Errori? Tanti, ma non se ne può restare ostaggi. È vero che il Pd ha sbagliato respingendo la possibilità di costruire un’ipotesi di governo con i 5 Stelle. Questo ha spinto i 5 Stelle a un’intesa con la Lega. I 5 Stelle con la litania che destra e sinistra non esisterebbero più hanno aderito a un’intesa con la Lega che rischia seriamente di fagocitarli. Per evitarlo i 5 Stelle provano a reagire rilanciando i loro obiettivi caratterizzanti.

Del resto il “contratto” con cui è stato giustificato l’accordo con la Lega contiene una sommatoria di impegni. Ad esempio reddito di cittadinanza e flat tax sono scelte agli antipodi e per di più incompatibili dal punto di vista dei costi, quindi inevitabile fonte di tensioni nella coalizione. Altrimenti perché tanto impegno nel sostenere che non ci sono tensioni?

Salvini vuole incassare il maggior consenso possibile, ma la sua forzatura nel dichiarare e minacciare è anche consapevolezza che non c’è spazio per tutto e quindi chi occupa per primo le posizioni ha un vantaggio.

È una coalizione con un’inevitabile competizione interna.

È poco valorizzato un aspetto fondamentale che si sta rivelando decisivo: la Costituzione.

I 5 Stelle hanno sovraccaricato il “contratto” con impegni di modifica della Costituzione, ma memori delle intemerate di Pace e della vittoria del No nel referendum hanno inserito nel “contratto” singole proposte di modifica. Alcune inaccettabili come introdurre il vincolo di mandato per i parlamentari. Il vincolo di mandato è sbagliato perché il parlamentare ha un diritto inalienabile a comportarsi secondo coscienza, per di più oggi sarebbe l’ultimo passaggio per rendere subalterno il Parlamento, che già è composto da parlamentari tutti nominati dai capi partito. L’unica variabile oggi è quanti candidati un partito riesce a fare eleggere, con un ordine prestabilito. Senza la possibilità di un minimo di autonomia resterà ai parlamentari solo la possibilità della rivolta.

Anche la proposta di tagliare il numero dei parlamentari è approssimativa, non per la diminuzione in sé quanto perché non sono chiarite le conseguenze sull’assetto costituzionale. In passato c’è chi ha proposto (anche Rodotà) di abolire il Senato, lasciando l’attuale numero dei deputati, purché eletti con una legge proporzionale, che sappiamo coerente con la Costituzione del 1948. Altre proposte sono possibili, ma debbono far parte di un disegno coerente, altrimenti finisce come con le Province. Senza dimenticare l’esigenza cogente di approvare una nuova legge elettorale coerente con la Costituzione, se vogliamo interrompere la serie delle schifezze.

Quindi se si vuole ridurre il numero dei parlamentari occorre però garantire una rappresentanza adeguata dei territori, lasciandola scegliere agli elettori.

Inoltre sarebbe interessante capire se l’impegno a rivedere l’articolo 81 sul pareggio di bilancio è una cosa seria, per ora non se ne ha notizia.

Comunque sia, la novità interessante è che i 5 Stelle si stanno rendendo conto che la Costituzione è per loro uno scudo insostituibile. A essa hanno fatto riferimento per contenere Salvini che pur di attaccare i rom non si è fatto scrupolo di mettersi sotto i piedi la Costituzione. Purtroppo non è stato così per i migranti. La Costituzione è un faro essenziale per compiere le scelte in una fase così complicata. La sinistra dovrebbe partire dalla Costituzione per ritrovare se stessa in rapporto a una società che ne avrebbe più che mai bisogno.

Per questo non sarebbe comprensibile che chi ha tenuto alta la bandiera della Costituzione e ha contribuito alla vittoria al referendum oggi lasciasse la presa.

Senza girarci attorno: la tentazione esiste. Per ragioni diverse come stanchezza, delusione per i risultati elettorali, constatazione che non basta vincere un referendum per essere certi che non ritorneranno attacchi alla Costituzione. Se questo vuol dire essere passatisti pazienza. Chi ha contribuito alla vittoria referendaria ha oggi l’obbligo di dare continuità a quell’impegno. Se dovesse saltare l’argine della Costituzione, come si intravvede in tante affermazioni inaccettabili di Salvini, sul neofascismo, sui migranti, ecc. sarebbero guai seri. Per questo un’iniziativa unitaria, di massa, ispirata ai principi costituzionali, capace di coalizzare forze collocate diversamente è fondamentale. Se poi le prevedibili tensioni nella maggioranza avessero un forte aggancio nella Costituzione anche i 5 Stelle ne trarrebbero vantaggio nella inevitabile competizione con Salvini.