Sorprese al veleno

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 04/04/2010
Cosa c’è nell’uovo di Pasqua degli Italiani, dopo queste elezioni? Misoginia, pedofilia, speculazioni, menzogne e che altro?

E’ Pasqua e la destra ha già aperto le sue uova velenose, con delle amare sorprese per tutte le donne che hanno votato per quella parte politica, considerando soprattutto che nelle loro campagne elettorali i candidati leghisti si erano ben guardati dal farne il minimo cenno. E tuttavia quelle donne hanno davvero poco da sorprendersi e da indignarsi, come hanno scritto sulla Padania, considerando con quale disprezzo la destra sta trattando la figura e la dignità femminile e non da oggi.

Ci riferiamo alle dichiarazioni preoccupanti circa la pillola RU486 fatte da Cota e Zaia, i due nuovi governatori di Piemonte e Veneto, a 24 ore dall’elezione: “Sono per la difesa della vita - ha proclamato Cota - penso che la pillola abortiva debba essere somministrata quanto meno in regime di ricovero”. Quanto alle scorte di pillole che l'ex amministrazione di centrosinistra aveva già ordinato, ha aggiunto, “per quanto potrò fare, rimarranno nei magazzini”.

A sua volta Zaia ha dichiarato «Quando si parla di pillola abortiva, in ogni caso bisogna tener conto che si tratta, come giustamente fa il ministro Fazio, di una terapia che va somministrata in ambiente protetto. Come si può mettere in discussione la necessità che giovani esistenze non vengano lasciate sole e in balia di fenomeni che potrebbero essere davvero pericolosi in un momento così drammatico della loro vita?” e chiude melenso e ipocrita “Ciò che mi sta a cuore è la salute della donna, in un contesto che abbia al centro dei propri valori la tutela della vita”.

Ma non basta: quello spirito eletto di Gasparri irride baldanzoso: “arrivano notizie negative per il partito della morte: la pillola abortiva non circolerà facilmente”.

E naturalmente tutto questo sulla pelle delle donne e per puro servilismo imbecille nei confronti di una chiesa che, pur nella bufera morale in cui si trova, non rinuncia alle sue crociate contro le donne.

Occasione golosa, infatti, questa dichiarazione di guerra della Lega, apri pista di una infinita serie di attacchi che subirà certamente anche la legge 194 sull’aborto, una buona legge che ha ridotto sensibilmente in questi anni il numero delle interruzioni di gravidanza.

Ma dietro gli attacchi alla legge, c’è molto di più: c’è una più subdola e mai sopita misoginia, frutto spesso anche di un machismo d’accatto, miserabile e patetico.

Naturalmente dei feti in realtà non gliene frega niente a nessuno di questi maschi complessati, ignoranti e ipocriti. Il loro obiettivo è solo quello di riportare le donne a uno stato di soggezione, togliendo loro la libertà di pensiero e di coscienza. E naturalmente la chiesa – che non crede nel libero arbitrio – si è subito schierata dalla loro parte, contro le donne: il papa ha paragonato il rifiuto dell'aborto addirittura all'esperienza dei martiri “La lotta dei cristiani consisteva e consiste  - sostiene Ratzinger - non nell'uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio. Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. E nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia” e dunque come i martiri non si piegarono davanti a gesti ingiusti e iniqui come adorare idoli o esseri umani, così anche oggi “è importante per i cristiani non accettare un'ingiustizia”. Non è solo una esagerazione: di fatto con queste parole il papa sta incitando i cattolici a disobbedire alle leggi dello Stato. E questo secondo il nostro codice penale si configura come un reato. Così come è un reato molestare i bambini e non vale nascondersi dietro una sottana e un crocifisso.

Per questo tutto il mondo civile sta attaccando la chiesa e i suoi preti pedofili e la chiesa come risponde? Con la solita arroganza lascia a un frate che ha un cognome adatto: Cantalamessa, di cantargliela appunto al mondo intero. E lo zelante frate esagera e paragona l’attacco ai preti pedofili e all’omertosa connivenza delle gerarchie ecclesiastiche, alle persecuzioni antisemite: “ È in atto un attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo”. Così ha detto. E come se non bastasse ha letto un brano di una lettera, mandatagli da un anonimo quanto molto opportuno amico ebreo, che esprime la sua solidarietà alla chiesa cattolica.
Immediata la risposta vibrante di sdegno e di rabbia della comunità ebraica internazionale.

Fra le voci autorevoli c’è anche quella di Elan Steinberg, vice presidente dell'Associazione americana dei sopravvissuti all'Olocausto, che ha invitato Cantalamessa a vergognarsi:"Il paragone è offensivo e insostenibile", ha detto. Il Consiglio ebraico in Germania ha trovato il sermone di Cantalamessa "insolente, osceno e offensivo verso le vittime degli abusi e verso le vittime dell'Olocausto". "Il Vaticano", ha detto il Segretario generale, Stephan Kramer, "tenta di trasformare in vittime coloro che hanno perpetrato gli abusi". Quindi il Centro Simon Wiesenthal chiede conti anche a Ratzinger: "Queste affermazioni ingiuriose sono state fatte in presenza del Papa e il Papa stesso deve chiedere scusa".
Come se non bastasse ci si sono messe anche le associazioni dei bimbi abusati, il cui portavoce ha detto duramente: "Spezza il cuore vedere un esponente di alto rango del Vaticano fare affermazioni insultanti sia per le vittime di abusi sia per il popolo ebraico". Così stamane il vaticano ha dovuto fare macchina indietro e sconfessare Cantalamessa, dicendo che la sua non è la posizione della chiesa.

L’insieme di tutta la vicenda dà l’idea di una frana etica di proporzioni mai viste prima, ma nonostante l’evidenza di un crollo di credibilità che non ha precedenti, la chiesa continua a pontificare – è il caso di dirlo – sulla moralità altrui e soprattutto sul sesso, perché è al centro di tutti i suoi pensieri. Quindi: niente pillola anticoncezionale, niente profilattico, niente pillola abortiva, niente aborto: consigliata solo la castità. Ma al cavaliere, alle sue escort e ai suoi amici festaioli qualcuno gliel’ha detto? O forse naturalmente non solo le leggi civili ma anche i dettami religiosi riguardano solo gli altri? Allora forse è per questo che con una incredibile faccia di suola si pavoneggiano in un grottesco perbenismo, improbabile come le taroccate borse Louis Vuitton.

Nelle velenose uova a sorpresa della destra ci sono anche il nucleare di vecchia generazione con contorno di scorie inquinanti e la privatizzazione dell’acqua: insomma mancano solo i 4 cavalieri e siamo in piena Apocalisse.

E va bene, dài, basta col catastrofismo, prendiamoci una pausa: infondo comunque è Pasqua, festa ebraica e cristiana, che quest’anno per caso coincidono. Pare che il nome venga dall’ebraico pesah che vuol dire “passaggio” e in effetti si è trattato di una prova di passaggio da una condizione all’altra, sia per il popolo ebraico che lasciò la schiavitù in Egitto per tornare alla libertà, sia per Gesù che attraversò la tortura e la morte per tornare alla vita.

Si parva licet anche noi della sinistra stiamo attraversando la nostra prova, siamo in un momento critico di passaggio. Speriamo solo che il nostro peregrinare non duri 40 anni come quello degli ebrei nel deserto, verso la Terra Promessa.

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