Violenza

di Gemma Macagno - 16/07/2016
Le notizie di cronaca sono ormai un vero bollettino di guerra : violenze contro le donne, spesso alla presenza dei figli, o delitti che creano orfani. Sofferenze immani, frutto soprattutto di ignoranza e di una visione del mondo in cui “vince il più forte”. Non serve continuare a lamentarsi e piangere : occorre agire. Bisogna partire subito, fin dalla scuola materna , con l'educazione alla parità di genere ed al rispetto dei diritti di ogni persona in quanto tale, proprio come dichiara l'art. 3 della Costituzione. Solo se da subito si imparano questi valori si sarà in grado di rispettarli.
Purtroppo ancora troppo spesso anche chi in questa società riveste responsabilità politiche o ricopre ruoli di potere non ha neppure consapevolezza della propria incultura del rispetto e chiama “bambolina” una donna – sindaco. Se la situazione fosse di reciprocità e parità, mi piacerebbe sapere con quale epiteto chiamerebbe i sindaci di sesso maschile e con quali conseguenze. E' ovvio che si tratta di pregiudizio culturale profondamente radicato. Anche per poter agire in modo efficace chiediamo che siano affidati a donne competenti gli Assessorati alla Cultura. Bisogna cambiare rotta in modo chiaro e quanto prima.
Alle donne ricordiamo che è indispensabile il referto medico quando subiscono violenza, per potersi difendere in sede legale e che esiste il gratuito patrocinio che consente loro di non dover affrontare le spese legali quando sono vittime di abusi fisici, psicologici od economici.
Ai medici ed alle forze dell'ordine ricordiamo che spesso è proprio la condizione di abuso e maltrattamento cronico a costituire quella violenza psicologica che, anche sommata a quella economica, induce la donna a non denunciare, soprattutto se il responsabile è il partner.
E più grave ancora è il fatto che i minori che assistono ai maltrattamenti non sono quasi mai tutelati legalmente, in quanto vittime di “violenza assistita”, con le inevitabili gravi conseguenze per il loro futuro.
Ed è sovente difficile sottrarli alla violenza fisica e psicologica, per i condizionamenti ambientali ed affettivi che subiscono.
Tutti noi dobbiamo diventarne consapevoli e responsabili, se non vogliamo una società sempre più violenta. Basta piangere, bisogna darsi da fare.
 
dr.ssa Gemma Macagno
rappresentante dell'Ordine dei Medici nella Rete Antiviolenza di Cuneo
16 marzo 2019
31 marzo 2019
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