Fumata nera in Europa

di Vincenzo Tradardi - Lista “L’Altra Europa con Tsipras” - 30/05/2014

Diradato il fumo dei mortaretti con cui il PD “renzianizzato” (tutti sul carro del vincitore, rottamatori e rottamati) celebra il suo trionfo, con ostensione delle spoglie del nemico Beppe Grillo, è bene tornare alla realtà per esaminare i risultati elettorali del 25 maggio con un’ottica meno provinciale, per quel che oggettivamente esse rappresentano nello scenario europeo in una situazione di crisi “strutturale” che tiene l’Europa (i popoli) in stato d’assedio sotto il ricatto del Debito.

Quali mutamenti nel nuovo parlamento europeo ?

1) Si sono pericolosamente rafforzati i nazionalisti euroscettici e xenofobi della destra estrema: il FN di Marine Le Pen in Francia (24 seggi), Alba Dorata in Grecia (3 seggi), la Lega in Italia (5 seggi), lo Jobbik in Ungheria (3 seggi). Un seggio anche al NpD tedesco di Udo Voigt partito dichiaratamente nazista. Ad essi si aggiunge in Gran Bretagna l’UKIP di Nigel Farage un partito di destra nazionalista antieuropeista (24 seggi).

2) Il blocco PPE- S&D ha subito un significativo ridimensionamento soprattutto a spese del PPE (da 274 a 212, - 62 seggi); i socialdemocratici dell’S&D, grazie all’ottimo risultato del PD italiano limitano i danni (da 195 a 189, -6 seggi). I liberali di ALDE di seggi ne perdono 19 (da 84 a 65) .

3) Il movimento 5 stelle, presentato come il grande sconfitto, in realtà approda al parla-mento europeo per la prima volta con ben 17 seggi. Cosa se ne farà Grillo di questi seggi? Si era ben guardato di chiarirlo durante la campagna elettorale, ma l’incontro con Nigel Farage dell’UKIP rappresenta un inquietante e sconcertante segnale.

4) Cresce e si rafforza il Gruppo della sinistra unitaria europea (GUE) a cui è collegata la nostra lista “L’Altra Europa con Tsipras”, che passa da 35 a 51 seggi (+16). E in Grecia Syriza di Alexis Tsipras diventa il primo partito.

I risultati in Italia sono segnati ovviamente dalla grande avanzata del PD che supera il 40% dei voti e passa da 21 a 31 seggi (+10). Crolla il Pdl (da 29 a 13 seggi). L’Udc perde 2 seggi da 5 a 3. La lega Nord perde 4 seggi , da 9 a 5. L’Idv non raggiunge il quorum e perde tutti i suoi 7 seggi. E il M5S guadagna con il suo 21.1% 17 seggi.

E infine la nostra lista “L’Altra Europa con Tsipras” supera la soglia e conquista 3 seggi

Abbiamo ottenuto 1.108.513 voti, il 4.03 % a livello nazionale. Nella Circoscrizione Nord orientale abbiamo ottenuto 209.424 voti il 3.7%. In RER 93.964 voti, il 4.1%. Nella Provincia di Parma 8.127 voti, il 3.8% e nel comune di Parma siamo arrivati a 4.135 voti , il 4.9%.

Da segnalare il risultato particolarmente positivo di Cristina Quintavalla che ha avuto 3.366 preferenze a livello circoscrizionale. Nella nostra regione Cristina si colloca al 4° posto con 2.739 preferenze. Nel comune di Parma su 4.135 voti alla lista Cristina ha ottenuto 1.078 preferenze, il 26% dei voti espressi. Per fare un paragone, Dall’Olio del PD ne ha avute il 21.5% e Rossi di M5S solo il 7.8%.

Il 4.03 % della nostra lista Tsipras può sembrare poca cosa a fronte del 40.8 % del PD. In realtà è un risultato molto importante. Importante perchè le nostre proposte sono le uniche in grado di dare una svolta a questa crisi che si sta continuamente aggravando (il rapporto Censis pubblicato in questi giorni ne è una drammatica testimonianza). Importante perché si inverte per la prima volta la tendenza alla frammentazione a sinistra. Ora abbiamo un punto fermo su cui poggiare, i 51 parlamentari del GUE che nel parlamento europeo porteranno la voce dei senza voce, delle vittime della Troika e dei poteri finanziari.

Il PD esulta ed è comprensibile che sia così. Ma la sua strada è in salita. Dovrà dare delle risposte, non solo prometterle! L’elettorato è liquido. Si guardi alla Francia di Hollande.

Se quello di Matteo Renzi, come noi pensiamo, è un bluff, lo scopriremo molto presto. I sei mesi di presidenza italiana del Consiglio dell’UE sono alle porte. Intende Renzi imprimere una svolta nelle politiche della Troika?

Letta Renzi campanella

Non ci piace essere delle Cassandre, ma riteniamo di poterlo escludere! Il PD nel suo gruppo dirigente è un partito politico che ha optato e da tempo per una scelta neoliberista! E Renzi ne è l’interprete migliore. Qualche ritocco ai vincoli di bilancio ci sarà. Ma l’Austerity con il suo pilota automatico continuerà a dettare l’agenda. Il presidente della Commissione europea forse non sarà Junker. Forse potrebbe

addirittura essere Letta il giovane come qualcuno va ipotizzando! Ma il Fiscal Compact non verrà toccato e neppure il vincolo assurdo del pareggio di bilancio. E Matteo Renzi non muoverà un dito contro il nuovo esiziale trattato fra UE e Stati Uniti, il Ttip! Sia ben chiaro: il Fiscal compact pone vincoli insostenibili, questo lo sanno anche gli “gnomi di Bruxelles”.

Ma il Fiscal Compact verrà tenuto in piedi e utilizzato come una mazza ferrata (la shock economy) per convincere i paesi membri a smantellare definitivamente lo stato sociale (il servizio sanitario pubblico, la scuola e l’università pubbliche, i servizi sociali pubblici) e a privatizzare tutto quello che ancora c’è da privatizzare soprattutto a livello dei comuni.

Lavoro scultura

Dopo, e solo dopo gli economisti di regime verranno a dirci che la soglia del 60% del rapporto debito/Pil non è un dogma e che quindi si può rivedere. Ma ormai sarà troppo tardi, avremo perso tutti i nostri diritti. Nessuna illusione su Matteo Renzi dunque! Conosciamo l’uomo. Conosciamo il sistema che lo ha prodotto. Del resto nella sua agenda al primo posto non c’è il lavoro, non c’è l’occupazione, non c’è la redistribuzione della ricchezza. Al primo posto ci sono le così dette riforme, con cui un parlamento illegale vorrebbe manomettere la nostra Costituzione (perché ce lo chiedono direttamente le banche). Al primo posto c’è l’Italicum con cui si vuole assestare un colpo fatale alla nostra democrazia. Al primo posto c’è il Jobs act con cui flessibilità e precarietà diventeranno regole generali.

Dunque non c’è nulla da festeggiare. Ci attendono e già da domani, appuntamenti di lotta. E il 2 giugno saremo a Modena per la manifestazione a difesa della Costituzione promossa da Libertà e Giustizia.

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