Mai come in questo momento la Costituzione
della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall'articolo 1:
«L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Il valore e
la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti
gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique,
esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al
sistema istituzionale del nostro Paese. Il governo Monti, pur
formalmente legittimato dal sostegno della maggioranza trasversale di un
Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e
credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno
espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare.
L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato. La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale. Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato. La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale. Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
Opporsi a queste politiche e concorrere alla
costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto
dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente
che abbiamo tutti noi, in Italia ed in Europa. Un'alternativa che
contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito
contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una
clava per distruggere i diritti sociali. Un'alternativa volta a
redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle
disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito
sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare.
Un'alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro,
riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica,
investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni
sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo
modello di democrazia e partecipazione. Un'alternativa all'insegna di
politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la
drastica diminuzione delle spese militari. Per queste ragioni, facciamo
appello a scendere in piazza il 12 maggio a Roma. Contro il governo
Monti, le politiche della Bce, della Ue e il Fiscal Compact. Per
difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori,
la Costituzione, per l'Europa sociale.
*** Firmatari:
Vittorio Agnoletto, Sandra Amurri, Cesare
Antetomaso, Giorgio Arlorio, Glauco Benigni, Paolo Berdini, Marco
Bersani, Ciccio Brigati, Benedetta Buccellato, Loris Campetti, Francesco
Caruso, Antonio Castronovi, Adelmo Cervi, Alessio Ciacci, Paolo Ciofi,
Giorgio Cremaschi, Ciro D'Alessio, Roberto D'Andrea, Walter De Cesaris,
Mario Dondero, Riccardo Faranda, Amedeo Fago, Anna Fedeli, Gianni
Ferrara, Agostino Ferrente, Alfonso Gianni, Haidi Giuliani, Carlo
Guglielmi, Margherita Hack, Beniamino Lami, Mimmo Loffredo, Alberto
Lucarelli, Gianni Lucini, Fabio Massimo Lozzi, Magda Mercatali, Citto
Maselli, Ugo Mattei, Dino Miniscalchi, Roberto Musacchio, Loretta Mussi,
Giovanni Naccari, Giorgio Nebbia, Carla Nespolo, Nicola Nicolosi,
Fulvio Vassallo Paleologo, Valentino Parlato, Ciro Pesacane, Ulderico
Pesce, Francesco Piccioni, Vito Francesco Polcaro, Gabriele Polo,
Pierpaolo Pullini, Franca Rame, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera,
Alessandro Rossetti, Franco Russo, Nino Russo, Adriano Sgrò, Vauro
Senesi, Marino Severini, Fabrizio Tomaselli, Vittorio Vasquez e il
gruppo consiliare Napoli è Tua