Spiegare la Costituzione ai ragazzi, di questi tempi

di Gianluca Foglia (Fogliazza) - Il fatto Quotidiano - 25/02/2017

“Bella è bella. Se però la applichiamo”.

In classe, terza media, chiedo ai ragazzi di leggere qualche articolo della Costituzione Italiana a voce alta.

Una ragazza, Art. 13… la libertà personale è inviolabile.
Ancora: Art. 9… la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca…
Poi un ragazzo: Art. 3… tutti i cittadini hanno pari dignità sociale…

E gli dici che la nostra Costituzione è bella e ti guardano come chi aspetta di essere convinto dalle tue parole. Dici loro che c’è stata una guerra e da quella è nato il nostro “libretto delle istruzioni” su come si dovrebbe stare al mondo, che molti han dato la vita, che noi non siamo nati gratis (così tocca spiegare che non c’è un prezzo in denaro da pagare ma un impegno da spendere: tutti i diritti sono nulla senza il dovere di difenderli). Quante libertà abbiamo? Non vanno oltre la libertà di parola.

Art. 19… libertà di fede, Art. 16… libertà di circolare sul territorio nazionale, Art. 17… libertà di riunirsi pacificamente, Art. 21 libertà di pensiero/parola.

E ripeti, perché ci credano, quanto siam fortunati. Quando arrivi all’Art. 11 dove l’Italia ripudia la guerra e l’Art. 10… “Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d’asilo… vien voglia di metterti a ridere.

Art. 35, 36, 37 il lavoro e bla bla bla… Stacco gli occhi dalle righe, guardo la classe, ingoio la realtà e ripeto che siamo fortunati, mentre la sensazione che non si fidano perché pure tu fai fatica a crederci ti prende, mentre vorresti mettere in grassetto la voce per illudere almeno te stesso, vorresti mollare tutto e dire basta a tante belle parole esposte come l’argenteria che nessuno spolvera più. Perché la realtà rema contro a quanto c’è scritto. E i ragazzi lo sentono che fai fatica a crederci e gli vorresti dire che son tutte balle, che vorresti leggergli la poesia di Luigi Marchini che nel ’50 scriveva ai suoi “se oggi vi svegliaste in nulla riconoscereste i sogni e gli ideali per i quali siete morti”. Era un partigiano. E noi oggi si dovrà pur scegliere da quale parte stare. “Bella è bella, se però la applichiamo”, dice un vecchio di 94 anni alla classe.

Pretendete che sia applicata, ragazzi, perché noi adulti lo stiamo facendo con la noia di chi si è addormentato davanti alla tv.

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