Tu chiamale, se vuoi, coincidenze

di Daniela Gaudenzi - www.centomovimenti.com - 05/02/2010
Giorgio Bocca rivolto a Michele Santoro durante la trasmissione Anno Zero di ieri sera in merito alla foto pubblicata dal Corriere con Contrada e Di Pietro ha detto: “Tu hai un bello stomaco per sopportare questa recita e mi stupisce che la filosofia del Corriere sia la diffamazione di Di Pietro..”

Nella storica trasferta in Israele a cui ne seguiranno un numero imprecisato, onde autocertificarsi legittimi impedimenti senza soluzione di continuità, il nostro presidente del Consiglio ha trovato l’opportunità, rispondendo ad una domanda che non era rivolta a lui, di definire i giornalisti come “avvelenatori di pozzi” e/o “creatori di storielle”.

In effetti le definizioni sembrano molto puntuali avendo come riferimento i direttori dei giornali di famiglia in senso stretto ed allargata, che da qualche giorno dedicano mediamente le prime sei pagine allo scandalo della foto di Di Pietro con Contrada risalente al dicembre del ’92, spacciandola come la madre di tutte le notizie. A rimorchio i direttori dei TG delle televisioni private e pubbliche con in pole position il direttore del TG 1 che ha inscenato in redazione un autentico processo al renitente Di Pietro per una risposta spazientita e poco cortese a una giornalista che per la sesta volta pretendeva una risposta sul “complotto” tra mani pulite e i servizi segreti mentre lui era in aula a votare contro il legittimo impedimento, argomento che appassiona molto meno Minzolini. Ma la teoria dei cosiddetti giornalisti, che si sono avventati su una foto scattata da carabinieri in una cena all’interno di una caserma a cui hanno partecipato una sessantina di rappresentanti dell’arma, ad un tavolo in cui ci sono questori, vicequestori, funzionari, tra cui Bruno Contrada, 9 giorni prima che venisse arrestato, è molto lunga e non si limita ai direttori del Giornale e di Libero.

Loro sparano a titoli cubitali “Foto e dossier inchiodano Di Pietro” oppure “Di Pietro colto sul fatto, ora parli” mettendo in parallelo le sorti diverse toccate a lui e Borsellino nel ‘ 92: e cioè si sa che la mafia al tempo progettava attentati su entrambi, ma mentre al PM di Mani Pulite fu dato in fretta e furia un passaporto con un nome di copertura per il Costarica, Borsellino fu lasciato in balia dei suoi carnefici.

Morale, il PM di Mani Pulite essendo un uomo dei servizi, più o meno deviati che aveva rapporti con Bruno Contrada fu messo al sicuro dalla Cia o affini perché in concerto con “grumi di poteri forti”, come ama dire Cicchitto, stava per liquidare i partiti della prima Repubblica, con i socialisti e Bettino Craxi “vittima sacrificale” in testa, in quanto inviso all’America per la sua politica estera. Risulta meno logico il seguito e cioè che un complotto della Cia finalizzato ad escludere per via giudiziaria un partito inaffidabile come il PSI dopo Sigonella, portasse al risultato paradossale di annientare la democrazia cristiana, alleato storico e fedele degli USA e favorire il PDS e cioè gli ex comunisti, ma ovviamente sono solo dettagli.

A dare la dignità e la prima pagina alla foto- rivelazione di presunti rapporti tra Di Pietro e Contrada nel ’92 è stato il Corriere di Ferruccio De Bortoli e ad AnnoZero Felice Cavallaro, inviato della testata l’ha rivendicato come “scoop” paragonandolo, incredibilmente, alla pubblicazione in anteprima dei verbali con le dichiarazioni della D’Addario. Per fortuna un giornalista che per il suo prestigio e la sua età non ha bisogno di entrare in nessun coro, Giorgio Bocca l’ha definito in modo lapidario un esempio classico di diffamazione e ha precisato, rivolto a Michele Santoro “Tu hai un bello stomaco per sopportare questa recita e mi stupisce che la filosofia del Corriere sia la diffamazione di Di Pietro..”

Ma un quadro molto chiaro della finalità di questo falso e incredibile scoop l’ha messo involontariamente in luce in modo perfetto il TG della 7 condotto da Emanuele Pirroso che ha scelto addirittura di fare la copertina sul servizio fotografico incriminato, riservando all’interno una intervista a Dell’Utri, forse eloquente oltre le intenzioni, a proposito di quanto sta raccontando Massimo Ciancimino con dovizia di riferimenti nelle carte e documenti del padre “Sono dichiarazioni false, inconsistenti, inventate… Sono tranquillo, non mi interessa cosa dice il falso Ciancimino, mi interessa il vero..”

Insomma la finalità di “riequilibrare” con la riesumazione di una foto, che non è una notizia e che non svela nessun retroscena di Mani Pulite, la portata storica della ricostruzione della stagione delle stragi e della trattativa tra Stato e Mafia, in cui si sarebbero succeduti come tramiti con Bernardo Provenzano, Vito Ciancimino e Marcello Dell’Utri che l’avrebbe scavalcato, è quanto mai evidente e perfettamente sincronizzata.

Insieme, come hanno sottolineato Travaglio e De Magistris, all’opera di demolizione di Mani Pulite e al completamento della beatificazione di Craxi, propedeutiche a far ingoiare agli italiani dopo il processo breve e il legittimo impedimento, il Lodo Alfano “costituzionalizzato” ed il ripristino dell’immunità parlamentare ante ‘93 per garantire più impunità per tutti. Perché è bene sottolinearlo ancora una volta, questo parlamento di nominati, questa classe politica in larga parte inqualificabile, come ha ribadito in questi giorni Rosy Bindi che della prima repubblica ha fatto parte, non è sotto nessun profilo migliore di quella di Tangentopoli.

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