Gente che non sa di diritto, ma insiste a scrivere leggi

di Bruno Tinti - Il Fatto Quotidiano - 05/05/2017
Calcoli - È evidente che vogliono i consensi dei trinariciuti che si sentono sceriffo, pm, giudice e boia insieme (ma nel testo c’è una cosa buona)

Si tratta di gente che veramente non capisce niente di diritto; e che tuttavia scrive leggi: i deputati che hanno votato a favore della modifica delle norme in materia di legittima difesa. Dovrei aggiungere che non si tratta di sola ignoranza, ancorché inaccettabile in persone che si candidano (anzi, si dannano) per fare i legislatori. È evidente che il loro entusiasmo è dovuto a semplici esigenze elettorali: i trinariciuti cittadini aspiranti sceriffi che vogliono ricoprire il ruolo congiunto di poliziotto, pm, giudice e boia, purtroppo votano; soddisfare le loro primitive pulsioni assicura un evidente vantaggio. Tutto ciò ha portato all’approvazione di una legge criminogena (salvo un pezzettino che potrebbe innescare una rivoluzione).

La legge vigente (che tale resterà fino a quando il Senato non avrà condiviso questa bestialità) prevede che il cittadino possa utilizzare un’arma da fuoco contro chi si introduce nella sua abitazione e pertinenze (giardino, cantina, garage etc) o nei locali dove svolge il suo lavoro (negozio, ufficio, stabilimento) per difendere se stesso e i propri beni. La novità rispetto al passato (prima del 2006) consiste nel fatto che non è richiesta una proporzione tra il mezzo utilizzato per difendersi e quello utilizzato dall’aggressore: gli posso sparare senza se e senza ma (che è quello che interessa agli sceriffi). Legge equilibrata ed efficiente. Però c’è ancora una fastidiosa condizione: è necessario che chi si introduce in casa abbia un atteggiamento aggressivo oppure che, pur avendolo inizialmente, non decida di desistere, cioè andarsene per i fatti suoi. Così oggi è arrivata la nuova legge: “Si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno”. Micidiale: chiunque si aggira di notte in una casa può essere ucciso. Dimostrando rara furbizia, qualche riserva l’ha avuta persino uno dei più accaniti sostenitori dell’ampliamento dei casi di legittima difesa, il deputato Ermini: “Non può esservi alcun automatismo per evitare che possano consumarsi veri e propri omicidi dolosi, in ambito familiare, magari premeditati e ‘mascherati’ da legittima difesa. Basti pensare al fatto che ha visto coinvolto l’atleta Pistorius, che ha sostenuto di aver scambiato la giovane fidanzata per un ladro entrato clandestinamente nella sua abitazione”.

C’è da sperare che analoga iniziativa e tesi difensiva sia fatta propria dai familiari degli entusiasti autori di questa nuova legge, magari senza esiti letali; forse ci ripenserebbero. Non parliamo poi di chi si introduce in casa con l’inganno: “Sono il postino”. Non è vero, è un testimone di Jeova (sono insistenti, arrivano anche la sera tardi): bang, molto più definitivo di un “grazie non mi interessa”. E attenzione: in questo caso, come anche nel caso di un ladro che ha cambiato idea e se ne sta andando, non c’è spazio per interpretazioni giudiziarie: “Era evidente che non sussisteva nessun pericolo e nessuna aggressione”; di notte sparare è lecito, qualsiasi sia la situazione di fatto: basta che falso postino o ladro entrino in casa, nessun giudice può farci niente.

Per completare il quadro, hanno modificato anche l’ipotesi di eccesso colposo in legittima difesa, cioè quando si usa un’arma in una situazione non prevista dalla legge, per esempio contro un ladro in fuga (di giorno, di notte abbiamo visto che si può, se ancora non è uscito dalla casa): “È sempre esclusa la colpa se sussiste la simultanea presenza di due condizioni: se l’errore è conseguenza di un grave turbamento psichico; se tale turbamento è causato dalla persona contro cui è diretta la reazione”. “Signor giudice, vero che stava scappando, anzi era già in strada: ma ero così turbato…”

Roba da pazzi. Però, come diceva Fabrizio (De Andrè), qualche volta dal letame nascono i fiori. “Quando sia dichiarata la non punibilità per legittima difesa, le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato”, così hanno chiuso la loro performance gli astuti legulei. Il che apre la strada a una bella questione di legittimità costituzionale: perché l’assoluzione comporta il risarcimento delle spese legali solo in questo caso e non per tutti gli altri processi? E l’art. 3 della Costituzione (parità di trattamento, criterio di ragionevolezza etc.)? In effetti, si porrebbe riparo a un’ingiustizia: sono innocente ma ho speso un sacco di soldi, chi me li ridarà? E si eliminerebbero tante denunce pretestuose. Con 3 milioni di processi nuovi ogni anno, non sarebbe male.

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