proroghe”, che – fra le altre innumerevoli “porcate” – fa scivolare ancora una volta il pagamento delle multe per le quote latte, una cosa che riguarda solo 67 persone.

Legisti ladroni


Ora basta. non si può davvero permettere che il continuo trascinamento nel fango delle istituzioni di questo paese si perpetui all’infinito, grazie a un premier plurindagato e a un partito come la Lega che desidera solo distruggere la sua unità e integrità. Non si può che chiedere e pretendere le dimissioni per indegnità di tutte queste persone. E fare in modo che vengano allontanate per sempre dalla gestione della cosa pubblica. Facciamolo e cominciamo a raccogliere le firme contro la Lega, per l’unità del nostro paese.

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