Non ci vuole una fantasia particolare, o chissà quale slancio romanzesco per vedere la scena, dunque si può provare senza nemmeno chiudere gli occhi. Frau Angela Merkel, saputo che un pistolero nazista sparacchia per la strada agli immigrati neri (a Dresda, o Francoforte, o Monaco, fate voi), fa la sua sacrosanta dichiarazione ai media, poi prende la sua borsetta da sciura Pina e va all’ospedale, stringe le mani ai feriti, chiede come va, incontra i medici e insomma in poche parole, senza dire proprio queste precise, comunica alla Germania e al mondo: io, io Repubblica Tedesca, sto dalla vostra parte, e non da quella di chi vi spara.

Già che ci siamo, spostiamo l’immaginazione un po’ più a ovest, in Francia. Ed ecco Monsieur l’Empereur Macron che mette su quella sua ghigna napoleonica, pancia in dentro, petto in fuori, scarpe lucide. Dichiara che questo in Francia non può succedere e va all’ospedale, dove stringe presidenzialmente la mano alle vittime. Chiede delle condizioni di salute dei feriti, poi ricorda al mondo che la Francia è vicina alle vittime e le aiuterà in ogni modo. Sipario.

Ognuno veda le differenze con la situazione italiana, dove il testacoda è semplicemente da brividi. Non solo nessuna figura istituzionale è andata a visitare gli innocenti colpiti. Ma per due giorni, dopo che un pazzo (mah!) fascista si è messo a sparare per la strada come un qualunque terrorista dell’Isis, il dibattito si sviluppa su questi arguti temi. Uno: non si spara alla gente per la strada. Due: Beh, però, se uno è esasperato, dai, si può capirlo. Il tutto con decine e decine di sfumature, nuances, minuscoli slittamenti di colore.

In poche parole: Salvini a reti unificate, un’accettazione profonda del suo discorso, il trionfo della narrazione fascio-leghista. Persino davanti a sei feriti innocenti in un raid terroristico, la vulgata prevalente sul tema dell’immigrazione è ancora quella di Salvini. Qualunque altro leader mondiale, anzi della Galassia, anzi dell’Universo, compaia in una foto mentre stringe la mano a quello che poi andrà in giro a sparare per la strada, avrebbe la carriera troncata. Salvini no, Salvini guadagna punti nei sondaggi.

Il capo del Pd, si legge sui giornali, “ha ascoltato con preoccupazione gli esperti di marketing elettorale”. Urca. Poi ha deciso per la linea morbida e la solita richiesta di sicurezza: più Polizia, più Carabinieri. E del resto la sua sudditanza all’impianto salviniano era già stata dichiarata con un “aiutiamoli a casa loro” da manuale.

Silvio buonanima si è messo a rincorrere Salvini praticamente sostenendo che se la gente spara per strada agli stranieri è perché ci sono gli stranieri, e lui li manderà via. I cinque stelle hanno fischiettato e parlato d’altro, non essendo perfettamente al corrente di quel che pensa la loro base elettorale. Intanto, le vittime del jihadista della Lega, quelli che stavano andando a lavorare, o aspettavano l’autobus, o tornavano a casa e che sono finiti sparati da uno che leggeva il Mein Kampf, lo Stato italiano lo hanno incontrato. Poliziotti che sono corsi sul posto, guidatori di ambulanze, infermieri, medici, caposala che ti portano il brodino dopo l’operazione.

Insomma hanno visto la parte migliore dello Stato, i gradini bassi, la manovalanza che ti ferma l’emorragia e ti prepara la flebo, i vituperatissimi “lavoratori statali”. Mentre i vertici, dello Stato, si sono comportati come davanti a un normale caso di cronaca nera, insomma hanno fatto di tutto perché il primo vero attacco terroristico in Italia scivolasse via come una specie di incidente stradale. Belle parole, fermi proclami, poi via, a fare gli aperitivi elettorali, con la paura di perdere qualche voto o la preoccupazione di sciacallare il meglio possibile per guadagnarne.