Quando la foglia di fico non basta

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 28/01/2016
“Inscatolate” le statue nude dei Musei Capitolini per la visita del presidente iraniano: siamo oltre il ridicolo, siamo in pieno delirio di ipocrita stupidità

Per l’arrivo del presidente dell’Iran Hassan Rohani qualche zelante buontempone ha pensato bene di nascondere le statue nude dei Musei capitolini dentro scatole bianche, per non turbare l’ospite musulmano. Assecondava una precisa richiesta degli iraniani? Sembrerebbe di no, almeno a quanto dice Rohani, che rispondendo a un giornalista durante la conferenza stampa che gli aveva chiesto lumi in proposito, ha infatti risposto : " Non ci sono stati contatti a questo proposito. Posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo". Ma noi invece sappiamo di sopralluoghi fatti in precedenza dalla delegazione iraniana e visti gli esiti possiamo malignare sui probabili “suggerimenti”che di sicuro sono stati forniti ai nostri. Ma chi ha dato l’ordine preciso? La Soprintendenza se ne lava le mani e rimanda ad altri la scelta.

 Dal canto suo Dario Franceschini, ministro dei beni culturali, nega decisamente di aver dato questa vergognosa e grottesca direttiva, anzi afferma con forza :  "Quella di coprire le statue dei Musei capitolini, in occasione della visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani è stata una "scelta incomprensibile. Penso che ci sarebbero stati facilmente altri modi per non andare contro alla sensibilità di un ospite straniero così importante senza questa incomprensibile scelta di coprire le statue. Non era informato - ha proseguito Franceschini - né il presidente del Consiglio né il sottoscritto di quella scelta di coprire le statue".

Eppure, nonostante questi dinieghi a noi sembra davvero impossibile che non ne sapessero nulla: quei parallelepipedi di compensato qualcuno li ha ordinati, sono stati misurati spazi e ingombri, poi sono stati costruiti, dipinti di bianco e quindi collocati. Ci saranno stati dunque falegnami, carpentieri, pittori e squadre di uomini e donne per ripulire i pavimenti e mettere in sicurezza queste opere d’arte.  Perché di opere d’arte si tratta, non di oscene bambole di gomma. Quante e quali siano le statue coperte non è dato saperlo, qualche fonte dice 26, fra cui: Eros che incorda l’arco, Leda e il cigno, il Dioniso degli Horti Lamiani,  un paio di gruppi monumentali: uno raffigurante un leone che azzanna un cavallo e uno di fanciulle. E poi naturalmente la statua più celebre: la Venere Capitolina, una copia della Venus pudica di ispirazione greca, il modello è infatti ispirato all’Afrodite cnidia di Prassitele

Statua di Venere       

Si tratta non solo di opere d’arte: sono reperti archeologici, testimonianze storiche della civiltà greco-romana, sono il nostro passato, la nostra cultura, ma come possono essere motivo di scandalo?? Ma arriviamo all’assurdo: alla delegazione iraniana davano fastidio anche i genitali in vista ( ma si deve davvero guardare attentamente per vederli) del cavallo di Marco Aurelio! Per cui le foto della delegazione dovevano essere scattate da una angolazione che non riprendesse quel particolare scabroso e ugualmente i discorsi dei due leader dovevano essere tenuti da una posizione defilata. Una pruderie fastidiosa, eccessiva e davvero ridicola! Se proprio si sentono offesi dalla nudità dei corpi ( anche per la loro fede creati da Dio, per altro!), possono anche non guardare: non è obbligatorio farlo, ma soprattutto  non possono comunque pretendere che vengano assecondati i loro desiderata, visto che quando le nostre delegazioni vanno da loro, le donne che ne fanno parte sono costrette a velarsi il capo. Paese che vai usanze che trovi (e che rispetti. Ma la cosa deve essere reciproca).

In certe cose ci si può venire incontro: io capisco per esempio che non sia certo il caso di offrire a una delegazione musulmana, nel menu di un pranzo di gala, del prosciutto o comunque dei derivati del maiale ( ma non solo quello è proibito e inoltre la macellazione degli animali consentiti deve essere fatta in modo particolare: come avranno fatto i nostri cuochi?) e certo non ci deve essere nemmeno il vino in tavola, ma che caspita!, qui siamo davvero oltre il lecito! Non possono imporre il loro ristretto modo di vivere anche agli altri! Hanno fatto bene i francesi che non hanno offerto loro un pranzo ufficiale, quando li hanno avuti ospiti ed è sicuro che non avrebbero mai “inscatolato” le proprie opere d’arte!

Invece noi l’abbiamo fatto e non è nemmeno la prima volta che capita e non sto parlando del “Braghettone”, il povero pittore Daniele da Volterra, a cui fu commissionato di mettere le mutande alle figure nude del Giudizio Universale di Michelangelo, parlo di “velature” molto più recenti: vi ricordate nel 2008 quando Berlusconi fece velare il seno della Verità disvelata del Tiepolo, che faceva da sfondo alle sue conferenze stampa? Pensò che una mano di biacca avrebbe zittito battute, ammiccamenti e maldicenze, che puntualmente e sicuramente si sarebbero scatenate, date le inclinazioni del cavaliere, e invece  provocò una corale indignazione e altro tipo di pruderie…

 

Affresco Berlusconi

 Ma recentissimamente abbiamo visto anche di peggio: a marzo del 2015 a Torino c’era una mostra della raffinatissima pittrice décò Tamara de Lempicka e nel contempo c’era anche l’esposizione della Santa Sindone, beh, per l’arrivo in città del papa furono “oscurati” i cartelloni pubblicitari della mostra di Tamara, come se i suoi fossero quadri sconci!! Roba da pazzi!

 
   Tamara

C’è sempre qualcuno più realista del re. Ma nel caso delle opere d’arte in scatola, il motivo di tanta condiscendenza va cercato anche nei 17 miliardi che il presidente iraniano si porta dietro. Pecunia non olet, avrebbe detto l’imperatore Vespasiano, secondo quanto scrive Svetonio. Anche questo cinico e opportunistico realismo politico fa parte del nostro passato e della nostra cultura….

Barbara Fois

1 marzo 2018

1968. cinquant’anni di assenza

Barbara Fois - Liberacittadinanza
6 marzo 2018

Rien ne va plus, les jeux sont faits

Barbara Fois - Liberacittadinanza
23 maggio 2018

Buongiorno tristezza

Barbara Fois - Liberacittadinanza
7 marzo 2018

8 marzo 2018

Barbara Fois - Liberacittadinanza