Signori, si replica

di Francesco Baicchi - 14/04/2015

Si avvicinano le elezioni regionali e il segretario del PD ha già pronta la strategia della sua campagna elettorale: visto il successo ottenuto alle europee con la promessa degli 80 euro (che poi non sono 80, e non sono per tutti, e sono costati a tutti gli italiani assai di più, compresi quelli che comunque hanno avuto l’illusione di riceverli, ecc….), si replica con il ‘tesoretto’ da 1600 milioni da distribuire come elemosina al maggior numero possibile di famiglie. Perché mediamente ogni famiglia vale quattro voti.

Per chi pensa che non sia la scelta migliore c’è la scusa che serve a rilanciare i consumi e quindi l’occupazione. Poco importa se è stato dimostrato che l’effetto degli 80 euro è stato quasi nullo, come era d’altronde prevedibile. Ancora meno importa, secondo Lui, chiedersi verso quali consumi si orienterebbe comunque la spesa: perché se le eventuali (e tutte da dimostrare) nuove spese si concentrassero, come è ragionevole attendersi, su beni a basso prezzo importati, l’effetto sulla occupazione nazionale sarebbe di nuovo ovviamente nullo.

Una strategia alternativa sarebbe, per esempio, investire le risorse disponibili nella tutela e del territorio e del patrimonio pubblico, finanziando , invece delle inutili ‘grandi opere’, le manutenzioni e la messa in sicurezza degli edifici e delle tante aree a rischio. Magari evitando di affidare i lavori alle solite ditte e cooperative degli ‘amici’, rinunciando a far esplodere i costi a causa della corruzione sistematica e garantendo la sicurezza dei lavoratori.

Perché il modo migliore di combattere la povertà non sono le elemosine a pioggia, ma dare lavoro e una retribuzione ‘proporzionata alla quantità e qualità del (suo) lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.’, come recita l’articolo 36 di quella Costituzione che il segretario del PD non vede l’ora di stracciare. E anche ridurre le spese delle famiglie migliorando e ampliando i servizi e riducendo i costi delle forniture (acqua, elettricità, gas, trasporti, ecc…).

Fra l’altro mi sembra di aver capito che il ‘tesoretto’ (che sicuramente nei tweet del ‘capo’ troverà subito una definizione in inglese perché fa ‘gggiovane’ ) non c’è, ma consiste nell’utilizzare i margini di elasticità sul deficit contrattati con la Commissione Europea e pensati non con finalità elettorali, ma per finanziare quella ‘ripresa’ che in Italia solo qualche ministro (non l’ISTAT) vede già avviata.

D’altronde, dopo la brutta figura della vertiginosa crescita occupazionale imprudentemente annunciata come successo del job’s act  e quantificata in realtà in pochissime vere assunzioni nuove,  qualcosa bisognava pur inventarsi  per non far pensare gli elettori e le elettrici.

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