RAI: nomine fatte in casa

di Daniela Gaudenzi - 04/04/2009
Il vertice per definire le nomine Rai si è tenuto ovviamente a palazzo Grazioli, magione del presidente del consiglio proprietario della concorrenza, dove peraltro era stato investito a suo tempo anche il prode Claudio Petruccioli.

Il vertice per definire le nomine Rai prima della partenza per il G20 di Berlusconi, dove avrebbe conseguito l’ imprevedibile successo politico di far spazientire la sobria Elisabetta, si è tenuto ovviamente a palazzo Grazioli, dove peraltro era stato investito a suo tempo anche il prode Claudio Petruccioli.

Lì nell’augusta magione del presidente del consiglio, proprietario della concorrenza, presenti i ministri Maroni, e Ronchi,

i capigruppo del PDL Cicchitto e Gasparri, il vice presidente del Senato Quagliarello e il sottosegretario Paolo Romani si sono di fatto decise le nomine che contano in Rai, (e nei giornali) fermo restando che come ha preannunciato Berlusconi riguardo al TG1 “E’ chiaro che l’ultima parola per quella posizione spetta a me”.

La nomina di Mauro Masi alla direzione generale della Rai è stata ratificata il giorno successivo dal Cda della Rai, con un consigliere del PDL assente giustificato, Angelo Maria Petroni e tre astensioni: il nuovo direttore ha una granitica carriera bipartisan in quanto è stato direttore dell’ufficio stampa di Dini a palazzo Chigi, è stato capo di gabinetto di Massimo D’Alema e precedentemente vicesegretario generale alla presidenza del Consiglio nel secondo governo Berlusconi. Nel 2008 ritorna a palazzo Chigi come segretario generale alla presidenza del consiglio e nuovamente capo del dipartimento dell’editoria.

Insomma un uomo per qualsiasi stagione politica a riconferma e garanzia della eterna “continuità” tra passate e presenti.

Secondo Libero che vanta un filo molto diretto con palazzo Chigi, o meglio con palazzo Grazioli, la poltrona del TG1 in quota unanimemente a Maurizio Belpietro “uomo di garanzia di Berlusconi”, avrebbe anche l’effetto collaterale strategico di lasciare la direzione di Panorama libera per il notista della Stampa Augusto Minzolini, un maestro nel ricreare pseudo retroscena del potere molto graditi ai potenti di turno (quando era a palazzo Chigi anche D’Alema stravedeva per lui).

Poi ci sarebbero in corsa rispettivamente per la direzione della seconda rete e per il TG2, Mauro Mazza e Mario Orfeo attuale direttore del Mattino sponsorizzato addirittura da tre personalità quali il ministro Mara Carfagna, il vice-presidente dei deputati PDL Italo Bocchino e il vice presidente del Senato Quagliarello. Se poi qualcuno si domandasse preoccupato che fine ha fatto un favorito della prima ora come il molto trasversalmente apprezzato Carlo Rossella, ex direttore del TG1 e TG5 non deve stare in ansia: anche lui si è affacciato a palazzo Grazioli durante il vertice.

Ma c’è anche il quadro complessivo delle “ricadute” sulla carta stampata, prima fra tutte al momento, il trasloco di Gianni Riotta al Sole, nonostante che pure i generosi estimatori che lo considerano esperto di tutto convengano che l’economia non è decisamente il suo forte. Ma si tratterebbe di un dettaglio abbastanza trascurabile davanti alla necessità di lasciare la direzione del TG1 ad “un uomo di garanzia di Berlusconi”, nonostante la benevolenza dimostratagli dal direttore uscente il quale ha ritenuto di mettere in copertina anche la premiazione come “migliore politico dell’anno” che Il Riformista “ “testata di opposizione” ha voluto tributare a quello che Antonio Polito definisce “l’enigma italiano” che nonostante i 15 anni di potere “si fa sempre nuovo”. E si è trattata anche di un’occasione irripetibile per Emma Marcegaglia che ha potuto fare un bel favore a Silvio consentendogli di liberare in modo molto soft la casella chiave del TG1 che evidentemente non gli sembrava ancora sufficientemente allineato.

Secondo altre voci in circolazione ci sarebbe anche il possibile avvicendamento di Anselmi, in quanto troppo “sbilanciato” in senso antiberlusconiano dalla direzione Stampa a Repubblica. L’unica partita, che forse a causa dell’incertezza dei tempi e delle difficoltà della testata si è chiusa in modo migliore del previsto riguarda Il Corriere dove è ritornato Ferruccio De Bortoli. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, come d’altronde il proprietario, forse facendo buon viso a cattiva sorte, lo considerano oggi “persona capace ed equilibrata”, dimenticando le pressioni di cui fu oggetto in un recente passato da parte di Previti e degli avvocati di berlusconiani a causa della sua ostinazione a non censurare la cronaca giudiziaria, fino alla decisione di dimettersi.

D’altronde Fedele Confalonieri, tanto simpatico anche a “sinistra”, rivendica senza il minimo imbarazzo gli spazi di libertà unici accordati a tutti quelli che sono passati in Mediaset, da Mentana a Santoro, per intendersi. E per quanto riguarda l’editto bulgaro, a cui ovviamente, secondo il presidente Mediaset, non seguì nessun effetto concreto si trattò semplicemente “ di una battuta su cui ci han giocato tanto!”

Ma in fondo anche le grandi manovre delle nomine che costituiscono la geopolitica dell’ informazione in Italia che cosa sono se non un innocuo risiko per trascorrere qualche ora lieta tra amici in un prestigioso palazzo romano?

 

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