Strage di Viareggio: Quel favore di Ferrovie a Cosentino: trasporto del Gpl con super sconto

di Roberto Rossi - Unità - 25/05/2011
L’asse del carrello che si spezzò aveva “ruggine diffusa”. Dubbi sulla revisione Gatx. Se le Fs avessero rispettato le norme la lesione “avrebbe dovuto essere notata”

Che il carico di Gpl che provocò il disastro di Viareggio viaggiava per conto dell'Aversana Petroli di Casal di Principe è cosa nota fin dai giorni successivi all'incidente. Che l'azienda in questione fosse riconducibile alla famiglia dell'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, oggi coordinatore e ras del Pdl in Campania, pure. Quello che finora non è emerso è che quel treno, composto da 16 carri cisterna che attraversava l'Italia dal Piemonte alla Campania due volte alla settimana dallo stabilimento Sarpom (gruppo Esso) di Trecate fino a Gricignano Teverola, quel treno, si diceva, viaggiava praticamente gratis. Per quel carico di Gpl, Fs Logistica, società del gruppo Ferrovie dello Stato, che aveva stipulato il contratto proprio con Aversana, non riusciva a guadagnare. Quel carico di Gpl era per la società un costo mentre per la società della famiglia Cosentino un affare.

Tutto ruota attorno a tre incomprensibili e maledette parole: «Procedura di cabotaggio». Per sapere perché la notte del 29 giugno 2009 l’asse del carro cisterna numero 3380 781 8210-6 cedette di schianto causando il deragliamento del treno merci Trecate-Gricignano, 32 vittime, un numero enorme di feriti e una cicatrice profonda alla città di Viareggio, per conoscere chi avrebbe potuto evitare quell’incidente e perché non lo ha fatto, per capire perché la responsabilità debba ricadere anche su Trenitalia e, dunque, sulle Ferrovie dello Stato, per gestire tutto questo, insomma, prima bisogna aver chiaro il significato di quelle tre incomprensibili e maledette parole.

Servizio esclusivo, di quattro pagine, proposto dal numero dell’Unità del 24 maggio, a firma di Roberto Rossi. Titolo:  “Ecco la verità” Bugie ed omissioni certificate nelle carte della Procura di Lucca. Il carrello ossidato non sarebbe stato revisionato come certifica la società proprietaria. Il gas di Nicola Cosentino trasportato quasi gratis.

“Danni da corrosione”. Viareggio, il mancato controllo di Trenitalia. Ecco le carte con le quali la Procura di Lucca sta svolgendo gli incidenti probatori. L’asse del carrello che si spezzò aveva “ruggine diffusa”. Dubbi sulla revisione Gatx. Se le Fs avessero rispettato le norme la lesione “avrebbe dovuto essere notata”.

Trenitalia doveva controllare tutto il carrello. Non lo fece.

Per quattro anni e mezzo girò un carro privo di nulla osta.

Quel favore di Ferrovie a Cosentino: trasporto del Gpl con super sconto. Secondo il contratto stipulato con Aversana Petroli, la scoietà Fs Logistica non incassava nulla dai viaggi, anzi alla fine ci rimetteva dodicimila euro. All’azienda dei Cosentino anche una fetta del contributo statale.

Certificazione antimafia da un prefetto poi passato nel Pdl.

Editoriale del direttore Concita De Gregorio dal titolo: “Se il paese deraglia“.

Mentre la destra di governo, a Milano, scopre l’esistenza del Mullah Pisapiah diretta emanazione, secondo Bossi, di Al Qaeda (praticamente l’erede meneghino di Bin Laden, meno male che dovevano abbassare i toni e limitare almeno il ridicolo) l’Italia disinteressata all’indiscutibile e concreto pericolo che drogati e musulmani occupino palazzo Marino – gay mancini e ladri d’auto albini nelle retrovie, anziani terroristi a far da palo – l’Italia vera, dicevo, arranca nel disastro economico con un piede nella povertà e l’altro nella trincea della sopravvivenza.

L’Italia che non ne può più nemmeno dei pistolotti in tv, che tanto poi le multe dell’Agcom alla Rai le paghiamo sempre noi col canone e con le tasse di cui Berlusconi sembra disporre come di un balzello personale, qui le metto, qui le tolgo, se state buoni le cancello e sennò le raddoppio. L’Italia delle donne che mandano avanti la baracca mettendo il vestito da lavoro in ufficio e togliendo i tacchi per le scale di casa, che dentro aspettano i figli e i nonni da accudire senza nemmeno il tempo di dire come va: due miliardi di ore di cura di bambini e anziani, l’Istat lo chiama “aiuto informale”, così, una mano tanto per passare il tempo, lieto volontariato, piacere puro e generoso, niente di che. Figuratevi, anzi: c’è bisogno d’altro? Possiamo forse esservi utili a ripianare le buche nelle strade, sulla via del rientro, o a togliere due sacchi d’immondizia di quelli abbandonati davanti a casa, visto che l’amministrazione pubblica non ce la fa?

In questa Italia, che di tutto avrebbe bisogno tranne che di una classe politica che si balocca con la paura dell’Islam mentre invita minorenni marocchine a casa sua, succedono cose di cui nessuno parla e che fanno paura davvero, invece, perchè parlano di omertà e di omissioni, di potere che difende se stesso, di bugie che lasciano una scia di morte e di dolore. Di solito non sono nella scaletta dei tg, nessuna multa sarà dovuta in questo caso.
Dedichiamo la nostra copertina, oggi, all’inchiesta di Roberto Rossi sulla strage di Viareggio: un treno carico di gas liquido deraglia ed esplode il 29 giugno 2009, 32 morti. Le carte della procura di Lucca e i controlli incrociati ci dicono che il carrello che si è spezzato, quello le cui immagini vedete per la prima volta in prima pagina, era arrugginito. L’esplosione lo ha lanciato lontano dalle fiamme, lo vedete così come era quel giorno, come quando si è rotto: “In gravi condizioni di deterioramento”.

E’ molto improbabile, concludono gli inquirenti, che sia stato revisionato 8 mesi prima dell’incidente, come la ditta austriaca che li produce e che avrebbe dovuto a norma di legge fare i controlli sostiene. Le parti sottoposte a controllo – dopo essere state revisionate – sono sabbiate, riverniciate. Questo con tutta evidenza non lo è. Il carrello si è rotto, il treno ha deragliato, il gas è esploso, 32 persone sono morte. Per sovrapprezzo dai contratti di cui siamo in possesso risulta che il gas trasportato non costituiva per le Ferrovie un affare vantaggioso: anzi, era un business in perdita. Costava più di quanto rendeva. Il gas così generosamente fatto recapitare a domicilio era destinato alla Aversana Petroli di Casal di Principe, società della famiglia Cosentino. Quel Cosentino, quella famiglia. Ma parliamo ancora del Mullah Pisapiah e del pericolo islamico, conviene.

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