Parola di re !

di Rosario Amico Roxas - 14/01/2011
E' iniziata la maratona mediatica del cavaliere in autodifesa dopo la parziale bocciatura dello scudo protettivo

E' iniziata la maratona mediatica del cavaliere; una maratona in autodifesa dopo la parziale bocciatura dello scudo protettivo che i suoi sodali, in un impeto di sviscerato amore, avevano approvato, pur contro il parere dello stesso interessato. La legge, scritta dai vari Ghedini, Longo e Alfano è risultata anticostituzionale, ed è la terza volta che ci provano e  disturbano la Corte Costituzionale su pronunciamenti già palesemente scontati.  La pretesa superiorità del cavaliere, anche di fronte alle leggi e alle norme costituzionali, non ha funzionato, perfezionandosi il dettato costituzionale dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi.

Ma la presunzione di superiorità prosegue su altre basi, e coinvolge la linea difensiva stessa che il cavaliere ha inaugurato, imponendo la sua presenza nella trasmissione televisiva del servetto Belpietro.

In atto ci sono in piedi tre processi, anche se non sono quelli più rappresentativi, dovendosi ancora chiarire molti elementi su ben più gravi ipotesi di reati; ma nei tre attuali processi il cavaliere, professa la sua innocenza, identificando tali processi come  insignificanti. Non presenta elementi a discolpa, motivazioni legali, testimonianze probanti, niente di tutto questo; afferma solamente di avere giurato la sua innocenza sui suoi figli e i suoi nipoti, quindi i magistrati dovrebbero  prendere atto della sua parola e del suo giuramento e sancirne gli affetti con una sentenza assolutoria.

Ricordo un aneddoto esplicativo, assimilabile all'attuale situazione: il re Faruk, nell'esilio dorato di Montecarlo,  ingannava il trascorrere del tempo in  interminabili partite a poker. Narrano le cronache mondane che in una mano piuttosto pesante, al momento di "vedere" le carte per l'attribuzione del piatto, re Faruk dichiarò una scala reale; alla richiesta di vedere quella fantomatica scala, re Faruk mise in ballo la sua ex funzione, intimando "Parola di re !"; i giocatori se ne fregarono bellamente di tale parola e pretesero che l'ex sovrano mostrasse le carte:  della scala reale, malgrado la "parola di re!"  neanche l'ombra !

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