Anatema di Natale

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 28/12/2012
I matrimoni gay “scomunicati” dal papa.Violente parole contro gli omosessuali e la libertà di autodeterminazione. In Liguria un prete misogino addossa alle donne le colpe dei numerosi femminicidi

E’ Natale! E’ nato Gesù Bambino e dobbiamo essere tutti più buoni. Tutti, meno i preti. Loro hanno una speciale dispensa papale: possono essere omofobi, misogini e pedofili. Esagero? Non credo proprio. Prima di Natale il papa ha pronunciato una omelia violentissima contro gli omosessuali, il loro desiderio di sposarsi e di costruirsi una famiglia.

Seguendo la cultura «gender» spiega il pontefice, l’ uomo finisce per «negare la propria natura», «decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela». Ma in questo modo, afferma, si arriverebbe a negare quella dualità di genere, di maschio e di femmina che «appartiene all’ essenza della creatura umana» e a contestare la propria natura. «La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’ uomo nei confronti di se stesso».

Insomma, per riassumere e dirla in soldoni: nel Paradiso Terrestre Dio ha creato Adamo ed Eva ed era ben sicuro che fossero un maschio e una femmina. Viene magari qualche dubbio sul ruolo che ha affidato al serpente e alla mela, ma non è questo il contesto adatto a discuterne… Dicevamo:
c’erano una volta un maschio e una femmina e adesso invece c’è chi sta sparigliando i giochi . C’è chi si sta arrogando il diritto di decidere autonomamente chi e cosa essere, quando vivere e quando morire, se curarsi o meno, se mettere al mondo un figlio o no: ma siamo pazzi!?? E il potere della chiesa allora dove andrebbe a finire?? Comincerebbe una deriva senza fine! Sarà per questo che il papa ha ricevuto e benedetto Rebecca Kadaga, portavoce dei parlamentari ugandesi e promotrice di una legge che prevede la pena di morte per gli omosessuali “recidivi” (!). Poteva non piacere al pontefice?

Qui infatti non si tratta solo di difendere la famiglia tradizionale! Qui si tratta di ben altro: di mantenere ben saldo il potere, che per secoli la chiesa si è arrogata, di decidere su tutto e su tutti. E’ in pericolo non solo la religione cristiana, ma ogni tipo di religione! Qui bisogna “stringersi a coorte” ( per dirla in modo patriottico) o sarà la fine per tutti i preti di ogni religione. Forse è per questo che Benedetto XVI ha perfino citato il Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, sostenendo che “..in un trattato accuratamente documentato e profondamente toccante, ha mostrato che l’attentato, al quale oggi ci troviamo esposti, all’autentica forma della famiglia, costituita da padre, madre e figlio, giunge a una dimensione più profonda .”

Ma e la figlia?, ci viene da chiedergli. La figlia femmina non fa abbastanza famiglia, non vale la pena di citarla? E’ un increscioso optional, o è solo un lapsus freudiano, Herr Ratzinger? Masssì, perché citare le donne, infatti? Perché parlarne! A che servono queste forme di vita inferiore, queste sentine di bassezze, queste tentatrici lascive?

Oh, certo, lui non l’ha esplicitamente detto, ma interpretando lo spirito della chiesa lo ha fatto invece un certo don Piero Corsi, parroco di Lerici, in provincia di La Spezia. Veramente non l’ha detto soltanto: l’ha anche scritto e appeso alla porta della sua chiesa. E ha dato del frocio a un giornalista che lo intervistava in proposito.

 

Femminicidio Lerici

 

Il testo non è solo una spregevole raccolta di volgari banalità, di vecchie e superate credenze misogine, è molto peggio: è una scusa preconfezionata, un utile alibi per tutti i violenti, gli stupratori, gli stalker che circolano in questo disastrato paese. Se si considera che l’Italia è la nazione europea con il più alto numero di femminicidi (ma perché si usa questa stupida e brutta parola?? Chi caspita se l’è inventata??) c’è davvero da avere paura.

E’ sempre la stessa vecchia e ormai frusta storia che ogni maschio complessato e brutale tira fuori: una donna viene violentata? La colpa è sua che lo ha provocato. A leggere quelle stupide, offensive frasi si è colti da dolorosi dejà vu e ci si chiede come è possibile che nel terzo millennio la chiesa sia ancora in preda all’ossessiva paura della donna, ma soprattutto che ci sia ancora qualcuno così imbecille da tollerare certe esternazioni oltraggiose.

Basta! Si deve mettere un punto fermo a tutto questo e rintuzzare qualsiasi ulteriore attacco con durezza, con fermezza, con determinazione. Non si può più sopportare la prepotenza, l’arroganza, lo strapotere di questa chiesa, forte coi deboli e debole coi forti. Questa chiesa simoniaca, attaccata al denaro: non pagano le tasse, non pagano l’acqua, non pagano l’IMU, si succhiano l’8 per mille delle nostre tasse e perfino una quota di quello che dovessimo destinare allo Stato ( non tutti lo sanno!); si fanno pagare per somministrare sacramenti come il matrimonio o il battesimo, e perfino per i funerali; durante la messa fanno la questua… devo continuare? Questo attaccamento al denaro non può meravigliare: nessuno di noi si è dimenticato le vicende del Banco Ambrosiano e dei rapporti con lo IOR, dei documenti perduti, delle richieste di spiegazione non pervenute in vaticano, dei documenti bancari caduti in prescrizione dopo 10 anni…. E nemmeno di monsignor Marcinkus ci siamo scordati e della strana e opportuna morte di papa Luciani, che voleva far tornare la chiesa cattolica a quegli ideali di carità cristiana propri del primo cattolicesimo, rinunciando alle ricchezze superflue che “troppo avevano distolto gli uomini di chiesa dai propri sacri compiti.” Papa Luciani era categoricamente contrario anche all’apparteneza di religiosi alla Massoneria.

Forse per un caso in quei giorni sul periodico “OP. Osservatorio Politico” di Mino Pecorelli, uscì una lista di 131 nomi di ecclesiastici iscritti alla massoneria, che comprendeva, fra gli altri, i nomi di: “Jean Villot (Segretario di Stato, matr. 041/3, iniziato a Zurigo il 6/8/66, nome in codice Jeanni), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano, matr. 41/076, 28/9/57, Casa), Paul Marcinkus (43/649, 21/8/67, Marpa), il vicedirettore de «L’osservatore Romano» don Virgilio Levi (241/3, 4/7/58, Vile), Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana, 42/58, 21/6/57, Turo).”. E siccome nella vita ci sono davvero un sacco di strane coincidenze, dopo la morte di Luciani, un anno più tardi, Pecorelli fu assassinato.

Questa è la chiesa che si chiama cristiana perché dovrebbe ispirarsi a Gesù di Nazareth, detto il Cristo,Uomo di grande bontà, umanità e tolleranza, rispettoso delle donne, dei bambini, dei diversi e degli ultimi. Uomo contro ogni violenza e portatore di un messaggio rivoluzionario, che negava la visione misogina, codina e intollerante della religione ebraica da cui Egli stesso veniva. Il suo Dio era un Dio che lasciava a ogni persona il bene della scelta, il Libero Arbitrio, era un Dio dell’amore e del perdono, non un Dio della collera, della punizione e della vendetta. Che fine ha fatto tutto questo? Scomparso nella violenza e nel sangue di Crociate, sante Inquisizioni, roghi per eretici e streghe e via torturando, umiliando, uccidendo, discriminando. E ancora nel duemila la chiesa continua a provarci! A intimidire, comandare, prevaricare… per cui i deliri malati di un pretonzolo complessato non ci sorprendono: dentro questa chiesa ci stanno benissimo. Non ci sorprendono ma ci indignano e ci irritano, e non importa che l’ometto abbia cercato di rimangiarsi tutto e di scusarsi: la gente gli ha voltato le spalle. E’ una reazione che dovrebbe far riflettere il Vaticano, così come i partiti dovrebbero capire che aria tira fra gli elettori: tutti costoro, che detengono malamente il potere da troppo tempo, hanno tirato la corda oltre il lecito e la gente ne ha fin sopra i capelli. Sarà bene che tutti lo capiscano, prima che qualche testa rotoli e non solo in senso figurato.

 

Barbara Fois

 

Ps. Accludiamo qui la lettera che è stata inviata al papa da familiari e amici di persone gay.

 

PARENTI ED AMICI DI OMOSESSUALI SCRIVONO AL PAPA

Di parenti ed amici di omosessuali che si firmano in calce alla lettera | 20.12.2012

Santità,

noi che abbiamo allevato i nostri figli con amore e nell'amore, che li abbiamo accompagnati nel difficile percorso dell'accettazione di sè in questo mondo ostile, preservando il bene prezioso della fiducia in se stessi e nel prossimo, che li abbiamo aiutati a costruirsi relazioni affettive belle e pulite come le nostre, scrostandosi di dosso il fango che secoli di pregiudizio e condanna hanno accumulato su di loro, noi che annoveriamo al  nostro interno molte famiglie credenti e praticanti, che ai loro figli hanno trasmesso con successo i principi religiosi e morali, noi che conoscendo la violenza ed il disprezzo esercitati sui nostri figli abbiamo imparato insieme a loro a rispettare  tutti i diversi e facciamo della pace la nostra bandiera, noi che siamo fieri dei nostri figli e di noi stessi, perché dobbiamo essere offesi proprio da Lei in un messaggio che voleva essere di pace e che in realtà per la sua ambiguità ha diviso anziché unire? Le chiediamo una risposta chiara: le forme di unione diverse dal matrimonio fra uomo e  donna, che secondo Lei lo "danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione" costituiscono o no "un'offesa contro la persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace?" Del resto non è la prima volta che Sua Santità venga fraintesa con luttuose conseguenze. Noi e i nostri figli siamo alieni da violenza e fanatismo, ma la nostra pazienza ha superato il limite. Rimaniamo increduli che il capo della Chiesa arrivi a tanto contro la legalizzazione di una promessa d'amore, di fedeltà, contro il riconoscimento sociale di una relazione che è anche un patto di stabilità.  Non immagina, Santità, il senso di esclusione che provocano negli adolescenti le Sue affermazioni, spesso ripetute, che le relazioni omosessuali "non fanno parte del disegno di Dio e sono intrinsecamente disordinate"? Oltre all'incoraggiamento alla violenza omofobica. Infatti mai una parola è stata spesa nè da Lei nè da un membro della Chiesa ufficiale per deplorare le aggressioni quotidiane che i giovani subiscono da altri giovani spinti dall'omofobia che la Sua Chiesa, lo diciamo a testa alta e senza timore, contribuisce a diffondere. Non facciamo in tempo a riprenderci dal dolore per suicidi ufficialmente inspiegabili di giovanissimi, i cui drammi in realtà conosciamo o intuiamo, che altre notizie di violenza e persecuzione gettano nello sconforto noi e nella solitudine più disperata ragazzi e ragazze che non hanno alle spalle una famiglia in grado di capirli e difenderli a causa dell'ignoranza e dei pregiudizi che la Sua Chiesa contribuisce ad alimentare, sia con la parola che col silenzio, sia direttamente sia attraverso  partiti politici che hanno il suo magistero come riferimento. Se come padre spirituale ci esclude, allora Le chiediamo come capo di uno stato teocratico, su cui non ci permettiamo di proferire commenti, di rispettare l'ordinamento del nostro stato laico e democratico che fa dell'uguaglianza dei diritti il suo principio fondamentale. Noi parenti ed amici di omosessuali e noi cattolici scontenti di questa Chiesa che vorremmo inclusiva e non discriminante, sottoscriviamo quanto sopra e solidarizziamo con le famiglie dei nostri amici che combattono per la dignità dei loro figli.

Fabio Pattarino,  Margherita Stegagnini,  Marco Buzzetti,  Giuseppina Serrao,  Gabriele Scalfarotto, M.Teresa Fratepietro,  Salvatore e Patrizia Mirante,  Giovanni Bovio,  Anna Ceravolo,  Giorgio Valenti, Caterina Toscano,  Claudia Toscano,  Rita De Santis,  Massimo Sampaoli,  Patrizia Marchi, Flavia Madaschi, Oriano Belletti, Clara Alemanni, Dario D'agnolo, Sergio Pozzi, Carmela Baroni, Luciana Vandi, Laura Mariotti, Lino Manfredi, Maria Cinzia Villa, Giovanna Troisi, Roberto Spagnoli, Paola Dell'Orto, Laura Dell'Orto, Tiziana Dall'Orto, Domenico Dall'Orto, Massimo Mariani, Salvatore Sanna, Domenica Manganaro, Elena Broggi, Roberto Buttà, Mariella Amidei ...

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