Napolitano: demagogia anti F35

di  Andrea Fabozzi - Il Manifesto - 26/04/2014
Il presidente della Repubblica celebra la Liberazione sottolineando il ruolo dello «strumento militare». E sui marò detenuti in India dice: «Onorano l’Italia»

Per la pace ser­vono le armi. Un discorso a tesi quello di Gior­gio Napo­li­tano nel suo ottavo 25 aprile. «La Resi­stenza — ha detto il capo dello stato rice­vendo al Qui­ri­nale le asso­cia­zione par­ti­giane — fu un grande moto civile e ideale, ma fu innan­zi­tutto popolo in armi». Rico­no­sci­mento impor­tante di quanto fu ampia la par­te­ci­pa­zione popo­lare alla guerra di libe­ra­zione. Ma soprat­tutto pre­messa alla parte con­clu­siva del discorso, dove dalla memo­ria il pre­si­dente passa all’attualità. «Tutte le risorse della diplo­ma­zia» sono certo impor­tanti «dinanzi ai mol­te­plici foco­lai di ten­sione e di con­flitto», ha detto Napo­li­tano, «ma certo non pos­siamo sot­to­va­lu­tare la neces­sità di essere in grado di dare un con­creto apporto sul piano militare».

Discorso molto «oba­miano», nel senso delle richie­ste che il pre­si­dente degli Stati Uniti ha fatto agli alleati euro­pei nel corso della sua recente visita in Europa, con tappa a Roma e assai cor­diale incon­tro al Qui­ri­nale. «Siamo pre­oc­cu­pati per la ridu­zione delle spese per la difesa di alcuni stati — disse allora Obama -, la libertà non è gra­tis». Un rife­ri­mento non espli­cito ma chiaro ai tagli pro­gram­mati un po’ ovun­que (ma anche negli Usa) al costo­sis­simo pro­gramma Joint Strike Fighter, cioè alle com­messe dell’americana Loc­kheed Mar­tin. Lo stesso rife­ri­mento si è colto nelle parole di ieri di Napo­li­tano. Che, dopo un imman­ca­bile saluto ai fuci­lieri di marina «dete­nuti» nell’ambasciata ita­liana in India che, addi­rit­tura, «fanno onore all’Italia», ha sì rico­no­sciuto l’esigenza di «razio­na­liz­zare le strut­ture e i mezzi mili­tari». Ma ha invi­tato a farlo «sol­le­ci­tando il mas­simo avan­za­mento di pro­cessi di inte­gra­zione al livello euro­peo». E dun­que «senza indul­gere a deci­sioni som­ma­rie che pos­sono riflet­tere incom­pren­sioni di fondo e per­fino ana­cro­ni­sti­che dif­fi­denze verso lo stru­mento mili­tare, vec­chie e nuove pul­sioni dema­go­gi­che anti­mi­li­ta­ri­ste». Discorso assai com­pren­si­bile soprat­tutto se si ricor­dano i pre­ce­denti inter­venti del Qui­ri­nale e del Con­si­glio supremo di difesa (con­vo­cato e pre­sie­duto dal capo dello Stato) con­tro il par­la­mento che imma­gi­nava di tagliare il pro­gramma degli F35.

Un pic­colo taglio è stato in qual­che modo annun­ciato dal pre­si­dente del Con­si­glio, che nella con­fe­renza stampa di pre­sen­ta­zione del decreto sul bonus Irpef aveva par­lato di uno «slit­ta­mento» del pro­gramma F35 e di un rispar­mio di 150 milioni. Nel testo del decreto fir­mato da Napo­li­tano e pub­bli­cato in Gaz­zetta uffi­ciale non c’è alcun rife­ri­mento ai cac­cia ame­ri­cani, ma la difesa è comun­que chia­mata a dare il mag­gior con­tri­buto ai risparmi: 400 milioni. L’ultimo con­si­glio supremo della difesa, il primo con Mat­teo Renzi, aveva evi­tato lo scon­tro con il par­la­mento che gra­zie alla legge del 2012 di riforma dello stru­mento mili­tare (e in par­ti­co­lare all’articolo 4 che con­tiene il cosid­detto «lodo Scanu») è tito­lare dell’ultima parola in fatto di inve­sti­menti nei pro­grammi plu­rien­nali. Rin­viando tutto, dun­que anche i tagli ai cac­cia, al pros­simo «Libro bianco» che dovrebbe fare il punto sulle esi­genze della difesa.

Un lavoro che però è già stato fatto dalla com­mis­sione difesa della camera, che a ini­zio mag­gio è in con­di­zione di chiu­dere la sua inda­gine cono­sci­tiva sui sistemi d’arma. Il Pd ha pro­dotto una rela­zione che pro­pone non la can­cel­la­zione, ma un forte ridi­men­sio­na­mento del pro­gramma F35, vale a dire un sostan­ziale dimez­za­mento degli ordini dei cac­cia, al momento 90 e ognuno dal costo di oltre cento milioni. La mini­stra della difesa Pinotti in que­sti mesi ha alter­nato dichia­ra­zioni favo­re­voli al ridi­men­sio­na­mento del pro­gramma a dichia­ra­zioni con­tra­rie, ieri si ècon­gra­tu­lata con Napo­li­tano e non ha rav­vi­sato alcun rife­ri­mento agli F35 nelle parole del pre­si­dente. Parole invece cri­ti­cate dal Movi­mento 5 Stelle, per­ché «sto­nate e fuori da ogni sen­ti­mento popo­lare». Men­tre il depu­tato demo­cra­tico Giam­piero Scanu, capo­gruppo in com­mis­sione difesa, si è detto otti­mi­sta sull’«ampia con­di­vi­sione se non addi­rit­tura una­nime acco­gli­mento» da parte dell’assemblea Pd del docu­mento che pro­pone il taglio agli F35. L’assemblea si riu­nirà il 6 mag­gio, il giorno dopo è pre­vi­sto il voto in commissione.

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