Padre Alex Zanotelli Nato nel 1938, è sacerdote dal 1964 Parte come missionario comboniano per il Sudan, restandovi dal 1965 al 1978. Dal 1978 diviene direttore della rivista Nigrizia.
Dall’aprile
2002 è rientrato stabilmente in Italia
Per lui l’acqua è madre
e sorella, un bene essenziale, escluso che qualcuno possa rubarla.
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, di battaglie ne ha
combattute tante, sempre in prima fila per la pace, la non-violenza,
i più deboli. L’idea che qualcuno possa privatizzare l’acqua gli
fa commettere il suo unico peccato capitale: andare su tutte le
furie.
Avrà scritto almeno una decina di lettere a tutti per
chiedere un passo indietro. L’ultima chiama a raccolta gli uomini e
le donne di chiesa.
Si
rivolge a sacerdoti, missionari, religiosi: che cosa farete?
«Ci
ritroveremo in piazza San Pietro, a Roma, giovedì 9 giugno a
mezzogiorno, per fare un grande digiuno. Ho chiesto loro di arrivare
con i simboli sacerdotali e religiosi, ma anche con i manifesti
pastorali, per poter innalzare a tutto il popolo italiano il nostro
clamore: Salviamo l’acqua! Scendiamo in piazza, così come hanno
fatto i monaci in Myanmar (ex Birmania) contro il regime che opprime
il popolo».
In
quanti hanno risposto?
«A
oggi sono arrivate le adesioni di centocinquanta comunità».
Un
buon risultato. Anche le istituzioni vaticane sono d’accordo?
«Papa
Benedetto XVI afferma nella sua enciclica sociale Caritas in Veritate
n. 27 che l’acqua è un diritto universale di tutti gli esseri
umani. Anche il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 485
avverte che l’acqua non può essere trattata come una mera merce.
E, poi, dall’Osservatore Romano a segretari, monsignori e vescovi,
in tanti hanno preso posizione contro la privatizzazione dell’acqua.
Come cristiani non possiamo accettare la legge Ronchi, votata dal
nostro Parlamento (primo in Europa) il 19 novembre 2009, che dichiara
l’acqua come bene di rilevanza economica».
Che
cos’è l’acqua per i cattolici?
«E’
la sorella e la madre. Dateci da bere!, gridano oggi milioni di
impoveriti. In un pianeta, dove la popolazione sta crescendo e
l’acqua diminuendo per il surriscaldamento, quel “dateci da
bere!”, diventerà un grido sempre più angosciante. Nei volti di
quelli assetati, noi credenti vediamo il volto di quel povero Cristo
che ci ripeterà: “Avevo sete... e non mi avete dato da bere!”. A
pagare, come sempre, saranno i più deboli. L’Onu afferma che,
entro la metà del nostro secolo, tre miliardi di esseri umani non
avranno accesso all’acqua potabile. È un problema etico e morale
di dimensioni planetarie che ci tocca direttamente».
Eppure
ci saranno anche molti fra i sacerdoti o fra coloro che si professano
cattolici che non si schiereranno o, addirittura, voteranno per il
«no».
«E’
vero, ma com’è possibile questo? Considerare - come fa il governo
- l’acqua alla stregua di una merce è una bestemmia. Come ci si è
arrivati? Che cosa è avvenuto al popolo cristiano per non accorgersi
di qualcosa di così enorme come questo? A volte è anche un problema
di informazione. Molti sacerdoti non hanno capito il problema. A
volte c’è un problema di schizofrenia: un conto è quello che si
dice in chiesa, un altro quello che avviene fuori».
Di
che cosa non sono informati?
«E’
da cretini consegnare l’acqua ai privati. Hanno reso la gente
imbecille e non si spiega quali affari si nascondono dietro. Sono
enormi, l’oro blu ha sostituito l’oro nero, il petrolio; è il
nuovo, grande business e la politica asseconda sempre gli interessi
economici».
E
se non verrà raggiunto il quorum?
«Ci
stiamo preparando anche a questa eventualità. Abbiamo grandi
giuristi che stanno lavorando perchè la decisione del governo sia
dichiarata incostituzionale».