Qualche osservazione sulla legge elettorale.
Se si pone una soglia di sbarramento per l'accesso alle
assemblee elettive si dovrebbe evitare il premio di
maggioranza: il cumulo dei due criteri deforma troppo il
diritto di rappresentanza.
Ma ormai questo diritto sembra avviato all'evanescenza,
mentre il dovere della governabilità impone la sua insidiosa
potenza.
In ogni caso la soglia scelta per accedere al premio è
troppo bassa: col 37 per cento una non troppo grossa
minoranza diventa un'ingombrante maggioranza. La soglia di
sbarramento è invece troppo alta: ammazza il diritto di
rappresentanza di minoranze di elettori che potrebbero
svolgere un ruolo critico costruttivo. Comunque vadano le
trattative in corso l'accoppiamento dei due criteri avrà
effetti micidiali per il diritto democratico principale.
L'obbiettivo congiunto di Renzi e Berlusconi è liberarsi
dei partiti piccoli. In realtà vogliono liberarsi degli
elettori scomodi.
La litania contro il ricatto dei piccoli fa passare in
secondo piano le profonde responsabilità dei partiti grandi
nel degrado della politica. Inutile chiedere loro
riflessioni autocritiche: sono grandi e sono sollevati
dall'obbligo di pensare.
La giustificazione di Renzi per il patto con Berlusconi
è: fare prima una legge elettorale per evitare dopo di
governare insieme. È un argomento falso. È vero che il
Porcellum faceva schifo. In due modi diversi. La prima volta
ha impedito il successo nel 2006 del centrosinistra (che ci
ha messo del suo rinunciando alla campagna elettorale). La
seconda volta nel 2008 ha fatto stravincere il centrodestra
che era solo una grossa minoranza. Ma le larghe intese che
Renzi dice di voler scongiurare sono il prodotto, molto più
che del Porcellum, della vittoria del movimento 5 Stelle.
E vorremmo essere sicuri, ma non lo saremo mai, che il
PD abbia fatto tutto il possibile per fare le larghe intese
con 5 Stelle invece che con il PdL.
In realtà Renzi ha voluto a tutti i costi l'intesa con
Berlusconi perché era ed é in profonda sintonia con lui sul
l'effetto principale della loro legge elettorale: la
consegna al presidente del consiglio di un potere incisivo e
stringente sul proprio partito e sulla propria coalizione.
Un premierato forte che, prima ancora di essere scritto in
Costituzione, dispiega i suoi effetti coercitivi sul
pluralismo e la collegialità dell'azione politica
democratica.
A Renzi non interessa il partito se non come strumento
per giungere a un pieno dominio politico. Renzi è solo
l'ultima conseguenza del predominio della governabilità
sulla rappresentanza (è anche vero che buona parte dei
parlamentari da tempo non sa più che cosa essa sia).
I suoi calcoli sono giusti? Temo che possano essere
gravemente sbagliati. Per un motivo elementare. L'elettorato
di centrodestra sarà solo marginalmente disturbato dai
limiti posti al suo diritto di rappresentanza. Tolti di
mezzo i suoi partiti piccoli finirà comunque per votare (e
senza tapparsi il naso) per Berlusconi.
L'elettorato di centrosinistra (e in particolare di
sinistra) sarà duramente offeso dagli stessi limiti e non
sta scritto da nessuna parte che alla fine si adatterà a
votare per il PD. L'ha già sperimentato Veltroni nel 2008. E
il movimento 5 Stelle può raccogliere quote di consenso tra
gli elettori di centrosinistra delusi.
D'Alema insegna: essere troppo furbi può generare
conseguenze disastrose, e neanche impreviste.....
Essere troppo astuti può generare conseguenze disastrose, e neanche impreviste...