Un Monti di guai

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 11/12/2012
Che farà Monti, ora che ha lasciato il governo? Si candiderà alla presidenza del consiglio? E il povero Bersani? Continuerà a smacchiare leopardi?

Bella mossa quella di Monti di dimettersi: un contropiede che ha lasciato spiazzato il cavaliere! Beh, lui non può nemmeno immaginare che uno possa dimettersi per dignità: è fuori dalla sua capacità di comprensione, quindi è stato colto alla sprovvista. Pensava di poter giocare con lui come il gatto col topo, ma era un topo grande come un canguro quello che si è trovato davanti….

Dopo le dimissioni c’è stata un po’ di maretta a livello europeo: beh, per uno che non è italiano vedere il cavaliere che si ricandida un’ennesima volta, dopo tutto quello che ha combinato e nonostante le sue vicende giudiziarie, è davvero inaudito! Non riescono a capire come sia possibile che glielo permettiamo. In realtà anche a molti di noi italiani non sembra vero…

Ma più che delle mosse di Berlusconi, ormai ridotto all’11%, i media sono interessati a capire quali saranno quelle di Monti: si candiderà alle politiche? Farà una lista di centro? Certo, potrebbe. Se lo facesse, il cavaliere sarebbe spacciato. La parola è un po’ eccessiva? Ma è quella esatta! Perché dietro a Monti si allineerebbero Casini, Fini, Montezemolo, Rutelli e una bella fetta di PdL.

Ma sarebbe una bella fregatura anche per il buon Bersani, che già si vedeva presidente del consiglio. E infatti ha borbottato che sarebbe il caso che Monti se ne stesse fuori della contesa.

D’altra parte non riusciamo a immaginarci Monti che fa un comizio, o gira l’Italia stringendo mani e baciando bambini. È molto out of character: lo vediamo meglio come prossimo presidente della repubblica, molto più distaccato e obiettivo di quanto potrebbe e dovrebbe essere se fosse in corsa elettorale.

Ma Monti non è il solo problema che Bersani dovrà affrontare: c’è Renzi, che nonostante quello che ha detto nel discorso della sconfitta, col cavolo che si è messo il cuore in pace e i suoi stanno facendo il diavolo a 4 nei sondaggi, chiedendo la candidatura di Renzi, anche se ha perso le primarie. Il fatto è che stanno negoziando i posti alla camera e al senato. Poi c’è lo spazio dovuto a Vendola e infine c’è il M5S di Grillo, che è una variabile impazzita. Noi possiamo solo sperare che quel tacchino sul tetto non gli caschi sulla testa.

Intanto “la mummia” – come ha definito il cavaliere un quotidiano francese – tende una mano alla Lega, offrendo un nuovo patto di alleanza, ma Zaia e Salvini gli hanno già chiuso la porta in faccia. Maroni è più prudente, perché in ballo c’è il suo posto di governatore della Lombardia e non solo: con il “porcellum” il senato su base regionale può diventare un elemento di instabilità e di ricatto, per chi dovesse vincere più facilmente alla Camera. Ma generalmente e al di fuori di questi conti della serva, i leghisti non sembrano interessati a tornare all’abbraccio mortale con lo zombie di Arcore.

Insomma, tutti i giochi sono aperti e non è facile stabilire cosa succederà, ma è difficile che Berlusconi possa vincere le elezioni, come pretende di fare. Certo, questo è un paese dove tutto è possibile, ma c’è un limite a tutto!... O no?

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